sabato 25 settembre 2010

Costa Azzurra: j'aime mon jardin


Tre casettine
dai tetti aguzzi,
un verde praticello,
un esiguo ruscello: Rio Bo,
un vigile cipresso.
Microscopico paese, è vero,
paese da nulla, ma però...
c'è sempre disopra una stella,
una grande, magnifica stella,
che a un dipresso...
occhieggia con la punta del cipresso
di rio Bo.
Una stella innamorata?
Chi sa
se nemmeno ce l'ha
una grande città.


Di "villages perchés", paesini e villaggi arroccati su pendii e montagne in Costa Azzurra, o dipartimento Alpi Marittime secondo la dicitura ufficiale, ce ne sono proprio tanti e taluni conosciutissimi come Eze Village, Vence, Saint Paul , les Hauts de Cagnes, Gourdon, Biot, giusto per citarne qualcuno. Il fatto è che, per quanto mi concerne, li trovo ormai impraticabili soffocati come sono da boutique, negozietti, bancarelle, saponi, spezie, ceramiche, oli ed essenze di tutti i tipi, tovaglie provenzali, souvenir, insegne, atelier, masse di turisti, aiuto, si salvi chi può, veramente troppo di tutto.


 In crisi da "pieno" urge allora ritrovare degli spazi interiori ed esteriori di vuoto, di silenzio, di lentezza, di semplicità apparentemente fatta di niente. Finalmente a Falicon, borgo sulle colline nizzarde, mi è venuta in mente quella poesia di Palazzeschi, studiata sui banchi di scuola e mai scordata. 
Per dire la verità Falicon è più grande di Rio Bo, ben più di tre casettine, i tetti non sono aguzzi e non c'è neppure il ruscello, ma vagabondando per le stradine vuote e silenziose, l'impressione di quiete è la stessa, stessa emozione di fronte a un tempo sospeso chissà dove, nel cammino fanno eco i propri passi,  un badile attaccato a una porta d'ingresso rivela il sentire della proprietaria "J'aime mon jardin", e il giardino non è un interno segreto, ma  la piazzetta prospiciente.


Come al solito tutto dipende dalla prospettiva: da un certo punto di vista a Falicon non c'è niente ed è per questo che mi piace tanto. Le vecchie case proteggono dallo sguardo gli inquilini, si intuiscono solo abitate, nessun negozio, a parte un minuscolo spaccio tabaccheria dagli orari misteriosi perché lo trovo sempre chiuso, due ristorantini, uno all'ingresso del villaggio che propone dei ravioli fatti in casa ripieni di stufato semplicemente divini e un'altro vicino alle fontane. Nessuna insegna, nessuna possibilità di vendere o comprare qualcosa, silenzio e strade deserte. 

Si può anche dire però che a Falicon c'è tutto: la fontana, il municipio, l'asilo con un parco giochi per i bambini nascosto fra vecchie mura, la chiesa con accanto la confraternita dei Penitenti Bianchi, creatasi come altre aggregazioni religiose nel Medio Evo con finalità non solo spirituali, ma anche sociali quali l'assistenza ai poveri, agli orfani, agli ammalati, ai condannati a morte. Nel borgo ci sono bellissime case dipinte e recentemente restaurate, angoli di poesia che con grande pudore e modestia  si lasciano ammirare.


 




 Naturalmente per i vicoli i gatti la fanno da padrone, immobili solo quelli scultorei che si impigriscono al sole. 
Si, lo penso veramente, come a Rio Bo a Falicon non manca niente, basta guardarsi intorno e poi......


Una stella innamorata?
Chi sa
se nemmeno ce l'ha
una grande città.

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