Giovedi 13 maggio, ore 10,30, raggiungo alla Gare de l'Est gli amici dell'Associazione Le Corbusier, con i quali avevo già fatto un viaggio in India nel 2007. Età media, lasciamo perdere, ma sono più in gamba di me e poi è un gruppo molto simpatico e colto, diversi architetti (il presidente è stato per una vita collaboratore del grande "Corbu"), in treno c'è subito una rosa per ogni signora, un vero piacere condividere il viaggio. Itinerario in programma: Stoccarda, Weimar, Dessau e Berlino, l'architettura moderna ed il Bauhaus.
Stoccarda mi è sembrata una città senza particolare fascino, ma come in tutte le città tedesche distrutte dalla guerra, l'antico ed il moderno si affiancano con coraggio e spesso molto felicemente. Stoccarda è verdissima e tutta circondata da colline, si respira un'aria tranquilla e opulenta perchè è la sede della Mercedes-Benz e della Porsche, dei pezzi da novanta dell'industria tedesca. Il centro si organizza intorno alla via principale, la Koenigsstrasse e due piazze immense, quella del castello e la Schillerplatz.
Il lato occidentale della Schlossplatz è dominato dal nuovo Kunstmuseum, che di giorno si presenta come un enorme cubo di vetro e di notte viene meravigliosamente illuminato dall'interno. Dentro opere d'arte contemporanea e del XX secolo: la più grossa collezione al mondo di Otto Dix (250 opere), degli stupendi Oskar Schlemmer e Willi Baumeister, entrambi nativi della città.
Ai bordi orientali della piazza del castello, due gallerie di stato di fama mondiale per la ricchezza delle loro collezioni, la Alte Staatsgalerie e la Neue. All'esterno, come aperitivo, una scultura di Henry Moore.
Mi sono buttata a capofitto nella Galleria Nuova perchè c'era una mostra degli espressionisti tedeschi, quelli del movimento Die Bruecke di Dresda e quelli del Blaue Reiter (il Cavaliere Azzurro), in assoluto le opere e gli artisti che amo di più. É stato un delirio visivo, sono impazzita di gioia, negli anni ho sempre visitato delle loro mostre monografiche qua e là, ma non mi era mai capitato di vederli riuniti tutti insieme: Franz Marc, Beckmann, August Macke, Nolde, Pechstein, Kirchner, Munch, Schmidt-Rottluff, Jawlensky, c'erano proprio tutti, tutti, quelli che il nazismo ha considerato arte degenerata, a me invece fa sognare.
Su una collina residenziale chic con guida-architetto dell'associazione Bauhaus di Stoccarda visitiamo Weisshofen, quello che rimane di un progetto architettonico di inizio secolo. L'esposizione "Abitare" nel 1927 aveva fatto appello ai più grandi nomi dell'architettura del tempo, Mies van der Rohe direttore artistico con altri 19 architetti fra cui Le Corbusier, Walter Gropius, Scharoun, Frank e Behrens, per concepire un nuovo quartiere. C'era fame di alloggi, necessitavano costruzioni funzionali e veloci nell'esecuzione: sono gli anni della Repubblica di Weimar, il primo tentativo poi fallito di democrazia in Germania, si volevano aprire le porte al moderno, allo stile internazionale, si sperava in un "Neuland", un nuovo paese.
Si progetta un quartiere, non un ghetto operaio, si articolano strade non per le automobili, ma per gli uomini, gli spazi devono favorire la sociabilità e la comunicazione, armonia fra gli interni e gli esterni.
Sorgono 33 case, ne sono rimaste 12, quella progettata da Le Corbusier, sede del museo e le altre di proprietà della città di Stoccarda o di privati. Il Terzo Reich ha naturalmente bandito questo esperimento avanguardista, in parte distrutto o lasciato all'abbandono, ma ora recuperato, restaurato e valorizzato. Visitare Weisshofen significa fare una passeggiata fra la storia dell'architettura del XX secolo.
I nostri due intensi giorni a Stoccarda finiscono con il nuovo Mercedes-Benz Museum, ospitato in un fantastico palazzo futuristico, sulla riva destra del fiume Neckar. Francamente mi sembrava di essere in un film di James Bond, ascensori da 2001 Odissea nello spazio, la storia dell'automobile con modelli incredibili, persino certi con le ali, pannelli didattici e foto di momenti storici salienti che accompagnano e contestualizzano i progressi del motore, della ricerca e della tecnica.
Sorprende un superbo cavallo bianco all'ultimo piano, proprio davanti all'ascensore spaziale, vuole forse ricordare che la prima automobile dell'uomo aveva 4 zampe.
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