All'ordine del giorno tre mostre, tutte e tre interessantissime, per questo ne vorrei parlare.
Lucian Freud
Come per Francis Bacon, per niente al mondo vorrei un loro quadro appeso ad una parete in casa, non dormirei la notte, ma intuisco che sono dei grandi artisti. Carni, carni, carni, il pittore si interessa alla nudità del corpo in tutta la sua crudezza, i suoi non vogliono certo essere dei bei "nudi d'artista".
Il suo cognome non è proprio casuale, Lucian sembra voler fare con il corpo umano quello che il nonno Sigmund faceva con i meandri segreti della mente, osservare, spiare, cogliere l'essenza di ogni anfratto, il senso delle pieghe interne ed esterne, i segni del lavorio implacabile del tempo. " Quello che mi interessa veramente nelle persone, è il lato animale. È per questo che amo dipingerle nude. Nude, vedo di più ".
Certi nudi di donne sono opulenti, sovrabbondanza alla Botero, altri pelle ed ossa sembrano appena usciti da un campo di concentramento, ma in entrambi i casi, come nei numerosi autoritratti e nudi maschili, solitudine e disfacimento, crudezza della realtà, dell'occhio e della mano dell'artista che trasmettono. Mi ha fatto venire in mente un parallelo con Hopper: là estraniamento e solitudine del paesaggio, qui dell'essere umano.
Dreamland è un'architettura del sensazionale, del divertimento e del sogno che si propaga per tutto il pianeta nel XX secolo.
Frigoriferi di varie dimensioni dell'artista Kader Attia, semplicemente ricoperti di piastrelline argentate. L'effetto è sorprendente.
Dai primi luna park alle esposizioni universali (il padiglione "il sogno di Venere" di Salvador Dali' per esempio della Fiera Internazionale di New York nel 1939 che invitava il visitatore nei meandri Modern Style dell'inconscio e dell'erotismo), da Las Vegas, città vera, ma tutta finta con le sue ricostruzioni alberghiere alle riproduzioni delle città miniatura,
dai vari parchi irreali di Walt Disney ai progetti faraonici reali di Dubai, numerose città e realizzazioni urbanistiche recenti dimostrano di essersi ispirate alle fantasmagorie inizialmente riservate a progetti avveniristici di artisti ed architetti, a parchi di divertimenti e città dell'immaginario. La Torre Eiffel per L'Esposizione Universale del 1889 è il simbolo iniziale di una modernità tecnologica che propone pero' anche lo straordinario, non più rinchiuso in castelli, palazzi e atelier di artigiani ed artisti, uno straordinario soprattutto aperto allo sguardo di tutti, uno straordinario fruibile dalle masse. La mostra invita alla riflessione, i nostri riferimenti spaziali e geografici tradizionali risultano sconvolti e sovvertiti, in Cina si erigono città che copiano esattamente palazzi e monumenti del mondo, a Dubai c'è la neve nel deserto,
i confini tra progresso, sogno, rapporto con l'ambiente, realtà si sovrappongono, mamma mia, che confusione!!!
Elles@centrepompidou
Elles, sono loro, le donne, un'esposizione tutta dedicata all'arte al femminile. "Do women have to be naked to get into the Met. Museum? si interroga un manifesto della mostra. Lungo un percorso magistralmente articolato le opere di artiste plastiche, designers, fotografe, architette, cineaste che si interrogano sui grandi temi sociali ed esistenziali del pubblico e del privato. Non commento, le opere parlano da sole.
" Mon cuir chevelu
front
oreilles
la base du crane
derrière le cou
le dos entre les omoplates
la base des cotes
plexus solaire
l'estomac
l'oesophage
la gorge
les intestins
le rectum
les jambes
cuisses
chevilles
doigts de pieds
les os du pelvis
les articulations
les bras
les avant-bras
mains
doigts
les douleurs et les crampes
la respiration
les palpitations
les bouffées de chaleur
la transpiration
extreme, extreme tension
l'odeur de l'animal traqué."
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