In qualche modo mi scoccia ammetterlo perché risulterà che non sono più di primo pelo, ma Nizza la frequento da circa quarant'anni, ci vivevano i miei genitori ed anch'io in passato vi ho risieduto stabilmente per una decina d'anni. Amo questa città, la Baie des Anges è un paesaggio che ho nel cuore e trovo un filo rosso di continuità tra Varna, Tel Aviv e Nizza, luoghi della mia storia, tutti e tre affacciati sull'acqua, grandi abbastanza da offrire servizi e opportunità come una metropoli, ma a dimensione umana, tante cose possibili a piedi, la vita che sembra fluire più per le strade che negli interni, piena atmosfera mediterranea. Se Milano è pudica e segreta con i suoi angoli di fascino nascosti dentro patii e cortili che dalla strada non lasciano trasparire nulla, come tante altre città di mare Nizza è solare e generosa, basta andare in giro e guardare. Il turismo moderno, prima d'élite e poi di massa è nato proprio qui, in Costa Azzurra, e non a caso si respira sempre aria vacanziera, ogni giorno sembra di festa, anche quando non lo è; la gente lavora ma non si corre, i negozi aprono alle dieci del mattino, il croissant caldo della colazione o la pausa pranzo degli uffici si consumano nei bistrot sui marciapiedi chiacchierando fra amici o colleghi e tutto è aperto, anche di domenica. Amo il liceo Massena, edificio storico testimonianza di "grandeur francese" con le sue decorazioni in maiolica turchese e la sua biblioteca dal magnifico parquet di legno, chissà se gli studenti si rendono conto della loro fortuna a studiare in un posto così bello,
e il parcheggio che ci sta di fronte, perché quasi non si vede a cosa serve, ricoperto com'è da un rigoglioso giardino pensile. Sul tetto si può passeggiare e non ci trovi quasi mai nessuno, forse non è conosciuto. Mi piacciono le decorazioni murali di tante vecchie ville e tutti quei trompe-oeil dipinti sulle facciate delle case. Uno in particolare mi è caro perché suscitava l' interesse dei miei figli da piccoli che non capivano trattarsi di un semplice disegno; passando in macchina sul lungomare all'altezza del quai des Ponchettes io dicevo: -poverino quel signore, gli tocca dipingere anche mentre piove-.
Amo il monastero della collina di Cimiez con il suo silenzio e il giardino curato tutto l'anno, ma sontuoso nella stagione delle rose in fiore e naturalmente Cours Saleya, il mercato della città vecchia, antiquariato il lunedì, mercato dei fiori, frutta e verdura gli altri giorni. La piazza davanti al bel palazzo della Prefettura è la zona dei coltivatori diretti: ci trovi la contadina con le erbe aromatiche fresche, qualche insalata appena raccolta e tutta piena di terra, le olive, il miele, i formaggi di capra. I venditori delle bancarelle di robe vecchie si allestiscono sempre il tavolo in pompa magna con tanto di tovaglia bianca e lauti pranzi, concertini acchiappa turisti, i ristoranti affollati e socca, la farinata locale, a volontà. Sei in Francia, si vede e si sente.
Pochi frequentano la collina di Baumettes, peccato, nasconde belle ville, palazzi e persino un castello, ed è centralissima, cinque minuti a piedi da Boulevard Gambetta e dal mare e offre in una sontuosa villa di fine '800 il museo di Belle Arti Jules Chéret, il più antico della città, costituitosi con i depositi di Stato voluti da Napoleone III°, nel retro un giardino minuscolo e pieno di fascino.
La spiaggia del lungomare è immensa. affollata e sassosa, non ci vado mai, ma dietro il porto, là dove partono i traghetti per la Corsica è tutta un'altra cosa, non ci si sente più in città. C'è il vecchio club nautico semplice e senza pretese, una spiaggetta attigua, il meraviglioso seminario (i preti se ne intendono), un vecchio trampolino e una costruzione su uno scoglio che d'estate fungono da romanticissimo bar-ristorante (un solo tavolo a picco sul mare, quante volte ho sognato di esservi invitata) e soprattutto, a partire da Coco Beach, il sentiero del litorale, passeggiata fra gli scogli, sospesa fra terra e mare. E' la Nizza che amo di più.
Nessun commento:
Posta un commento