Lasciato il nostro resort-eden in cammino per Kanyakumari, punto estremo sud dell' India, luogo sacro per gli indiani e meta di pellegrinaggi perche' alla confluenza delle 3 acque, l'oceano indiano, il golfo del Bengala ed il mar Arabico ed anche perche' e' da qui che e' iniziata la marcia di Gandhi contro l'inglese tassa del sale e la decisione di valorizzare il cotone manufatto locale in opposizione ai prodotti di importazione. La strada del Kerala che costeggia il mare e' bella, ma paesaggisticamente monotona, da un lato la foresta tropicale che nasconde nel suo ventre capanne ed abitazioni dall'altra una lunga fila di negozietti, si fa per dire, che si snodano senza soluzione di continuita' a testimoniare della vita quotidiana della gente. Facciamo una sosta in quel che e' considerato il piu' bel palazzo del Kerala, divenuto museo, residenza un tempo del Maraja' di Trevalcore. Soffitti linei stupendi e spazi interni architettonicamente molto articolati, purtroppo nessun mobile. Incredibile il numero di altari con Madonna in cima incontrati lungo la strada. Ci sono molti cristiani in questa zona, ne risulta una specie di sincretismo perche' colori ed ornamenti delle rappresentazioni e sculture sacre hanno naturalmente sapori e fattezze indiane. Passando dal Kerala al Tamil Nadu la natura non cambia, a parte qualche montagna a panettone che si staglia all'orizzonte, molto meno densamente abitata e per terra sembra piu' pulito. Tre orette di macchina e siamo dunque a Kanyakumari, un paesino di mare come tanti altri se non fosse per la sua posizione geografica che effettivamente lo rende particolare. Gastone il fortunato, con guida Lonly in mano trova un albergo ECCEZZIUNALE VERAMENTE, sulla punta del capo con stanza d'angolo, finestre su due pareti intere, per vedere l'alba spuntare a sinistra ed il sole tramontare a destra, piu' di cosi' si muore. Davanti a noi il crocevia delle acque e due isolotti, cui accederemo in barca, su uno ci sta il Vivekananda Rock Memorial, un mausoleo massiccio, marmo nero alla base e pietra rossa nelle parti superiori, molto austero dedicato al grande filosofo e saggio hindou, sull'altro una immensa statua dedicata ad un granda poeta nazionale di cui ho dimenticato il nome. Non dico il fascino di questi due punti estremi del subcontinente indiano di notte tutti illuminati visti dalla nostra camera super. Visitiamo anche il mausoleo di Gandhi e sul tramonto Ravi ci porta su una spiaggia ad ammirare il tramonto. A parte due giovani americani di Harvard seduti sulla mia stessa roccia (hanno attaccato bottone loro, lo giuro), ci sono solo indiani, anche sugli isolotti e' stato cosi', e questo a Gastone il fortunato ed a me , piace molto. Ci sentiamo delle diverse, i miei grandi occhiali bianchi alla Greta Garbo in incognito fanno furore, tutte le indianine ci chiedono di fare la foto ricordo mano nella mano.
La sera passeggiata per il paesello, un italiano sposato con una indiana residente qui da 30 anni finge una grande amicizia e disponibilita' ,ma poi si scopre che ha il negozietto d'antiquariato con i soli anelli antichi autentici di tutta l'India, no comment. Alle 6 del mattino dell'indomani Gastone ha finalmente il suo momento mistico con meditazione allegata, di fronte allo spuntare del sole dal tetto dell'albergo. La sottoscritta, notoriamente lenta di prima mattina osserva lo stesso fenomeno dal letto della stanza tutta finestrata. Alle 7 scendiamo a vedere i pescatori vendere il loro raccolto del mare: si gridano le varie offerte, i pesci divisi per tipo giacciono un po' polverosi sulla nuda terra, saranno sistemati in cesti solo a vendita avvenuta, le donne contribuiscono naturalmente a tutto questo fermento. momento prezioso e stupendo, uno spaccato autentico di una giornata come mille altre in questa lontana contrada del mondo. Ma per me, la vera protagonista di Kanyakumari e' lei, la cattedrale bianca ed immensa che si erge su una piazzetta nel cuore del paesello. La vedi dappertutto, dalle due isole, dal paese, bianca, grande imponente sicura di se'. Ma come? arrivo in India, in una meta di pellegrinaggio importantissima per gli Hindou e ci vedo la cattedrale come fossi in un paesello della Calabria o della Spagna. Mamma mia il potere della longa mano della Chiesa del sacro romano impero!!!!
Da Kanyakumari a Madurai si fa una strada all'interno, a volte superstrada, a volte tortuosa e sgarrupatissima, segnaletica zero. Si incontrano pero', a parte paeselli senza alcuna storia ne' fascino, foreste intere di pale ad energia eolica. Qualche ora di macchina piuttosta noiosa, occhi non soddisfatti, ed eccoci a Madurai, un milione e passa di abitanti, citta' dalla storia antichissima. Lo so che deludero' profondamente le fans incondizionate dell'India come Debbie e Guya, ma la prima definizione che mi viene in mente e' un casino assoluto a cielo aperto. Sono finalmente nella vera India o no? se si, non mi prende il cuore, sorry. Troppo rumore, troppa gente, troppo sporco, troppo tutti di corsa come un formicaio impazzito, troppo di tutto. Dove sono finiti i sorrisi meravigliosi delle donne? Il tempo dilatato della saggezza ? Visitiamo la Fondazione di Gandhi con un museo storico molto documentato anche nell'apparato iconografico sulla storia della sua vita e soprattutto sul percorso dell'India per la sua indipendenza. C'e' anche una bella biblioteca e delle classi per approfondire gli studi e tenere conferenze e un palazzo in restauro del solito maraja' di Trivancore. Ci lasciamo l'importantissimo tempio per l'indomani e Gastone mi fa mangiare in un ristorante sul tetto di un albergo con vista sulla citta'. tornando a cuccia stanche per le vie sgarrupate un indianino tocca il culo di Gastone. Lei fa l'offesa e mi dice di accellerare il passo, ma secondo me non le e' dispiaciuto, il suo fascino colpisce ancora. Anch'io per la verita' ho avuto il mio momento di gloria: in una specie di supermercatino mi sento frugare fra i capelli, mi volto di scatto e sono le commesse. le indiane hanno tutte capelli neri, lucidissimi e raccolti, figuriamoci io con la mia massa merinos autentico. " toccate pure ragazze, non c'e' problema", faccio io e ale' commesse che mi palpavano i capelli e ridevano come matte. due templi, dunque, quello grande e famoso ed uno molto piu' piccolo e raccolto in un paesino a pochi kilometri nemmeno menzionato dalla guida Thirupparan Kurdram, ma per i templi vorrei fare un discorso lungo un'altra volta. Eureka, sono riuscita a far riparare il mio telefonino al samsung centerservice, per arrivarci in tuc tuc un'avventura che lei da sola valeva il viaggio. Tra un quarto d'ora partiamo, il pirla ( il nostro driver Ravi si e' guadagnato il titolo strada facendo) ci aspetta la riserva naturale di Peryar fra le colline, dalla caotica metropoli alla natura e gli animali. vedremo
Pensierino del mattino: ogni popolo manifesta il rispetto in modi diversi. C'e' chi si copre il capo (gli ebrei), chi se lo scopre ( i cristiani) chi si toglie le scarpe (gli indiani), chi toglie le scarpe e si lava i piedi ( i mussulmani) chi da' solo la mano destra perche' la sinistra serve per ben altro, ma sono troppi milioni di persone e non li posso citare tutti.
con l'affetto di sempre sara
La sera passeggiata per il paesello, un italiano sposato con una indiana residente qui da 30 anni finge una grande amicizia e disponibilita' ,ma poi si scopre che ha il negozietto d'antiquariato con i soli anelli antichi autentici di tutta l'India, no comment. Alle 6 del mattino dell'indomani Gastone ha finalmente il suo momento mistico con meditazione allegata, di fronte allo spuntare del sole dal tetto dell'albergo. La sottoscritta, notoriamente lenta di prima mattina osserva lo stesso fenomeno dal letto della stanza tutta finestrata. Alle 7 scendiamo a vedere i pescatori vendere il loro raccolto del mare: si gridano le varie offerte, i pesci divisi per tipo giacciono un po' polverosi sulla nuda terra, saranno sistemati in cesti solo a vendita avvenuta, le donne contribuiscono naturalmente a tutto questo fermento. momento prezioso e stupendo, uno spaccato autentico di una giornata come mille altre in questa lontana contrada del mondo. Ma per me, la vera protagonista di Kanyakumari e' lei, la cattedrale bianca ed immensa che si erge su una piazzetta nel cuore del paesello. La vedi dappertutto, dalle due isole, dal paese, bianca, grande imponente sicura di se'. Ma come? arrivo in India, in una meta di pellegrinaggio importantissima per gli Hindou e ci vedo la cattedrale come fossi in un paesello della Calabria o della Spagna. Mamma mia il potere della longa mano della Chiesa del sacro romano impero!!!!
Da Kanyakumari a Madurai si fa una strada all'interno, a volte superstrada, a volte tortuosa e sgarrupatissima, segnaletica zero. Si incontrano pero', a parte paeselli senza alcuna storia ne' fascino, foreste intere di pale ad energia eolica. Qualche ora di macchina piuttosta noiosa, occhi non soddisfatti, ed eccoci a Madurai, un milione e passa di abitanti, citta' dalla storia antichissima. Lo so che deludero' profondamente le fans incondizionate dell'India come Debbie e Guya, ma la prima definizione che mi viene in mente e' un casino assoluto a cielo aperto. Sono finalmente nella vera India o no? se si, non mi prende il cuore, sorry. Troppo rumore, troppa gente, troppo sporco, troppo tutti di corsa come un formicaio impazzito, troppo di tutto. Dove sono finiti i sorrisi meravigliosi delle donne? Il tempo dilatato della saggezza ? Visitiamo la Fondazione di Gandhi con un museo storico molto documentato anche nell'apparato iconografico sulla storia della sua vita e soprattutto sul percorso dell'India per la sua indipendenza. C'e' anche una bella biblioteca e delle classi per approfondire gli studi e tenere conferenze e un palazzo in restauro del solito maraja' di Trivancore. Ci lasciamo l'importantissimo tempio per l'indomani e Gastone mi fa mangiare in un ristorante sul tetto di un albergo con vista sulla citta'. tornando a cuccia stanche per le vie sgarrupate un indianino tocca il culo di Gastone. Lei fa l'offesa e mi dice di accellerare il passo, ma secondo me non le e' dispiaciuto, il suo fascino colpisce ancora. Anch'io per la verita' ho avuto il mio momento di gloria: in una specie di supermercatino mi sento frugare fra i capelli, mi volto di scatto e sono le commesse. le indiane hanno tutte capelli neri, lucidissimi e raccolti, figuriamoci io con la mia massa merinos autentico. " toccate pure ragazze, non c'e' problema", faccio io e ale' commesse che mi palpavano i capelli e ridevano come matte. due templi, dunque, quello grande e famoso ed uno molto piu' piccolo e raccolto in un paesino a pochi kilometri nemmeno menzionato dalla guida Thirupparan Kurdram, ma per i templi vorrei fare un discorso lungo un'altra volta. Eureka, sono riuscita a far riparare il mio telefonino al samsung centerservice, per arrivarci in tuc tuc un'avventura che lei da sola valeva il viaggio. Tra un quarto d'ora partiamo, il pirla ( il nostro driver Ravi si e' guadagnato il titolo strada facendo) ci aspetta la riserva naturale di Peryar fra le colline, dalla caotica metropoli alla natura e gli animali. vedremo
Pensierino del mattino: ogni popolo manifesta il rispetto in modi diversi. C'e' chi si copre il capo (gli ebrei), chi se lo scopre ( i cristiani) chi si toglie le scarpe (gli indiani), chi toglie le scarpe e si lava i piedi ( i mussulmani) chi da' solo la mano destra perche' la sinistra serve per ben altro, ma sono troppi milioni di persone e non li posso citare tutti.
con l'affetto di sempre sara
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