mercoledì 3 novembre 2010

Tel Aviv: Mitcham Hatachana

Anche ritornando in luoghi conosciuti in realtà c'è sempre qualcosa di nuovo, perché noi siamo cambiati e altrettanto lo sguardo,  il nostro percepire, le occasioni esterne così variegate e molteplici. Ma al di là di sensibilità soggettive, effettivamente  a Tel Aviv, rispetto all'anno scorso ci sono delle realtà nuove come  per esempio la Mitcham Hatachana, ovvero l' area della Stazione.

La vecchia stazione ferroviaria, (accanto al  borgo di Jaffa ed al limitare del quartiere di Neve Zedek, il primo grande insediamento abitativo a Tel Aviv di inizio 900) che dal 1892 al 1948 ha costituito il centro nevralgico e commerciale della città, ha riaperto al pubblico dopo un decennale restauro. Nel rispetto del passato, poiché nulla è cambiato della geografia di luoghi ed edifici, ma con una prospettiva nuova che guardando al futuro ha totalmente cambiato vocazione ed uso degli spazi.

L'area offre 22 edifici di varia architettura, rappresentativi ciascuno di uno stile o di un  momento storico differente come per esempio il terminal commerciale del 1892 o la Casa Rossa con richiami arabi; due carrozze d'epoca  raccontano in una mostra fotografica  le varie fasi del recupero.
Spazio aperto per i giovani, per i vecchi, per tutta  la città ed i turisti, vi confluiscono ora mostre d'arte, shopping, gadgets solo su Tel Aviv, atelier per i più piccoli, incontri di design,  ristoranti e varie manifestazioni culturali, adesso mi pare si dica "events". Ho trovato bellissimi gli interni del negozio della casa cosmetica israeliana Ahava, i cui prodotti  sfruttano le proprietà delle acque del Mar Morto (non ho beccato nessuna percentuale per questa pubblicità).

                                                                                                                   
Naturalmente c'è molto gente e molto movimento, ma i negozi sono  numerosissimi e smaccatamente nuovi di pacca, aleggia nell'aria forte odore di business e, per quanto mi concerne,  del troppo "restaurato", ma senz'altro meglio così: monumentalizzare con un restauro attivo l'area piuttosto che radere al suolo una pagina di storia, parte integrante della città, per farci un parcheggio, un grattacielo o un supermercato.


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