Su wikipedia trovo che le capacità di volo di un piccione viaggiatore sono veramente impressionanti: in condizione di tempo ottimale può percorrere anche 800 km ad una media di 70 km/h per ritornare alla colombaia di origine a cui rimane legato per tutta la vita.
Sentendo una forte empatia col volatile pennuto mi domando quali sono "le condizioni di tempo ottimali" nella vita di un uomo: l'amore per il viaggio? la curiosità? la fuga? la voglia di scoperta? l'irrequietezza interiore? l'insofferenza per la quotidianità? il desiderio di libertà? il sogno mai sopito di poter "volare? il bisogno primordiale di andare? l'incapacità di star bene nel posto dove si è? un modo diverso di vivere il tempo? la ricerca di confronto con altro ed altri? tutte queste cose insieme?
Mi chiedo anche quale sia "la colombaia di origine": un paese? una casa? una storia? radici culturali e religiose? gli affetti? la fattoria immaginaria del Mulino Bianco? la nostalgia mistica dell'eterno ritorno? quella "madelaine" di cui parlava Proust? uno spazio interiore che rifiuta l'ineluttabilità del provvisorio e della precarietà? tutte queste cose insieme?
Nel bipede nudo di penne, quali le molle che spingono a partire, quali quelle che fanno tornare? domande di una gelida e piovosa domenica di maggio, nel frattempo rispicco il volo, purtroppo senza ali, ma col treno.
Sentendo una forte empatia col volatile pennuto mi domando quali sono "le condizioni di tempo ottimali" nella vita di un uomo: l'amore per il viaggio? la curiosità? la fuga? la voglia di scoperta? l'irrequietezza interiore? l'insofferenza per la quotidianità? il desiderio di libertà? il sogno mai sopito di poter "volare? il bisogno primordiale di andare? l'incapacità di star bene nel posto dove si è? un modo diverso di vivere il tempo? la ricerca di confronto con altro ed altri? tutte queste cose insieme?
Mi chiedo anche quale sia "la colombaia di origine": un paese? una casa? una storia? radici culturali e religiose? gli affetti? la fattoria immaginaria del Mulino Bianco? la nostalgia mistica dell'eterno ritorno? quella "madelaine" di cui parlava Proust? uno spazio interiore che rifiuta l'ineluttabilità del provvisorio e della precarietà? tutte queste cose insieme?
Nel bipede nudo di penne, quali le molle che spingono a partire, quali quelle che fanno tornare? domande di una gelida e piovosa domenica di maggio, nel frattempo rispicco il volo, purtroppo senza ali, ma col treno.
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