Venerdì 24 aprile ho preso il treno alla gare de Bercy, direzione Digione, scendo 2 ore dopo alla stazione di Tonnerre, 200 kilometri da Parigi, 100 kilometri da Digione. Mi aspetta l'amica Marie-José con Dorine ( il nome della cameriera del Tartufo di Molière), una splendida cucciola goldenretriver di 4 mesi, regalatagli dagli amici per distrarla. Vive da sola a Pacy sur Armeçon, uno dei tantissimi paesini della splendida Borgogna, ha curato ed accompagnato in modo esemplare il marito malato per 3 lunghi e difficilissimi anni, ora è rimasta vedova. Abbiamo vissuto a Nizza nello stesso periodo, suo figlio David, ora a Pechino, era amicissimo di Marco ed anche noi lo siamo diventate. Avevo voglia di ascoltarla ed abbracciarla e poi glielo dovevo.
Pacy sur Armeçon è un borgo medioevale, 220 anime e sta morendo; niente più giovani, niente più bambini, niente più panettiere, niente più bar, più niente di niente, per gli anziani del villaggio che non si spostano passano in settimana vari camion ambulanti con verdura, pane, carne; anche qui la vita di campagna è molto dura, resistono soltanto le grandi tenute. Da lei è bellissimo, molti anni fa ha ereditato il rudere di una vecchia casa di pietra del XVI secolo che ha rimesso a posto nel tempo con gusto e passione, mobili di famiglia e cianfrusaglie bric a brac dei mercatini della regione setacciati sistematicamente. Venerdì pomeriggio quando arrivo c'è il sole, passeggiata di tre ore lungo il canale di Borgogna (Dorine contenta, ma stravolta), sabato e domenica invece pioviggina, ma si va a zonzo lo stesso; sabato Chateau de Tanley, Ancy le Franc, Noyers sur Serein, tutti borghi medioevali, proprietà, parchi e giardini curatissimi, fiumi e canali con stupendi scorci paesaggistici e nei campi, ovunque, il giallo pregnante dei fiori di colza, spettacolari in questa stagione come la fioritura di lavanda in Provenza. Domenica era giorno di mercato a Chablis, piccola cittadina dal vino famoso, bancarelle di leccornie suine non proprio casher, mille formaggi, mazzetti di mughetti profumati e peonie così grandi e così belle da sembrare finte, c'è pure la rue des juifs (giusto per non ghettizzare) con la sinagoga restaurata del XVI secolo. Capisco perchè parigini e turisti arrivino a frotte, la Borgogna è proprio bella ed i suoi patrimoni molto valorizzati. Mi ha colpito però la grande austerità: strade e case minerali, pietre vecchie nel silenzio, non un fiore ai davanzali o nelle piazze, nessuna bellezza superflua in qualche modo. Prima di prendere il treno delle 3 e tornare, mi faccio con l'amica un ristorantino di quelli giusti, è per affrontare meglio i rigori spartani che mi aspettano nella casa parigina.
Pacy sur Armeçon è un borgo medioevale, 220 anime e sta morendo; niente più giovani, niente più bambini, niente più panettiere, niente più bar, più niente di niente, per gli anziani del villaggio che non si spostano passano in settimana vari camion ambulanti con verdura, pane, carne; anche qui la vita di campagna è molto dura, resistono soltanto le grandi tenute. Da lei è bellissimo, molti anni fa ha ereditato il rudere di una vecchia casa di pietra del XVI secolo che ha rimesso a posto nel tempo con gusto e passione, mobili di famiglia e cianfrusaglie bric a brac dei mercatini della regione setacciati sistematicamente. Venerdì pomeriggio quando arrivo c'è il sole, passeggiata di tre ore lungo il canale di Borgogna (Dorine contenta, ma stravolta), sabato e domenica invece pioviggina, ma si va a zonzo lo stesso; sabato Chateau de Tanley, Ancy le Franc, Noyers sur Serein, tutti borghi medioevali, proprietà, parchi e giardini curatissimi, fiumi e canali con stupendi scorci paesaggistici e nei campi, ovunque, il giallo pregnante dei fiori di colza, spettacolari in questa stagione come la fioritura di lavanda in Provenza. Domenica era giorno di mercato a Chablis, piccola cittadina dal vino famoso, bancarelle di leccornie suine non proprio casher, mille formaggi, mazzetti di mughetti profumati e peonie così grandi e così belle da sembrare finte, c'è pure la rue des juifs (giusto per non ghettizzare) con la sinagoga restaurata del XVI secolo. Capisco perchè parigini e turisti arrivino a frotte, la Borgogna è proprio bella ed i suoi patrimoni molto valorizzati. Mi ha colpito però la grande austerità: strade e case minerali, pietre vecchie nel silenzio, non un fiore ai davanzali o nelle piazze, nessuna bellezza superflua in qualche modo. Prima di prendere il treno delle 3 e tornare, mi faccio con l'amica un ristorantino di quelli giusti, è per affrontare meglio i rigori spartani che mi aspettano nella casa parigina.