Per qualcuno che bazzica la Costa Azzura non serve aggiungere altro, basta dire la Fondation e tutti capiscono di cosa si tratta, è la Fondation Maeght di Sant Paul de Vence, tempio di arte moderna e contemporanea fondato da Marguerite e Aimé Maeght.
E' il primo luogo d'arte che visito in assoluto ogni volta che arrivo, mi ero iscritta all'Associazione Amici del Museo negli anni di residenza nizzarda, qui le mostre più memorabili; ricordo in particolare "la Russie et les avant-gardes" del 2003, con opere di Chagall cubista prima maniera, i Suprematisti e Costruttivisti russi, degli straordinari Mondrian, Malevitch, Lissitzky che non erano mai usciti prima dall'Hermitage, dai grandi musei moscoviti e da collezioni private.
Forse mi è rimasta impressa perché ebbi la fortuna di visitarla la sera con un gruppo di amici in forma privata accompagnati da Adrien Maeght, figlio di Aimé e continuatore con la famiglia della Fondazione. Esperienza unica ascoltare le sue spiegazioni ed i suoi commenti ricchi di storie personali, i suoi ricordi giovanili degli artisti, (Braque, Giacometti, Mirò, Calder per esempio) divenuti amici, che abitualmente frequentavano la casa.
Ricordo in particolare che in quell'occasione Adrien Maeght sottolineò i costi stratosferici dell'organizzazione di una mostra così internazionale, per le opere, polizze assicurative alle stelle. Per qualche anno in seguito avrebbero dovuto stare tranquilli, accontentarsi di mostre meno importanti esibendo solo le loro collezioni permanenti.
Della Fondation non ne ho parlato prima perché non osavo, è come accostarsi ad un mostro sacro di fronte al quale ci si sente inadeguati. Alla Fondation tutto mi sembra bellissimo: il luogo innanzitutto, magico nella visita al tramonto quando gli autobus carichi di folla se ne sono già andati ed è quasi vuoto, il parco sulla collina con le sculture inserite nel verde, l'architettura modernissima della sede in contrasto con i massi provenzali tradizionali tutt'intorno, le opere d'arte esposte delle Collezioni permanenti, la qualità delle mostre temporanee.
Iniziatore di questo universo del bello è il mitico Aimé Maeght, incisore, litografo, mercante d'arte, gallerista, mecenate, editore, produttore di film, collezionista; interessi ed attività poliedriche per una vita d'eccezione, grande figura della scena artistica internazionale. Nel 1945, nel fervore del dopoguerra apre i battenti la Galleria Maeght a Parigi;
Bonnard, Matisse, Braque, i compagni della prima ora, si aggiungerà poi, strada facendo, una lista impressionante di pezzi da novanta dell'arte, Chagall, Mirò, Calder, Giacometti, Léger, Valerio Adami, Chillida, Rebeyrolle e tanti altri. Nel 1954 su consiglio di Fernand Léger i Maeght vanno negli Stati Uniti e visitano le grandi collezioni americane, Barnes, Phillips, Guggenheim, maturando l'idea di creare un luogo dove riunire le loro collezioni e dove gli amici artisti possano lavorare e scambiare idee.
Nasce così nel 1964 la Fondation Maeght di Saint Paul de Vence, con lo scrittore André Malraux, allora ministro della Cultura, che pronuncia il discorso di apertura. Che favola deve essere stata quell'inaugurazione con Yves Montand che cantava Prévert e la voce straordinaria di Ella Fitzgerald.
Fino al 1981, anno della sua morte, Aimé Maeght edita la rivista "Derrière le Miroir" cui collaborano con litografie ad hoc i più grandi artisti della seconda metà del XX° secolo e libri d'arte, momento di incontro privilegiato fra pittori e poeti, fusione di grafica e parola per la gioia dei bibliofili.
La mostra di quest'estate è dedicata allo spagnolo Eduardo Chillida, questo "scultore divenuto fabbro" secondo Gaston Bachelard, celebre per le sue sculture monumentali e per i suoi collage grafici e poetici. 80 sculture e 60 opere su carta che testimoniano di un grande sodalizio umano e creativo fra l'artista ed Aimé Maeght. Sul dépliant di presentazione dell'esposizione si cita questa frase dell'artista: " je n'ai jamais cherché la beauté. Mais quand on fait les choses comme il faut les faire, la beauté peut leur arriver".
Joan Mirò: Personnage 1972 |
Forse mi è rimasta impressa perché ebbi la fortuna di visitarla la sera con un gruppo di amici in forma privata accompagnati da Adrien Maeght, figlio di Aimé e continuatore con la famiglia della Fondazione. Esperienza unica ascoltare le sue spiegazioni ed i suoi commenti ricchi di storie personali, i suoi ricordi giovanili degli artisti, (Braque, Giacometti, Mirò, Calder per esempio) divenuti amici, che abitualmente frequentavano la casa.
Ricordo in particolare che in quell'occasione Adrien Maeght sottolineò i costi stratosferici dell'organizzazione di una mostra così internazionale, per le opere, polizze assicurative alle stelle. Per qualche anno in seguito avrebbero dovuto stare tranquilli, accontentarsi di mostre meno importanti esibendo solo le loro collezioni permanenti.
Della Fondation non ne ho parlato prima perché non osavo, è come accostarsi ad un mostro sacro di fronte al quale ci si sente inadeguati. Alla Fondation tutto mi sembra bellissimo: il luogo innanzitutto, magico nella visita al tramonto quando gli autobus carichi di folla se ne sono già andati ed è quasi vuoto, il parco sulla collina con le sculture inserite nel verde, l'architettura modernissima della sede in contrasto con i massi provenzali tradizionali tutt'intorno, le opere d'arte esposte delle Collezioni permanenti, la qualità delle mostre temporanee.
Pol Bury: Fontaine 1978 |
Bonnard, Matisse, Braque, i compagni della prima ora, si aggiungerà poi, strada facendo, una lista impressionante di pezzi da novanta dell'arte, Chagall, Mirò, Calder, Giacometti, Léger, Valerio Adami, Chillida, Rebeyrolle e tanti altri. Nel 1954 su consiglio di Fernand Léger i Maeght vanno negli Stati Uniti e visitano le grandi collezioni americane, Barnes, Phillips, Guggenheim, maturando l'idea di creare un luogo dove riunire le loro collezioni e dove gli amici artisti possano lavorare e scambiare idee.
Nasce così nel 1964 la Fondation Maeght di Saint Paul de Vence, con lo scrittore André Malraux, allora ministro della Cultura, che pronuncia il discorso di apertura. Che favola deve essere stata quell'inaugurazione con Yves Montand che cantava Prévert e la voce straordinaria di Ella Fitzgerald.
Fino al 1981, anno della sua morte, Aimé Maeght edita la rivista "Derrière le Miroir" cui collaborano con litografie ad hoc i più grandi artisti della seconda metà del XX° secolo e libri d'arte, momento di incontro privilegiato fra pittori e poeti, fusione di grafica e parola per la gioia dei bibliofili.
Chillida: La Casa de Juan Sebastian Bach. 1981 |
Sono d'accordo: una delle più stimolanti collezioni d'arte moderna che ci siano. Adoro Mirò.
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