Un altro anno è passato e puntuale si ripresenta la riflessione sul tempo che inesorabile avanza. In una bella domenica milanese di novembre sono andata alla Triennale con la mia amica Paola, c'era una mostra dal titolo intrigante: O' clock, time design design time. Non so, magari c'è ancora, il soggetto lo dice chiaramente il titolo, come il design interpreta quelle maledette lancette che continuano a girare.
Nella presentazione alla mostra si fa notare che altre arti hanno già dedicato abbondante spazio a questo tema, Claude Monet ha dipinto più quadri della cattedrale di Rouen fissata sulle tele in diverse ore del giorno, Andy Warhol ha proposto otto ore di riprese consecutive dell'Empire State Building nel film Empire del 1964, di recente ho visto a Gavirate un'opera di Isabella Bai osservare New York nello scorrere delle stagioni, per non parlare del ricchissimo patrimonio fotografico; e con il design a che punto siamo? Un dépliant informa che in esposizione si troveranno oggetti enigmatici, artefatti estetici, progetti ironici, provocazioni ludiche, meccaniche, filosofiche, rigorosamente proibito fotografarle, ma gli spunti di riflessione rimangono. Per esempio le parole di presentazione di Silvana Annichiarico curatrice della mostra: "Una volta che il tempo di vita è stato colonizzato dal tempo di lavoro e/o dal tempo del consumo, il design può concentrarsi sul tempo di mezzo: cioè su ciò che sta nelle pieghe del vissuto, del lavorato, del consumato. Il suo tempo d'elezione può allora diventare il frattempo: tempo del gioco, tempo dell'ozio, tempo dell'intervallo, tempo dello sperpero, tempo dell'inazione, tempo dell'atto mancato, tempo della meditazione, tempo della creazione".
Un augurio per il 2012 alle porte? A qualunque età e in qualunque circostanza, di fronte a un sogno, a un progetto, al possibile cambiamento, all'appuntamento con una nuova sfida, non pronunciare mai come il Bianconiglio di Alice nel Paese delle Meraviglie: "E' tardi è tardi, sono in ritardo, in arciritardissimo!"
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