Ho parcheggiato la mia smart in viale Monza all'altezza dello Zelig, quel famoso cabaret milanese trampolino di lancio di tanti artisti ed ho sceso dei gradini, eccolo il canale della Martesana che collega Milano fino all'Adda. E' girando a destra, verso l'esterno che ci sono le ville più belle, ma senza la bici è dura, troppo da scarpinare, volto a sinistra, verso la Cassina de' Pomm fino in via Melchiorre Gioia.
Ma siamo proprio a Milano? Nella metropoli intrafficata e rumorosa? In quella realtà operosa e frettolosa? Sembrano rispondere di no le anitre, pigramente appollaiate su un copertone, gli orti lungo le sponde con la ferrovia che fa da sfondo, le ortensie dai colori ormai spenti dell'inverno che sta per iniziare, due superbe palme svettanti che forse hanno sbagliato indirizzo, loro si credono in riviera.
E anche le case non sembrano cittadine, altro che ponte della Ghisolfa o scempio urbanistico del cavalcavia di Renato Serra col più alto tasso di inquinamento della città, qui vien voglia di cambiare subito indirizzo e venirle ad abitare, certe hanno persino il ponticello davanti.
Alla Cassina de' Pomm la gente pranza fuori sotto il pergolato, il cortile interiore riporta a una lontana realtà rurale che sembra sepolta nella notte dei tempi.
Fotografie del Naviglio della Martesana e della sua flora e fauna da Milano a Crescenzago
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