Nota lessicale per ovviare a malintesi, l'espressione "barbaro" a Cuba è come il "terrific" inglese e ha valenza positiva, sta per stupendo, straordinario. L'ingresso in macchina in città è sempre traumatico, un sacco di stradine e nessuna indicazione (la segnaletica stradale sull'isola è quasi inesistente), intorno alla bellissima plaça Dolores giriamo una ventina di volte. Santiago de Cuba è stata capitale dell'isola fino al 1607, poi soppiantata dall'Havana. I suoi abitanti vengono chiamati palestinos perchè stanno ad oriente e a Cuba non c'è la distinzione fra nord e sud (l'isola è orizzontale), ma tra est ed ovest ed ogni parte naturalmente si sente la migliore, la più autentica e rappresentativa. Atmosfera vivacissima nell'aria, l'oriente è più povero e ruspante, fin troppo, su consiglio della nostra ospite Aymée, è l'unica città in cui la sera siamo uscite senza borsa a tracolla, mani in tasca. Ceniamo nel cuore della città, accanto alla maestosa cattedrale
ed alla casa del conquistador Diego Velàzquez (la più antica dimora di Cuba del1522 in stile mudéjar, cioè arabo-andaluso) sul terrazzo all'ultimo piano dell' Hotel Casa Granda, seguendo le orme di Graham Greene che lo ha descritto nel romanzo "Il nostro agente all'Avana" e da lì amava godersi vista ed atmosfera della sottostante plaça Cespedes, porto e mare (è dal balcone di questo albergo di stile neo-classico che Fidel Castro è apparso il primo gennaio 1959 per annunciare il successo della revolucion).
Belle le piazze Dolores, de Marte, del Parque Central, di grande rilievo monumentale il museo Bacardi
con le collezioni dei viaggi del proprietario, quel Bacardi che emigrato dalla Catalugna nel lontano 1830 ha la geniale idea di distillare la canna da zucchero e produrre il rhum (qui lo chiamano "ron"). Prima sostenitore poi acerrimo nemico di Fidel, l'ultimo erede della dinastia (che fra l'altro ha inventato il Cuba Libre ed il Daiquirì) ha spostato la sua attività a Puerto Rico ed il rhum Bacardi, il più famoso del mondo, a Cuba non si vende più (-non è vero, solo che adesso circola con un altro nome- mi racconta un cubano che "se ne intende"). Nel pomeriggio visitiamo poi con George, prof di storia e guida nel week-end una parte vecchissima e meravigliosa di Santiago, dove forse non avremmo osato avventurarci da sole ed esplorarlo tutto come abbiamo fatto: è il vecchio quartiere di Tivoli, fondato da coloni francesi provenienti da Haiti alla fine del XVIII secolo. Su un fianco di collina orientato a sud, di fronte al mare, il panorama a 360 gradi dalla terrazza del Balcon di Velàzquez
la sublime scalinata di Padre Pico
la prima casa dove ha vissuto Fidel da giovane studente, la Casa de las Traditiones
dove pare si faccia la miglior musica di Santiago fino a notte fonda, ma cominciano molto, troppo tardi per noi e la sera non ci siamo tornate. Alla Casa de las Traditiones vediamo un altarino di Santeria questo sincretismo religioso chiamato anche Regla de Ocha, commistione delle credenze animiste degli schiavi africani col rigoroso cattolicesimo spagnolo. I diversi culti di santeria hanno altari ed iniziati, gli adepti sono tutti vestiti di bianco
(ne abbiamo incontrati svariati nel nostro percorso) e nelle loro celebrazioni si mescolano danze e strumenti a percussione. Curiosa come sono potrei consultare dei Babalaos ( i loro di preti) che mi darebbero delucidazioni sulle mie vite passate e magari me ne consiglierebbero una tutta nuova per il futuro, ma pare che ci sia una certa speculazione dietro e francamente preferisco tenermi quella che ho senza sfrucugliare superficialmente in realtà che non conosco e un pò mi inquietano. Infine sempre a Tivoli, al Museo della Lucia (lotta) Clandestina, vecchia sede del Commissariato di Polizia ai tempi del dittatore Batista, bombardato dai rivoluzionari per sviare l'attenzione dallo sbarco del Granma alla spiaggia delle Coloradas, con una guida museale molto preparata sulla storia del suo paese ripercorriamo tra testimonianze, documenti, grafici, e fotografie i momenti salienti di quegli anni che hanno cambiato la storia del paese.
1952: colpo di stato militare di Batista che annulla le prossime elezioni cui avrebbe dovuto partecipare il giovane avvocato Fidel Castro
1953: tentativo fallito di Castro di assaltare a Santiago la caserma Moncada. Castro viene arrestato, condannato a 19 anni di galera, amnistiato dopo due anni con altri prigionieri politici.
1955: Castro esule in Messico con Che Guevara elabora i piani per rovesciare il regime Batista.
1956: sbarco dell'imbarcazione Granma
(abbiamo visto quella vera al museo della Rivoluzione all'Havana) con Castro ed altri 81 rivoluzionari, fuga nella Sierra Maestra dove per 3 anni si organizza la guerriglia che terminerà con l'abbandono del potere da parte di Batista ed il trionfo della Revolucion nel 1959.
Ridicola sintesi storica da bigino Bignami, ma queste date, questi protagonisti, questi eventi sono tutt'ora presentissimi nell'isola in ogni città ed in ogni campagna come fossero appena successi attraverso foto, frasi, le casse con le munizioni,
citazioni con grandissimi cartelli,
monumenti, insegne.Santiago non può lasciarti indifferente, ti incanta, ti coinvolge e ti inquieta, le sue strade vibrano di ritmo frenetico
palazzi sontuosi
povertà e degrado
en plein ciel si canta e si balla
si gioca a scacchi
le ragazzine si esercitano
i bambini girano in calessino,
musicanti in ogni dove,
l' atmosfera è incandescente, salsa e prostituzione, tutto sembra possibile ed i contrasti fanno scintille. Santiago, barbaro!!!!! e ciao Nicolas,
tu torni in aereo all'Havana, noi proseguiamo con una rossa Peugeot 206 tutta nostra, Gastone al volante, il mio Niki Lauda.
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