sabato 28 marzo 2009

India: paradiso e inferno sempre vicini, c'est la vie!

Vorremmo andare a Kannur, l'estremo nord del Kerala, ma Ravi storce in naso, troppo lontano, non ne vale la pena, non l'avevamo concordato prima, optiamo quindi per Thrissur, indicata dalla bibbia Lonely come la capitale culturale di questo stato, a 160 km da Munnar e le sue favolose piantagioni di the', un viaggio comunque di 4 ore , perche' le strade indiane non sono esattamente come le nostre. Lasciate le verdi montagne e i loro misteriosi silenzi, la brezza sopraffina, si torna in pianura, al casino, ai clacson, alla guida "si salvi chi può". Certamente una zona ricca, si intravedono fabbrichette, commerci, villoni brianzoli, brulicare di tutto, gente, macchine, tuc-tuc, pedoni che rischiano la vita in media 30 volte al giorno ( qui vince il prepotente che strombazza, il passante e' solo un numero fra mille).
Thrissur, mi perdonino le indianofile (con gattofile e cinofile invece non ho problemi) mi appare come tutte le citta' indiane viste finora, sporca, caotica rumorosa, impossibile da vivere, ma ci sono alcuni bei viali alberati non visti a Madurai e alcune case fascinose e decadenti, testimoni muti del loro passato coloniale. Nel cuore della citta' un'immensa piazza verde con tempio nel centro. E' il Kwakkunathan (termina col mio cognome) Kshetram Temple, uno dei piu' antichi dello stato, rigorosamente vietato ai non indu', nella classica architettura del Kerala, niente statue a profusione e niente colori supersgargianti tipo templi incas e atztechi visti nel Tamil Nadu (Madurai), ma costruzioni bianche di grande semplicita' e purezza e soffitti riccamente lignei.
Ci accontentiamo di sederci davanti all'ingresso ed osservare i fedeli che entrano ed escono. In fondo molti gesti rituali sono gli stessi delle nostre chiese: il cattolico all'entrata e all'uscita della chiesa si genuflette e fa il segno della croce con l'acqua benedetta, qui uguale, cambia solo la forma del segno e il suo destinatario, non l'altare e cio' che rappresenta, ma un' altissima e svettante colonna in bronzo di cui non ho ancora capito il significato (sara' la difficolta' di comunicazione, ma resta ancora un mistero, forse un pennone per una bandiera).
Al mattino seguente si va al museo locale: nel parco un fascinoso palazzo coloniale con polveroso museo che chiamano di archeologia ma che e' in realta' di scienze naturali, con allegato zoo -lager. Un'immensa pena davanti alle creature in gabbia (da noi per fortuna gli zoo li hanno quasi eliminati), ma mi innamoro perdutamente di un gufo che condivide l'amara sorte con altri compagni di sventura in una grandissima voliera. Lui gira il collo a 360 gradi, straordinario, segue con lo sguardo e giramento di collo tutti i miei movimenti, due giganteschi occhi gialli che ti guardano, un miracolo di bellezza. Anche di fronte a feti animali in formaldeide esposti in polverose bacheche siamo sempre rigorosamente a piedi nudi, lerci, ma fa niente, questione di rispetto, non so bene per chi e per che cosa.
Ultimo regalo di Thrissur, il Sakthan Thampuran Palace, di due secoli fa, una delle residenze della famiglia reale di Cochin.
Povera famiglia reale, ma dove sono finite le testimonianze dei fasti di un tempo? Rimangono solo alcuni ritratti (bruttissimi) quattro mobili, tre poltrone, dei giganteschi recipienti di terracotta, malandati ricordi di meraviglie che solo la fantasia puo' resuscitare.
Ciao Thrissur, non credo ti rivedro' mai piu', torno verso il sud e l'acqua, l'acqua che non delude mai.
La tappa successiva doveva essere Cochin, ma on the road si puo' cambiare, e questo e' il bello. Leggo che sul nostro percorso ci sono Parur, paesotto nella foresta tropicale con una stradina tutta piena di vecchie case di bramini (la casta piu' alta) e Chennamangalam dove c'e' la piu' antica testimonianza della presenza ebraica in India, con minuscola sinagoga restaurata e stele in ebraico del 1236. Ravi impazzisce per trovare questi posti in culo al mondo e cosi' lontani dai suoi soliti giri turistici, ma io sono gasatissima, finalmente un po' di avventura. Accanto alla sinagoga, a pochi passi nella foresta tropicale , ci sono anche una moschea, un tempio indu' ed una chiesa, piu' ecumenico di cosi' si muore.
Proseguendo sulla strada principale ci sorprende anche la chiesa dedicata a S. Antanio da Padova (benedeto elo!!!) in pieno fermento. Il sincretismo indiano colpisce un'altra volta: un orrendo gesso del Santo emerge da un profluvio di collane di fiori hawaiane. Quando il povero Antonio non ce la fa piu' , sommerso dai fiori, c'e' chi provvede a rimuoverle in blocco e a rivenderle prontamente a nuovi fedeli che arrancano in ginocchio verso il Santo.
Finiamo la giornata in gloria, ma veramente in gloria a Cherai Beach, un resort da "fine du munno" su Vypeen Island, a 25 km da Cochin, tra i canali d'acqua delle backwaters e l'oceano. Gastone deve farsi perdonare i giacigli precari delle ultime notti, non bada a spese, siamo veramente in paradiso.: ponticelli stile Kyoto, cottage tradizionale in legno in mezzo all'acqua, nella stanza un albero che perfora il tetto e sfida il cielo (Gastone l'aveva letto sulla guida e ne sognava ad occhi aperti), solo la voce dell'acqua, postazione su palafitta per meditare. Vero, tutto vero, vero anche purtroppo che Gastone non e' Richard Gere.
Pochi chilometri di distanza separano inferno e paradiso .
Pensierino della sera: Gastone mangia sempre a quattro palmenti perche' le piace maledettamente tutto, io, con 'sta storia del piccante, vivo a chapati, banane e riso lesso, praticamente la scimmia Cita.
Sempre con amore
Sara.

giovedì 26 marzo 2009

India: bandiere rosse con falce, martello e campanili.

Il tragitto Peryar- Munnar e' in assoluto il paesaggio piu' bello visto finora. La strada stretta e tortuosa si inerpica sempre di piu', arriviamo fino a 1500 metri di altezza. 3 sono i colori che riempiono questo paesaggio cartolina per la gioia degli occhi: il rosso vivo della terra argillosa ( mi fa pensare al Tavoliere delle Puglie con gli alberi d'olivo secolari), il verde smeraldo della foresta tropicale, l'azzurro delle case nascoste nel mare d'alberi o incollate disordinatamente sulle colline.

Fra pendii, monti ed avvallamenti improvvisamente appaiono loro, le superbe piantagioni di the. Foglie tipo gardenia, cespugli alti circa 70- 80 centimetri potati regolarmente bassi con precisione da arte toparia, perche' per il raccolto verranno utilizzate solo le foglioline tenere dei giovani rispunti. Fra i vari cespugli ci sono dei minuscoli sentieri per consentire alle donne la raccolta. Da lontano l'effetto e' quello esaltante di un immenso puzzle verde a cielo aperto. Mi torna alla mente un'altro paesaggio commovente nella sua bellezza, le risaie a terrazza incontrate nel centro di Bali intorno ad Ubhud.
L'ingresso a Munnar, citta' faro delle piantagioni di the, arricchitasi proprio grazie al turismo che si è creato intorno ai campi, mi fa' invece pensare alla nostra Romagna, con Peppone e Don Camillo, comizi comunisti con bandiere rosse e falce e martello ( e chi le vede piu' in Italia) e campanili di chiese a profusione, manca giusto la piadina ed il culatello. Finalmente mi sono documentata ed ho la risposta per tutte queste chiese: in India ci sono grossomodo 25 milioni di cristiani, il cui 75 per cento vive nel Kerala. Visitiamo naturalmente una fabbrica di the, se ho capito bene la foglia e' sempre la stessa, cio' che fa la differenza sono i vari livelli di asciugatura, di triturazione, di lavorazione e la collocazione geografica della pianta, piu' o meno collinare o montana.
Munnar e' un paesone senza fascino, solito casino per le strade, ma il mercato della frutta e verdura presenta bancarelle pulite e ben esposte. Qui Gastone rivela infine quanto e' astuto e subdolo: realizzo infatti che lentamente, ma inesorabilmente le nostre residenze notturne si sono degradate, proprio dalle stelle alle stalle. Prima lo splendido resort ayurvedico, poi l'albergo sporchetto, ma con vista-vision su alba e tramonto sull'oceano, naftalina nei rubinetti contro scarafaggi troppo arditi a Madurai, presso l'abitante a Peryar ed ora a Munnar, dietro la chiesa, una casa con cantiere in costruzione davanti. Si, la posizione alla base sarebbe bella, sulla sommita', domina il paese e piantagioni di the, peccato che per accedervi si rischia la vita. La stanza ha un sapore coloniale, ma vecchio vecchio, sporco sporco. Acqua calda no, quello che credevo un copriletto sarebbe in realta' il lenzuolo, percio' piu' sicuro il nostro sacco a pelo, il rubinetto del lavandino balla il twist e centrare l'acqua e' un terno al lotto e mentre ti lavi i denti vedi 5 operai che ti dicono good-morning, Mio figlio Francesco avrebbe adorato, scalcagnato ed autentico al punto giusto. Bilancio positivo invece per la colazione, pericolosa pero' stupenda sul tetto di prima mattina, tetto in costruzione, s'intende e per il massaggio di riflessologia, piedi e nulla piu' propostaci per 30 centesimi,( proprio cosi'! ) dal factotum della reale magione. Probabilmente la sera successiva dormiremo in taxi come il nostro driver Ravi e come qui fanno tutti i taxisti.

Ciao Munnar, si ricomincia la discesa, ci aspetta un'altra caotica citta' indiana, Thrissur, pare la capitale culturale del Kerala.

Pensierino della sera: quando gli indiani parlano inglese, capisco poco, a volte un cazzo. Mi sono pero' resa finalmente conto che anche loro, quando parlo io, non capiscono niente. La differenza sta nel fatto che io chiedo all'infinito di ripetere, mentre loro ti dicono sempre yes yes, ti danno informazioni totalmente errate e se ne fregano. Francamente preferirei un bel -non lo so - .

Grazie a chi mi scrive e mi racconta di se', mi fa piacere un sacco, non rispondo individualmente perche' senno' passerei le giornate al computer e la strada invece attende.

sempre sara con amore

domenica 22 marzo 2009

India: Magic touristic tour

Madurai- Peryar., tragitto bellissimo di 150 kilometri, 5 ore di macchina. Il paesaggio e' molto vario, gli occhi non si stancano di guardare. Tutto e' coltivato ed al viaggiatore che scorre veloce appare anche ordinato, ma e' sempre meglio non guardare troppo da vicino; palmeti di cocco, piantagioni di banane, viti da vino, risaie con le schiene delle donne chine al lavoro, sullo sfondo montagne e colline, dei paesoni sgarrupati ed animatissimi che spuntano all'improvviso come funghi dopo la pioggia. Colpiscono soprattutto numerosissime costruzioni in palia a tronco di piramide con il tetto che arriva fino a pochi metri dal suolo. Le credevo dei granai, ma sono invece delle fornaci per cuocere i mattoni. Fuori le donne fanno le forme e le mettono dapprima ad asciugare al sole. Peryar e' all'interno del Kerala, a 8oo metri di altezza, la piu' grande riserva naturale, pare, del sud dell'India. Troviamo una sistemazione in una bella stanza presso l'abitante, Lonly docet, e poi via, subito a curiosare. Col driver arriviamo dagli elefanti. Non si puo' essere sempre nobili ed all'altezza, nella vita si fanno anche tante cazzate, meglio ammetterlo e non se ne parla piu'. Un'ora di giro in elefante nella riserva, timidamente tento di dire di no, ma almeno una volta nella vita bisogna pur provare-dice Gastone-. Eccoci come due cretine sul bestione in un percorso da Gardaland, nel pacchetto c'era pure attraversamento del villaggio adiacente, l'unico tratto asfaltato mai visto. Praticamente nell'immaginario come Annibale alle Alpi sfiliamo davanti a capanne con donne, bambini, e noi lassu' ......una vergogna indicibile sublimata dall'ironia, persino l'elefante molto dignitoso deve aver pensato con compassione al genere umano .
Seconda tappa il giardino delle spezie, The Spice Garden, ce ne sono un sacco, tenuti benissimo con negozio e vendita relativa, ma non mi fregano piu', le spezie, puntualmente le compro e le butto via dopo due anni intonse perche' non so come usarle. Un simpatico studente di botanica ci fa conoscere soprattutto le varie erbe e foglie ayurvediche, una dolcissima che sostituisce lo zucchero, un'altra per chi ha il diabete, assaggiando pero' di qua e di la' capisco finalmente perche' gli intrugli del resort facevano schifo ed erano amari come il fiele, e' la saggia natura che dovrebbe migliorare le sue ricette!!!
Entriamo poi in una chiesa, a nome Lourdes ( in Kerala, e non scherzo, ci sono piu' chiese che templi) e qui il prete e' sull'altare e sta svolgendo la funzione, ma i fedeli gli girano completamente le spalle, rivolti verso l'uscita. Non potevo lasciar passare la cosa, troppo strana, restando scopro che questi fedeli cristiani, ma non so di piu', pregano in tutte le direzioni, girando fra una preghiera e l'altra ogni quarto d'ora, l'ultimo lato sara' quello del prete come da noi. Per finire il pomeriggio incontro -spettacolo di Kalari, antichissima lotta marziale keralese da cui pare si siano ispirati i monaci di Shaolin. Ragazzi giovani, superatletici che prima raggiungono la concentrazione con posizioni yoga superdifficili ( Gastone in visibilio) e poi con spade, coltelli, scudi, lottano e si confrontano ritualmente. A nanna presto, mosquitos permettendo, perche' l'indomani e' previsto trekking nel parco con guardia forestale alle 6 del mattino, ( cosa non si fa per amicizia!). Nella riserva di Peryar pare vivano 600 elefanti, bisonti, tigri, serpenti e folla animale varia, chissa' chi vedremo, chissa' chi incontreremo. Beh, per fortuna che sulla strada verso l'ingresso ho visto un sacco di queste bestie in legno compensato tipo scultura, cosi' comunque non rimango a bocca asciutta. Le tre ore di camminata nella foresta pluviale, sottobosco ricco ed ombroso alle prime ore del mattino ( quasi sempre in silenzio per cogliere avvicinamenti che non c'erano) francamente sono state molto belle, eravamo poi con una giovane coppia francese molto simpatica, il bilancio degli avvistamenti e' il seguente: 3 scimmiette in cima ad un albero, 3 termitai, molte cacche di elefante, indizio prezioso, almeno sapevamo che erano passati da li', un avvallamento con dell'erba schiacciata, il bestione aveva dormito li' ed un ficus soprannominato fico strangolatore, perche' per crescere avvolge le sue radici intorno ad un altro albero che fa morire e che gli funge da supporto, ma la protagonista incontrastata e' una frotta di rane, non grosse e verdi come la razza ariana prevede alle nostre latitudini, ma giustamente piccole e nere in sintonia con gli abitanti del luogo. Nel pomeriggio gita in barca ( delle carrette tipo quelle del lago di Como 50 anni fa , ma piene di fascino) nel grande lago artificiale della riserva. Dobbiamo fare un kilometro a piedi per l'imbarcadero, la siccita' ha impoverito le sue acque, ma il percorso e' fascinoso e metafisico perche' dall'acqua spuntano come stalagtiti spezzoni di alberi ormai morti e levigati dall'acqua e dai monsoni con le forme piu' disparate. Sulle sponde si intravedono gruppi di bisonti e quadrupedi vari (che non conosco e poi sono troppo miope e non ho il cannocchiale) che bevono o riposano. Ma improvvisamente il cielo si incazza e comincia a diluviare, colori incredibili, dell'orizzonte, dell'acqua, della natura, bello! bello! bello! ( anche adesso diluvia, per questo mi riparo in un internet cafe' a Munnar e scrivo, ma questa sara' la prossima storia.

sempre con amore sara

venerdì 20 marzo 2009

India: on the road... la cattedrale gotica

Lasciato il nostro resort-eden in cammino per Kanyakumari, punto estremo sud dell' India, luogo sacro per gli indiani e meta di pellegrinaggi perche' alla confluenza delle 3 acque, l'oceano indiano, il golfo del Bengala ed il mar Arabico ed anche perche' e' da qui che e' iniziata la marcia di Gandhi contro l'inglese tassa del sale e la decisione di valorizzare il cotone manufatto locale in opposizione ai prodotti di importazione. La strada del Kerala che costeggia il mare e' bella, ma paesaggisticamente monotona, da un lato la foresta tropicale che nasconde nel suo ventre capanne ed abitazioni dall'altra una lunga fila di negozietti, si fa per dire, che si snodano senza soluzione di continuita' a testimoniare della vita quotidiana della gente. Facciamo una sosta in quel che e' considerato il piu' bel palazzo del Kerala, divenuto museo, residenza un tempo del Maraja' di Trevalcore. Soffitti linei stupendi e spazi interni architettonicamente molto articolati, purtroppo nessun mobile. Incredibile il numero di altari con Madonna in cima incontrati lungo la strada. Ci sono molti cristiani in questa zona, ne risulta una specie di sincretismo perche' colori ed ornamenti delle rappresentazioni e sculture sacre hanno naturalmente sapori e fattezze indiane. Passando dal Kerala al Tamil Nadu la natura non cambia, a parte qualche montagna a panettone che si staglia all'orizzonte, molto meno densamente abitata e per terra sembra piu' pulito. Tre orette di macchina e siamo dunque a Kanyakumari, un paesino di mare come tanti altri se non fosse per la sua posizione geografica che effettivamente lo rende particolare. Gastone il fortunato, con guida Lonly in mano trova un albergo ECCEZZIUNALE VERAMENTE, sulla punta del capo con stanza d'angolo, finestre su due pareti intere, per vedere l'alba spuntare a sinistra ed il sole tramontare a destra, piu' di cosi' si muore. Davanti a noi il crocevia delle acque e due isolotti, cui accederemo in barca, su uno ci sta il Vivekananda Rock Memorial, un mausoleo massiccio, marmo nero alla base e pietra rossa nelle parti superiori, molto austero dedicato al grande filosofo e saggio hindou, sull'altro una immensa statua dedicata ad un granda poeta nazionale di cui ho dimenticato il nome. Non dico il fascino di questi due punti estremi del subcontinente indiano di notte tutti illuminati visti dalla nostra camera super. Visitiamo anche il mausoleo di Gandhi e sul tramonto Ravi ci porta su una spiaggia ad ammirare il tramonto. A parte due giovani americani di Harvard seduti sulla mia stessa roccia (hanno attaccato bottone loro, lo giuro), ci sono solo indiani, anche sugli isolotti e' stato cosi', e questo a Gastone il fortunato ed a me , piace molto. Ci sentiamo delle diverse, i miei grandi occhiali bianchi alla Greta Garbo in incognito fanno furore, tutte le indianine ci chiedono di fare la foto ricordo mano nella mano.
La sera passeggiata per il paesello, un italiano sposato con una indiana residente qui da 30 anni finge una grande amicizia e disponibilita' ,ma poi si scopre che ha il negozietto d'antiquariato con i soli anelli antichi autentici di tutta l'India, no comment. Alle 6 del mattino dell'indomani Gastone ha finalmente il suo momento mistico con meditazione allegata, di fronte allo spuntare del sole dal tetto dell'albergo. La sottoscritta, notoriamente lenta di prima mattina osserva lo stesso fenomeno dal letto della stanza tutta finestrata. Alle 7 scendiamo a vedere i pescatori vendere il loro raccolto del mare: si gridano le varie offerte, i pesci divisi per tipo giacciono un po' polverosi sulla nuda terra, saranno sistemati in cesti solo a vendita avvenuta, le donne contribuiscono naturalmente a tutto questo fermento. momento prezioso e stupendo, uno spaccato autentico di una giornata come mille altre in questa lontana contrada del mondo. Ma per me, la vera protagonista di Kanyakumari e' lei, la cattedrale bianca ed immensa che si erge su una piazzetta nel cuore del paesello. La vedi dappertutto, dalle due isole, dal paese, bianca, grande imponente sicura di se'. Ma come? arrivo in India, in una meta di pellegrinaggio importantissima per gli Hindou e ci vedo la cattedrale come fossi in un paesello della Calabria o della Spagna. Mamma mia il potere della longa mano della Chiesa del sacro romano impero!!!!
Da Kanyakumari a Madurai si fa una strada all'interno, a volte superstrada, a volte tortuosa e sgarrupatissima, segnaletica zero. Si incontrano pero', a parte paeselli senza alcuna storia ne' fascino, foreste intere di pale ad energia eolica. Qualche ora di macchina piuttosta noiosa, occhi non soddisfatti, ed eccoci a Madurai, un milione e passa di abitanti, citta' dalla storia antichissima. Lo so che deludero' profondamente le fans incondizionate dell'India come Debbie e Guya, ma la prima definizione che mi viene in mente e' un casino assoluto a cielo aperto. Sono finalmente nella vera India o no? se si, non mi prende il cuore, sorry. Troppo rumore, troppa gente, troppo sporco, troppo tutti di corsa come un formicaio impazzito, troppo di tutto. Dove sono finiti i sorrisi meravigliosi delle donne? Il tempo dilatato della saggezza ? Visitiamo la Fondazione di Gandhi con un museo storico molto documentato anche nell'apparato iconografico sulla storia della sua vita e soprattutto sul percorso dell'India per la sua indipendenza. C'e' anche una bella biblioteca e delle classi per approfondire gli studi e tenere conferenze e un palazzo in restauro del solito maraja' di Trivancore. Ci lasciamo l'importantissimo tempio per l'indomani e Gastone mi fa mangiare in un ristorante sul tetto di un albergo con vista sulla citta'. tornando a cuccia stanche per le vie sgarrupate un indianino tocca il culo di Gastone. Lei fa l'offesa e mi dice di accellerare il passo, ma secondo me non le e' dispiaciuto, il suo fascino colpisce ancora. Anch'io per la verita' ho avuto il mio momento di gloria: in una specie di supermercatino mi sento frugare fra i capelli, mi volto di scatto e sono le commesse. le indiane hanno tutte capelli neri, lucidissimi e raccolti, figuriamoci io con la mia massa merinos autentico. " toccate pure ragazze, non c'e' problema", faccio io e ale' commesse che mi palpavano i capelli e ridevano come matte. due templi, dunque, quello grande e famoso ed uno molto piu' piccolo e raccolto in un paesino a pochi kilometri nemmeno menzionato dalla guida Thirupparan Kurdram, ma per i templi vorrei fare un discorso lungo un'altra volta. Eureka, sono riuscita a far riparare il mio telefonino al samsung centerservice, per arrivarci in tuc tuc un'avventura che lei da sola valeva il viaggio. Tra un quarto d'ora partiamo, il pirla ( il nostro driver Ravi si e' guadagnato il titolo strada facendo) ci aspetta la riserva naturale di Peryar fra le colline, dalla caotica metropoli alla natura e gli animali. vedremo

Pensierino del mattino: ogni popolo manifesta il rispetto in modi diversi. C'e' chi si copre il capo (gli ebrei), chi se lo scopre ( i cristiani) chi si toglie le scarpe (gli indiani), chi toglie le scarpe e si lava i piedi ( i mussulmani) chi da' solo la mano destra perche' la sinistra serve per ben altro, ma sono troppi milioni di persone e non li posso citare tutti.

con l'affetto di sempre sara

lunedì 16 marzo 2009

India: Tutto comincia e finisce

Qui al resort c'è un gattino giovanissimo.E' dolce e buono, si sfrega fra le gambe, si fa accarezzare, gira fra i tavoli durante i pasti. Mi sembra bruttino, ma è la razza indiana, dice Patrizia (soprannominata Gastone il fortunato per la sua sfortuna sfacciata a burraco), ma soprattutto è magrissimo, tutto pelle ed ossa, eppure mangia a quattro palmenti, tutti lo foraggiano, l'ho vedo con i miei occhi. Sorge allora la domanda: ciò che si vede corrisponde veramente a ciò che si vede? Non è che molti indiani che mi strappano il cuore sono come quel gatto?
L'oceano continua a fare il matto, il clamore delle onde sembra quello di un dio potente e corrucciato, la spiaggia scompare e ricompare, i pescatori da giorni non escono a mettere le reti in mare, due giorni fa e' passato piu' volte un elicottero per controllare la costa. Si dice che piu' di cento case siano state distrutte non lontano da qui, la coda di un uragano che dopo l'Australia e l'Africa ha colpito il sud dell'India. Sono scesa da sola a passeggiare sui pochi lembi di spiaggia sopravissuti. No beach, no tourist, no business, i venditori mi hanno subito assalita, come fare a dire di no? Mi sono ritrovata con 3 camicioni in mano per 750 rupie, 12 euro e 50. Ho tirato fuori l'unico biglietto che avevo, una banconota da 1000 rupie. Lui l'ha presa e l'ha baciata, mi ha fatto una certa impressione, da giorni credo non ne vedesse. Dice che non ha il resto, me lo portera' dopo. Rifletto un attimo. So bene che il buon senso suggerisce di lasciargli la sua mercanzia e poi patrizia mi direbbe- sei la solita- ma il mio incrollabile desiderio di fiducia nel prossimo mi spinge invece a dargli i soldi. Due ore piu' tardi ricompare con le 250 rupie. Sono stata cosi' contenta!!
Non ho mai parlato degli ospiti del centro perche' non c'e' niente da dire, nessuna conversazione, nessun incontro che abbia lasciato un segno. Copie di una certa eta' da vari paesi europei, le stesse che si potrebbero incontrare ad Abano o Salsomaggiore terme, giovani donne desiderose di coltivare da subito la loro bellezza, molti russi, maleducati e strafottenti, donne sole della nostra eta'. A parte le cornacchie che ti fregano il cibo sul tavolo e che urlano tutto il giorno con voce assordante, qui non e' un club med, non si viene per divertirsi a tutti i costi, ma per riposare,fare le cure, fare yoga e meditazione sul prato davanti all'oceano ( Patrizia e' bravissima, ci va tutte le mattine alle 8). alle 9, 30 di sera il silenzio e' totale.
Raffaele mi chiede se penso sempre al sick col turbante. Ma certo che si, ma come direbbe il grande Eduardo "ca' nun ci sta' nissciuno">
Shopana ha 44 anni e due figli di 20 e 24 anni. Da tre anni e' rimasta vedova. E' cattolica, ma e' anche indiana e non puo' risposarsi, non la vuole piu' nessuno, qui si usa cosi'.
Viviana e' venuta a passare la domenica con noi, proprio un bell'incontro. Ci ha raccontato storie del Kerala che lei conosce, francamente non ne e' emerso un bel ritratto. Il Kerala ad amministrazione rossa da molti anni e' uno stato ricco e con il piu' alto tasso di alfabetizzazione di tutta l'India, ma ha anche il triste primato del maggior numero di suicidi, la risposta di molti giovani al loro disagio fra tradizione e modernita'. Puoi anche farcela ad andare all'universita', ma poi devi sposare e fare il lavoro che ha deciso papa', anche se lui fa il pescatore, non ha visto ne' studiato nulla. Viviana non riesce per esempio ad avere internet in casa perche' deve sborsare 20.000 rupie quando per un indiano ne bastano 500. Si confronta quotidianamente con gente non professionale, non attendibile che ti vuole fregare, che non rispetta gli impegni presi. Con atteggiamento indolente e fatalista il keralese non fa nulla per migliorare la sua vita, semplicemente la vive. Forse e' la mentalita' in genere di tutti i sud del mondo, mi viene pero' in mente la fantasia di ogni napoletano sgarrupato, lui, la vita se la reinventa ogni giorno.
stamani bilancio col dottore del nostro soggiorno qui, come sei arrivata? come riparti? sorrisi e risate, deve pensarmi matta. Ho perso 2 kili, viso rubicondo da bebe', pancia e compagnia con le solite rotondita' da Rubens per dirla con un eufemismo chic, ma nel complesso e' stata proprio una bella esperienza. grazie Simone di avermela consigliata.
Ho colto qualcosa attraverso il buco della serratura di questa microrealta' vissuta per 15 giorni? L'eccesso di burocratizzazione e la mancanza di autonomia per esempio. Se chiedi una cosa banalissima, nessuno si assume la responsabilita' nemmeno di una risposta, ognuno rimanda la domanda al suo diretto superiore fino al capo servizio, alla fine ti faranno firmare 23 foglietti, alla faccia dei risparmi cartacei di mio figlio Francesco per il bene del pianeta. Responsabile certamente la dura amministrazione inglese degli anni coloniali, ma credo anche la rigida struttura piramidale della famiglia e della tradizione nella societa' indiana. Di veramente bello ho conosciuto la risposta del sorriso, vero e non finto, arma stupenda per dire buongiorno al mondo.
Questo e' l'ultimo mail che scrivo da Manaltheeram, poi "on the road" non sara' piu' possibile. Il resto al mio ritorno per chi ne avra' la voglia. Eh si, tutto comincia e finisce, sembra una verita' ovvia e banale, ma forse sono proprio quelle piu' difficili da accettare. Finiti i sorrisi complici con la dolcissima Suja' che e' mamma di un bambino di 8 anni e sembra lei stessa bambina ( ieri mi ha detto- madam sara I will miss you- e mi ha commosso), finito il rosso della bruciatura sul mio ginocchio, finiti gli intrugli amari come il fiele, finite le sfigate partite di burraco garanzia di futura fortuna amorosa sotto la verandina del nostro cottage, finita questa spiaggia meravigliosa sempre davanti agli occhi. Che scoperta, finiscono gli amori di una vita, vuoi che non finisca una bella vacanza? Elementare Watson, ma la parola fine mi lascia sempre un che' di amaro in bocca. Tutto scorre, e tu lascia fluire, domani si parte per una nuova avventura.
con amore sara

venerdì 13 marzo 2009

India: L' oceano è ingordo

Finalmente risolto l'enigma del peso. E' vero che mangio poco, ma è altrettanto vero che faccio pochissimo. Quante calorie può consumare il muscolo di una lingua che viaggia a mille all'ora in un corpo che passa dalla sedia per le partite di burraco all'amaca per riflettere sul mondo, dal lettino di Shopana a qualche bracciata in piscina? Finalmente mi sono messa il cuore in pace e ieri sera mi sono fatta un bel piattone di noodels con le verdure.
Sul nostro letto matrimoniale troneggia una bella zanzariera bianca. Patrizia l'adora perchè trova che fa molto coloniale, io invece soffro di claustrofobia e mi disturba. Appurato dopo due sere che qui di zanzare non c'è nemmeno l'ombra, ho proposto di toglierla. Non se ne parla neanche, durante il soggiorno Patrizia si è letta L'amante della Duras, e l'atmosfera coloniale, appunto, con annessi e connessi le ha dato alla testa, peccato che accanto a lei non ci sia il bel cinese, ma la sottoscritta che russa. Abbiamo trovato un compromesso e la situazione attuale è la seguente: la zanzariera troneggia solo sulla meta' del letto.
Shopana ha pensato al mio mal di schiena. Con le sue piccole ed agili mani ha mescolato polvere magica,olio ed acqua, ne e' uscito un impasto tipo pongo. Ne ha modellato un cerchio che mi ha centrato sotto il fondo schiena e lo ha riempito di olio caldo, io piazzata sopra. beh, devo dire che la fantasia ayurvedica non finisce di stupirmi.
abbiamo ricevuto visite. Viviana Condemi ci ha fatto un'improvvisata. elegantissima con una sciarpa fatta dalle sue amiche tessitrici e pantaloni assortiti, anche vestita da indiana aveva quel tocco di gusto che solo le italiane hanno e scusate il campanilismo. ci ha raccontato un po' di lei, del perche' delle sue scelte, di certe sue risposte finalmente trovate nella teosofia. e' carina, gioviale, ormai indiana sorride e ride molto, comunica una grande serenita'. e se mi trasferissi anch'io, che fa, smetto di essere una rompicoglioni tormentata?
eureka, finalmente dopo trattative estenuanti al computer e di viva voce con vari driver, abbiamo trovato il nostro uomo e la nostra macchina. verra' a prenderci qui il 17 mattina alle 9 e comincera' infine il nostro periplo on the road per il sud del Kerala. Si chiama Ravi, poco fascino e tanta ciccia, ma si presenta bene e ci e' stato raccomandato da dahnuta, l'amica di simone che ci ha prenotato il soggiorno qui, in qualche modo una garanzia. va bene che patrizia ed io siamo discretamente intraprendenti, ma non siamo piu' delle ragazzine e qualche certezza non fa male.
Ieri sera il rumore dell'oceano era terribile, onde colossali, nuda a letto in certi momenti avevo quasi paura, l'impressione che l'acqua giungesse fino a me. E se qui arriva lo tzounami e mi trova tutta nuda ciccie al vento che figura ci faccio? sono subito corsa a mettermi la camicia da notte e non so perche' Patrizia si e' messa a ridere come una matta, del tipo arriva la rivoluzione e non ho niente da mettermi.
L'oceano in questi giorni e' stato molto ingordo. Si e' divorato tutta l'immensa spiaggia, dovunque solo acqua, situazione da Arca di Noe', giusto per pensare un poco anche al mio maestro. Pare che l'oceano faccia cosi' quando c'e' la luna piena. Giornate difficili per i pescatori che non possono uscire in mare e che scavano dei canali nei pochissimi punti sabbiosi per far defluire l'acqua. Difficile anche per i venditori ambulanti, no beach, no tourist, no bisiness. Se ne stanno tutti appollaiati su un grande scoglio proprio sotto il nostro resort come pinguini sulla banchisa, aspettano e guardano in alto, ci salutano con le mani, fanno gesti. Io sto sorseggiando un herbal coffee sulla terrazza dove si fa colazione, a 20 metri da loro in linea d'aria, fra noi il cancello di legno con guardiano accanto che fa da confine tra i nostri due mondi. Mi e' venuto da piangere, loro, il cancello, noi, un flash cosi' emblematico e chiaro nella sua semplice chiarezza. Ognuno ha un suo posto, questo ormai comincio a capirlo e ad accettarlo, e per fortuna non siamo tutti uguali, ma mi piacerebbe che ognuno potesse avere almeno la liberta' di accedere al mondo degli altri, non e' cosi', io posso varcare quella porta, loro no. Forse pero' non lo vogliono nemmeno, non so piu'. Stamani magicamente la spiaggia e' rispuntata, io rifaccio tranquillamente la turista, loro mi vendono i loro parei. Decisamente la natura, il mondo sono a noi incomprensibili, ma c'e' una continuita', una fedelta' in questo misterioso evolversi delle cose che in fondo comincia a rassicurarmi.
con amore da sara.

mercoledì 11 marzo 2009

Kerala: Storie minime da un micromondo

Dice che il positiv thinking è fondamentale: dopo 10 giorni di tisane, pozioni, massaggi dimagranti, purificazioni varie, riso e verdurine al vapore sconditi ho perso 300 gr, urrah!!! sono decisamente in progress
Ieri nel prato del nostro resort c'era un immenso elefante, si toglieva da solo le mosche con un foglia di palma e faceva salire sul groppone gli ospiti che lo desideravano, foto ricordo a gogo. improvvisamente l'uragano: tutto proporzionale alla taglia, pipi dimensioni idroscalo e cacca a forma di cubo ben compattato tipo balla di fieno. il suo padrone tranquillo ha afferrato con le mani il dono intestinale della sua creatura e lo ha buttato nel siepe sottostante. nell'aria aleggia ancora oggi il ricordo profumato.
Shopana oggi cosa mi fai? today eyes, ohrs and stomac, madam sara. ho pensato a delle gocce negli occhi e nelle orecchie ed un messaggio particolare sul ventre. peccato signora longari, la risposta è sbagliata. azzeccato le gocce negli occhi, ma per le orecchie siamo andati nel far-west. si accende un bracere, si mette dentro la solita pozione misteriosa poi esce lo strumento- lungo tubo con due ventose tipo stura lavandino alle estremita' ed ho pensato appunto ai vecchi telefono dei film americani. Una ventosa sul tuo orecchio, l'altra sul bracere e shopana soffia, entra cosi' arietta calda si immagina purificante. lo stomac non vorrei raccontarlo perche' poi si pensera' che non parlo d'altro, ma era una siringona pieno di olio che di soppiatto shopana ha infilato non dico dove. porco mondo con sta' purification, mi hanno fregato un'altra volta.
stamani alle 7 ero seduta su una panchina e guardavo il mare ed i pescatori che cantando tiravano le reti a riva. poi, urla, strepiti, tutti le donne che spuntavano da sotto le palme al limitare della spiaggia con un cesto sulla testa. la pesca e' stata buona, i cestini si sarebbero riempiti, anche per oggi si mangia. lungo tutta la spiaggia, si snodano uno dopo l'altro, senza soluzione di continuita', i villaggi dei pescatori. li abbiamo visti bene ieri pomeriggio sull'imbrunire in giro col tuk tuk per un'oretta. praticamente casa-bottega, dove la casa e' una capanna o del cemento sgarrupato e la bottega e' l'oceano. per la prima volta sono andata oltre il caos, la sporcizia ed ho pensato che non fanno mica una brutta vita, anzi, forse non siamo cosi' fortunati come crediamo
due sere fa, a cena, si fa per dire, stavamo guardando uno stupendo balletto: 3 ragazze giovani con costumi folkloristici coloratissimi e stupendi in una interpretazione moderna di loro danze tradizionali. Volevo versare dell'acqua calda da bere a Patrizia di preparazione al suo purgation day, non riuscivo a chiudere il thermos, mi si e' rovesciato addosso. ebbene si, mi sono ustionata un ginocchio ed un po' sul petto, un male tremendo. ho messo miele e poi biafine, il medico mi ha fatto uno stupendo impacco d'olio, oggi va molto meglio, ma chiaramente niente sole. non immaginatemi abbronzata. sul tavolo c'era anche il mio telefonino, anche lui invaso di acqua bollente. non funziona piu' la batteria, vedro' a trivandum, ma per intanto ecco il numero di patrizia; 3355965690 se qualcuno vuole mandarmi un sms
madam sara, today beauty for the face, ricetta: una banana schiacciata, due bianchi d'uovo e polvere nera magica. si mescola il tutto e si mette sul viso per 15 minuti, sugli occhi due fette di cetriolo cadauno. shopana, mi piacerebbe un po' di musica -dico io-, e lei si mette a cantare per me con la sua voce, antica e pudica, come mi sembrano essere tutte queste meravigliose donne indiane.
due giorni fa alle 5 siamo andate in taxi a conoscere Viviana Condemi, un'amica della mia amica Rossella. abita su un lago, a 20 minuti da qui. Viviana vive qui da 5 anni, lavorava a Milano, marketing alle ferrovie dello stato, ha mollato tutto, ora si occupa di far lavorare le tessitrici della tradizione locale e di piazzare i loro prodotti nei mercati equo-solidali di casa nostra. mi colpisce sempre tantissimo chi riesce a cambiare a 360 gradi la sua vita.
i soliti bacioni unti bisunti sara

lunedì 9 marzo 2009

Kerala: Virechanam

Ho parlato dei trattamenti, ma non mi sono soffermata su Shopana e Suja' ed immagino tutte le altre donne che lavorano nel centro. Si, vorrei sottolineare la regalita' dei loro movimenti. Si muovono con una sincronia incredibile, sono 4 mani ma lavorano all'unissono, nel silenzio, nel rispetto, sussurrandosi appena cio' che devono fare. Ogni gesto, dal tagliare le tele per farti il turbante o le fascie al pulire le pentole, dal viaggiare sul tuo corpo come fosse una carta geografica conosciuta da sempre al farti oscillare il pentolone d'olio sulla fronte, sono dritte come fusi, il grembiule rimasto pulito sa il diavolo come, il sorriso costante che senti autentico perche' e' proprio un modo d'essere. Adoro farle ridere e francamente basta proprio poco, un nonnulla e' fonte di allegria. Un ultima cosa,sapete come ti puliscono dopo il bagno d'olio? Ti strigliano come i cavalli con due foglie di cocco tagliate a mezzaluna.
Virechanam? eh, capisco che chi non ha viaggiato non puo' sapere, in sanscrito = purga. Lo so che non e' chic, ma ero terrorizzata dal "purgation day" e se non ne parlo con gli amici, con chi dovrei farlo? Consiste in un bicchierone di olio di ricino ed acqua calda da bere a volonta'. L'ultima riga del foglio esplicativo datomi in proposito recita cosi': " Dopo tutto cio', la parte di purificazione del vostro corpo e' finita, il vostro Panchakarma treatment e' finito". Ecco, annuncio ufficialmente al mondo che sono purificata, una mammola di primavera, adesso mi rimane solo da perdere 15 kili e 1500 rughe, una bazzecola perbacco.
la nostra vita al centro: i ritmi sono molto lenti, lo vuole il posto, il clima, le cose che stiamo facendo ed una pigrizia all'Oblomov che inaspettatamente e' spuntata fuori. al mattino fra spiaggia, quella stupenda e vuota di cui ho gia' parlato ( dove Patrizia si crogiola al sole) e la piscina, ombrosa e silenziosa dove io amo nuotare. pomeriggio trattamenti e sera burraco. il mangiare e' vegetariano, a parte il riso in bianco, le verdure crude e la frutta, io non conosco niente, i miscugli sono per me spesso difficili, o troppo piccanti, o troppo dolci, o troppo brodosi, Mi vergogno a dirlo, ma talvolta faccio proprio quello che ho sempre criticato, l'italiano all'estero, nel senso che appena vedo delle noodels, anche se stracotte, anche se condite non importa come, mi avvento, Patrizia invece fa fieramente onore a tutto, da vera manager internazionale. ogni sera mentre ceniamo nella stupenda terrazza tra giungla ed oceano, ascoltiamo un concerto. Sono 2 -3-4 suonatori che seduti compostamente a cerchio per terra ci fanno conoscere musica e strumenti locali: chitarra, fisarmonica, tablas, e quando dico fisarmonica per esempio non ha niente a che vedere con quella che conosciamo. una sera c'e stato uno spettacolo di kathakali, tratto dal Mahabbaratha, la forma teatrale tradizionale del Kerala ( maschere, costumi straordinari, gesti rituali e mimica degli occhi) e meno male che era la versione per turisti di un'ora e mezzo perche' quella vera dura svariate ore.
bacioni oleosi, unti bisunti a tutti. sara

domenica 8 marzo 2009

Kerala: I trattamenti

In realta' avevo completamente sottovalutato il posto ed il suo significato; credevo di venire in una spa a carattere estetico- mondano e invece no, e' come se fossi ad Abano, Salsomaggiore o Acqui Terme, qui si fanno delle cure, sono faticose ed impegnative. Altro che superfiga supercazzola, per il momento sono un cesso spaventoso, alla sera mi infilo una camicia a caso ed il massimo della mondanita' e' giocare a burraco con Patrizia nel giardinetto davanti al nostro cottage ( vince sempre lei, ma io si sa saro' fortunatissima in amore). Chissa', forse sto eliminando le tossine ( fumo all'aperto di staforo ma qui sono tutti saggi), forse come l'araba fenice dalle mie cicce lombarde spuntera' improvvisamente un cigno.

Alle 2 meno dieci arriviamo al centro terapico. Ogni giorno il dottore ci fa entrare nella sua stanza e ci interroga, come ci sentiamo? abbiamo dormito bene? abbiamo fatto la cacca? Se si quante volte? Potere degli orifizi! ( per quanto mi riguarda benedico ogni giorno quel cubetto di fichi di "frutta e fibre" perche' senno' ciccia). Poi con uno strumento che sembra uscito da un museo archeologico ci misura la pressione, ogni giorno piu' bassa, ma pare che sia normale, e ci tasta il polso. Finalmente Shopana, il mio angelo palpatore viene a prendermi ed andiamo nella nostra stanzetta. Qui ci sono tre postazioni: sgabello, materassone per terra, un tavolo enorme di legno con materasso sopra. Shopana accende incensi vari, congiunge le mani recitando qualcosa ,mi tocca con erbette piedi, polsi, fronte e cuore e poi si comincia, quasi ogni giorno diverso, secondo il programma stabilito nella mia scheda.
Sullo sgabello ti massaggia la testa e la cervicale, poi materassone per terra. Dal bambu' che fa da soffitto scende un anello, lei ci attacca una lunga asciugamano cui si attacca con la mano, mentre col piede opposto ti massaggia. Se non fosse che Shopana e' alta un metro e quaranta penserei a tarzan attaccato ad una liana. Il piede lavora costante, regolare, energico su e giu' per il tuo corpo. Si passa poi al letto, ogni volta mezzo litro di olio e via. Non sono massaggi goduriosi, ma curativi. si finisce sullo sgabello, ti mette sale e pepe e non solo quale altro condimento sulla testa, te la avvolge in turbante e poi ti congeda dandoti un bottiglione nero schifoso da bere.
Dopo due giorni cosi', si cambia: Utortanan, primo massaggio dimagrante " bagno di polvere", arriva anche Suja' , l'altro mio angelo custode,con un pentolone e un sacco di polvere d'erba. accende la bombola, mette la polvere e fa riscaldare: sdraiata sul lettino a gambe larghe io sembro Cristo in croce, con rispetto parlando. Mi buttano la polvere calda dappertutto e poi, pronti via, su e giu fanno andare le mani, penso alle donne che lavano i panni nelle assi di una volta, con quel movimento di sfregamento regolare dei panni. appena la polvere si raffredda, altra bollita e si ricomincia. chissa', forse dovrei dimagrire per sfregamento?

Shirowatti: dopo lo sfregamento dimagrante, Suja' prepara tre lunghe bande di cotone, ci spalma sopra vai a sapere cosa e te le avvolge tutt'intorno alla testa. Shopana costruisce con le sue abilissime mani e bande di cotone una specie di imbuto e te lo piazza sulla testa e poi, indovina indovinello? Pentolone di olio caldo. Mentre fai l'imbuto vivente, arriva il dottore e ti controlla la pressione. Quel pomeriggio li' sono uscita che ero sfatta, mi sembrava d'aver avuto tutto il mondo sulla testa.

Bagno d'olio, non mi ricordo il nome sanscrito: arriva una terza donna Mini con quattro pentole. Shopana e Suja' tolgono il materasso del lettino che diventa tutto legno con i bordi come la tolda di una nave. Mini mette in mezzo alle mie gambe una alla volta il pentolone di olio caldo che lei provvede a far bollire davanti a te. Con delle bande di cotone che hanno preparato davanti ai tuoi occhi e che tengono nella mano stretta a pugno con il pollice rivolto verso il basso, gli angeli custodi intingono le mani nell'olio e poi col pollice sospeso ti percorrono il corpo, insistendo nelle giunture, ginocchi e punti piu' dolorosi. Dal pollice scende un filo d'olio caldo. Non e' difficile, poi l'ho fatto anch'io facendole ridere un sacco. Francamente mi sono sentita un' IMMENSA PATATINA FRITTA, stiamo parlando grosso modo di 6 litri d'olio che vanno su e giu', non scherziamo, e' anche un'operazione di equilibrismo non scivolare giu' dall'alto del lettino.

Shirodhara: oh, finalmente quello che avevo visto sulle riviste delle vacanze di sogno. dunque, sdraiata sulla tolda, fascia intorno alla testa,altezza occhi, sopra di te un pentolone tipo polenta pieno del solito olio, con un buchino,fa scendere un filo d'olio che il tuo angelo dirige da sinistra a destra e viceversa sulla tua fronte. Qui, sono veramente andata in pappa e Shopana mi ha detto che ho ronfato della grossa, ma pare che tutti. tornata in camera, mentre Patrizia e' arzilla come un'aquila, io ci ho messo due ore per trovare la forza di fare due passi. probabilmente e' perche' ho il cervello pieno di stronzate

queste le cose provate finora, ma altre esperienze pare ci attendano, come il "purgation day" che ci aspetta domani, si salvi chi puo'. per un mese dopo il mio ritorno voglio vedere solo margarina solida.

vi voglio bene un sacco e mi da' gioia poter condividere con voi quest'esperienza cosi' particolare!!! sara

venerdì 6 marzo 2009

Mondo ayurveda

arrivate lunedi' sera, martedi' mattina alle 10,30 subito prelevate e portate al centro ayurvedico del resort, ci si arriva percorrendo 3 vialetti alberati, architettura coloniale, grande patio rettangolare con vasi di fiori, sedie in vimini everywhere, un libreria piena di boccali con dentro bacche, malli, foglie, polveri misteriose, gli ospiti del centro tutti in vestaglia verde e teste inturbantate con bande di cotone colorate tipo Kim Novak dopo il bagno, aspettano, chiaccherano, quelli che hanno finito bevono da un megacocco verde con cannuccia il liquido osceno di questo frutto che ti portano dopo il trattamento. Il personale in camice bianco (e grembiulino marrone per le massaggiatrici) va e viene, tutti sorridono, le donne, piu' ancora che gli uomini sono di una bellezza dolce e regale incredibile. Prima tappa ci fanno compilare un formulario e gia' qui resto colpita: naturalmente la solita anamnesi della tua storia, operazioni malattie eccetera, ma poi domande "altre", adatte ad un test psicologico delle nostre parti, sinonimo cioe' di una visione olistica della persona, ricercata ed analizzata non a frammenti ma nel suo insieme. Ti chiedono se sei ottimista o pessimista, quando hai un problema cosa fai, scappi, lo ignori, lo affronti? ricordi i tuoi sogni? hai degli obbiettivi nella vita? Leggono poi le nostre risposte insieme a noi un medico gentilissimo e sorriso 1250 denti con due dita a salsicciotto ( crediamo una passata lebbra) e una dottoressa occhi neri capelli bianchi a treccia, classe da vendere. Vogliamo dimagrire? - Yes, yes Vogliamo purificarci? -Yes, yes Vogliamo ringiovanire? Yes, yes Vogliamo la luna? no, questo non ce l'hanno chiesto, ma naturalmente avremmo risposto yes,yes
momento didattico: ayurveda (conoscenza della vita), sapere di 4 mila anni, pensa che il mondo abbia un suo ordine intrinseco. Ogni uomo possiede 3 dosha (umori)
VATA ( vento o aria), PITTA (fuoco), KAPHA (acqua- terra) e le malattie sono il risultato di uno squilibrio fra queste 3 componenti. I trattamenti ayurvedici hanno come scopo di ripristinare questo equilibrio attraverso la panchakarma (purificazione interna) ed il massaggio. Le erbe usate per entrambi i metodi crescono abbondanti nel clima umido del Kerala.
Dopo la visita, difficoltosa perche' dell'inglese-indiano Patrizia ed io non capiamo un cazzo, abbiamo ciascuna il nostro profilo: Patrizia e' un tipo vata-pitta, io pitta-kapha. Avremo una dieta da seguire ( al buffet su ogni piatto c'e' scritto a quale elemento corrisponde, cosi' ti sai regolare), intrugli TERRIBILI da prendere prima o dopo i pasti, io piu' sfigata dovrei prendere mattina e sera un intruglio nero di erbe che e' cosi' cattivo che il medico ti fornisce pure un barattolo di miele da mescolarci, abbiamo pure certe bottiglie di liquidi neri da ingurgitare. Va beh, sara' pure saggezza millenaria e tutto nature, ma certe schifezze......
Poi mi viene a prendere la mia terapista, sara' sempre la stessa, Shopana. Entriamo in un grande edificio con un tetto stupendo, altissimo, tutto di bambu' intrecciato, diviso in tante stanzette per i trattamenti. Appuntamento ogni giorno alle 2, ho scelto cosi' perche' sono le ore piu' calde e non farei comunque niente. Durata due ore, due ore e mezza e poi devi stare tranquilla per almeno un'ora e senza lavarti, unta bisunta che non posso raccontare, credo pero' che al mio ritorno guai a chi mi fara' vedere una bottiglia d'olio ,
Saremo pure in India, ma qui, ragazzi mi fanno cose veramente turche, Domani raccontero' i vari trattamenti, adesso non lo faccio perche' dopo due ore di olio caldo sulla testa, mi sento francamente stanca ed un po' rincoglionita, me ne vado a cucca. bacioni ayurvedici sara'

giovedì 5 marzo 2009

Taccuino indiano, prime annotazioni

1 marzo 2009, ore 17,30, si parte......destinazione India.

Patrizia ed io abbiamo una cosa in comune: appena in viaggio, anche se la destinazione e' Casalpusterlengo, abbiamo subito fame, on the road dunque si mangia e senza sensi di colpa, l'appetito ci accomuna.

Prima pacchetto di crakers sull'autobus che va alla Malpensa per rimetterci dallo spavento scampato, alla stazione nord senza preavviso non partiva il Malpensaexpress per guasti sulla linea, autobus sostitutivo annunciato per una ora piu' tardi, panico, che si fa? Il notorio potente posteriore, (uso un eufemismo) di Patrizia ci ha salvate, arriva inaspettatamente subito un car. Ci facciamo un marocchino con brioche alla Malpensa, cena squisita sull'aereo, spuntino soft a Dubai ( aria condizionata con temperatura polare) e ripranzo o cena non so piu' verso Trivandrum nella seconda tratta di aereo, praticamente dei tacchini!!!!

All'uscita dall'aereoporto c'era un baldo giovane con il mio nome su un cartello gigante: ma chi saro' mai, mi sono sentita una diva in incognito, e non e' finita qui, con autista ci aspettava una Ambassador NOVA bianca degli anni cinquanta, tutta scassata ma con un fascino folle. Ohaooooo, mi e' venuto in mente il film L'amante di Marguerite Duras quando il bel cinesino l'aspettava in macchina fuori dall'uscita del collegio. nella mezz'ora in macchina dall'aereoporto al nostro resort, patrizia ed io capelli al vento ed i due indianini davanti eravamo felici e spensierate, ma dove siamo finite???
Ok, terminate le informazioni iniziali veniamo al sodo, vale a dire IL GIARDINO DELL'EDEN. Lo immaginate? come lo immaginate? Proviamo insieme: cominciamo col metterci un paesaggio da foresta tropicale, palme, cocchi, datteri, ibiscus giganti, e mille altre specie, aggiungetevi solo delle cornacchie nere che pranzano regolarmente con noi girando fra i tavoli tipo selfservice, non ci sono altri volatili maestosi, ma si sa, anche l-Eden non e' perfetto; a strapiombo sotto la foresta, alcuni grandi massi e poi una spiaggia stupenda marrone-rossiccia e gigantesca come quella di Rimini, d'inverno, quando non c'e' nessuno ed i vitelloni di Fellini vanno a spasso. Qua e la' una ventina di lettini all'antica, di legno massiccio tinto d'azzurro come a Venezia al Lido inizio secolo, atmosfera retro' da sballo. Quattro indiani "voglia di lavorare saltami addosso" lentamente ti portano un asciugamano che ha gia' molto vissuto a righe bianche e blu e fanno finta di togliere la sabbia, ma sono in divisa e si sentono importantissimi. Nell'Eden aggiungetevi mattina e pomeriggio i pescatori locali che buttano e ritirano le reti. In quella immensa spiaggia, una lunga coda di 25 uomini e ragazzi ritmano la tirata cantando, oggi nelle reti non c'era quasi niente, forse 10 kili di pescetti e 4 grandezza trota: si, e' l'Eden, gente antica, uno dei piu' vecchi lavori del mondo, il tempo al rallentatore, le donne sdentate e non che vendono frutta, manghi, papaie, ananas, i venditori ambulanti, pochi, gentili, sorridenti e non invadenti che ti fanno vedere la loro mercanzia. Per terminare il quadro paradisiaco ci mettiamo la nostra capanna dal tetto intrecciato con giardino e amaca davanti, semplice ma pulita e la terrazza dove si mangia a picco sull'oceano con tramonti mozzafiato, concerto di musica locale ogni sera all'imbrunire e poi per finire tutti, ma proprio tutti che sorridono sempre con sorrisi stupendi.
ecco, per stasera basta, domani veniamo all'ayurveda ed alle note dolenti delle schifezze che ci fanno bere per farci diventare superfighe supercazzole, sperando nei miracoli.

bacioni tanti sara