martedì 31 gennaio 2012
Cile flash 4: il trombettista
Domenica assolata, ma di un bel caldo secco con graditissimo venticello. All'ingresso della metropolitana di Avenida O' Higgins non c'è anima viva, però il trombettista ce la mette tutta e ci regala una performance in piena regola, a Santiago jazz come a New Orleans.
lunedì 30 gennaio 2012
Cile flash 3: Monita in cattedrale
In Plaça de Armas, la piazza principale, il cuore storico della Santiago fondata nel 1540, c'è la Cattedrale. E' il quinto edificio religioso ad essere stato costruito sul medesimo posto, i precedenti non sono sopravvissuti ad incendi e terremoti in questo paese che pare essere il più sismico al mondo. Sul territorio cileno si registrano in media 500 scosse leggere e 7 sismi importanti all'anno. Quest' ultima cattedrale è neoclassica di fine '700 e mi colpisce la sua stretta vicinanza con due modernissimi grattacieli. L'architetto è un italiano Joaquin Toesca, lo stesso che ha progettato il palazzo presidenziale della Moneda.
.All'interno della cattedrale c'è un bellissimo chiostro, ottimo per la pausa ombrosa del pomeriggio dopo ore di scarpinate. E lì che ha fatto la sua apparizione Monita. Monita è un barboncino bianco, molto sveglia come tutti quelli della sua razza; sta in braccio al suo papà e non smettono di sbaciucchiarsi. -Monita qui è alla sua prima visita, non è mai stata in cattedrale- spiega amabilmente il suo padrone- per questo la devo rassicurare......
domenica 29 gennaio 2012
Santiago del Cile: Provindencia 139
sabato 28 gennaio 2012
Cile in volo: flash number 1
Tra scegliere le foto, ritoccarle con Picasa con quelle quattro funzioni che ho imparato, documentarmi per non scrivere troppo sciocchezze, strizzarmi le meningi per il testo, rivedere la scrittura, organizzare sulla pagina web parole e immagini, per preparare un post ci metto delle ore, impensabile in viaggio, tanto più che per fortuna non soffro di insonnia e la notte dormo. D'altra parte un silenzio-blog di sei settimane mi farebbe cadere in totale crisi d'astinenza, lo so già, no bueno per la salute, allora mercoledì durante l'ultima nuotata milanese ho pensato a dei post brevissimi, poche foto, un pensiero, giusto il lampo di un flash insomma, poi tornata a casa la possibilità di sistemare più organicamente il materiale raccolto. Inizio con .......il volo.
Mi ha colpito la vastità dei paesaggi cui da europea non sono avvezza. Prima l'oceano, poi per due ore sopra la campagna argentina con le colture perfettamente geometriche e squadrate che sembravano tirate coi righelli e col compasso, improvvisamente immensa e maestosa la Cordigliera delle Ande, rocce nere e grige e rosse (immagino siano tutti i minerali di cui il Cile è ricchissimo, rame in testa), cime e altopiani innevati.
Mi ha colpito la vastità dei paesaggi cui da europea non sono avvezza. Prima l'oceano, poi per due ore sopra la campagna argentina con le colture perfettamente geometriche e squadrate che sembravano tirate coi righelli e col compasso, improvvisamente immensa e maestosa la Cordigliera delle Ande, rocce nere e grige e rosse (immagino siano tutti i minerali di cui il Cile è ricchissimo, rame in testa), cime e altopiani innevati.
martedì 24 gennaio 2012
Cile: La poesia non può essere sconfitta
"Noche, nieve y arena hacen
la forma de mi delgada patria,
todo el silencio estàen su larga linea
toda la espuma sale de su barba marina,
todo el carbon la llena de misteriosos besos"
Fatta di notte, neve e arena, di schiuma marina e ricca di baci misteriosi, scrive il poeta, una lunga sottilissima (delgada) striscia di terra lambita dal Pacifico e protetta dalle Ande dove incontreremo tutte le incredibili fantasie della natura: oceano, deserto, montagne, ghiacciai, fiordi, foreste, laghi, isole, il calore estivo delle spiagge dorate e il freddo delle nevi perenni. Neruda l'ha conosciuta tutta la sua terra, l'ha profondamente amata, l'ha girata in lungo e in largo, le ha dedicato parole e pagine scrivendone per tutta la vita in prosa e in poesia.
"Scusatemi se quando voglio
narrare la mia vita
è terra il mio racconto.
Questa è la terra.
Cresce nel tuo sangue
e cresci.
E se si spegne nel tuo sangue
tu ti spegni." (1)
Tutti noi, perituri, che toccammo i metalli,
il vento, le riviere dell'oceano, le pietre
sapendo che resteranno, immobili oppure ardenti,
ed io lo andai scoprendo, nominando ogni cosa:
Fu il mio destino amare e congedarmi." (1)
Il vagabondo di Valparaìso
Valparaìso è vicinissima a Santiago. La separano solo le irsute montagne sulle cui cime si levano, come obelischi, grandi cactus ostili e fioriti. E tuttavia un che d'infinitamente indefinibile distingue Valparaìso da Santiago. Santiago è una città prigioniera, assediata dalle sue mura di neve. Valparaìso invece apre le sue porte all'infinito mare, alle grida delle strade, agli occhi dei bambini.......Valparaìso a volte si scuote come una balena ferita. Barcolla nell'aria, agonizza, muore e resuscita.........Io ho vissuto fra questi colli aromatici e feriti. Sono colli palpitanti in cui la vita batte in infiniti sobborghi, con insondabili intrecci, come giri di conchiglia o spirali di tromba..... (2)
Radici
.....E' vero. Le terre della frontiera hanno messo radici nella mia poesia e non hanno mai potuto uscirne. La mia vita è un lungo peregrinare che torna sempre al punto di partenza, al bosco australe, alla selva perduta.....(2)
Cristalli rotti
.......Andiamo, poesia d'amore! Sollevati dai vetri rotti, che è giunta l'ora di cantare.
Aiutami, poesia d'amore, a ristabilire l'integrità, a cantare sopra il dolore.
E' vero che il mondo non si pulisce dalle guerre, non si lava dal sangue, non si corregge dall'odio. E' vero.......E continuo a credere nella possibilità dell'amore. Ho la certezza della comprensione fra gli esseri umani, raggiunta sopra i dolori, sopra il sangue e sopra i cristalli spezzati. (2)
Come al solito parto con Gastone, alias l'inossidabile Patrizia. Discutiamo, litighiamo, siamo diversissime e ci vogliamo bene, ci dicono che sembriamo una vecchia coppia di coniugi brontoloni, ma abbiamo sulle spalle quarantacinque anni di un'amicizia nata sui banchi del liceo. Non potrei avere compagna di viaggi migliore perché lei è un tour operator formidabile, su internet prenota voli e alberghi, cerca e riesce sempre a trovare, ha naso per il buon ristorantino della sera quando facciamo l'unico vero pasto del giorno, gestisce con piglio da amministratore delegato la cassa comune e quando serve guida benissimo sfrecciando alla Niki Lauda sulle belle strade asfaltate, ma si destreggia da pilota consumato anche a trenta allora con delle buche gigantesche che sembravano voragini come nel giro dell'isola di Cuba e poi... la qualità più bella, è sempre di buon umore. Insomma, si accolla senza un lamento tutto ciò che io, pigra ed imbranata, odio e non so fare e pazienza se capita che metta scrupolosamente soldi e documenti in cassaforte dimenticandosi poi di chiuderla (quella volta nel Kerala per fortuna è andata bene) o se tutte le sere punta inesorabilmente la sveglia anche se non c'è nessuna levataccia prevista per l'indomani, lei se ne frega perché prima di dormire si mette i tappi nelle orecchie e sarò solo io a sentirla incazzandomi regolarmente. Nessuno è perfetto, pura invenzione romantica il principe azzurro, ma anche le perle rare lasciamole alle favole e non mi si chieda quale sia il mio contributo operativo alla nostra micro comunità, non ne ho la più pallida idea, forse che la lascio quasi sempre vincere a burraco nelle nostre serate poco mondane. Questa volta comunque non ha dovuto lavorare tanto, di prenotato c'è solo il volo Milano-Parigi-Santiago e ritorno il 5 marzo e le prime quattro notti d'albergo nella capitale cilena, per il resto tutto da improvvisare giorno per giorno sul posto, un vero "on the road", il modo di viaggiare che preferiamo quando il paese lo permette. Pare siano luoghi sicuri, pare che gli autobus di linea siano puntuali ed efficienti come il mitico Greyhound americano e dunque in programma spostamenti con i mezzi locali e pernottamenti d'occasione trovati strada facendo. Nei percorsi itineranti bisogna essere leggeri, con lo zainone in spalla non me la sento, "non ho l'età" cantava la Cinquetti, mi muoverò con un trolley piuttosto piccolo dove ci sta solo l'essenziale e il trovarlo è già una bella disciplina del viaggio. Ma la data fatidica del 26 gennaio incalza, è arrivato il momento di dire la mia formula rituale scaramantica: se i numi tutelari ci assistono e se le stelle ci saranno favorevoli, Cile, terra di artisti e di poeti, Pablo Neruda, suo ineguagliato cantore, aspettateci, stiamo arrivando!
(1) Pablo Neruda: Un giorno ancora Passigli Editori 2004
(2) Pablo Neruda: Confesso che ho vissuto Oscar Mondadori 2011 settima edizione
giovedì 19 gennaio 2012
Saint Honorat: crisi, affari & spiritualità
lunedì 16 gennaio 2012
Arte e bicicletta
Lungo il percorso dell'esposizione vari stralci di pensieri che scrittori e poeti le hanno dedicato: per taluni, "à force de vélo" la bicicletta diventa persino maestra di vita.
Vissuta in sordina per anni nei paesi occidentali scalzata da roboanti motociclette, moto e automobili in primis, la bicicletta è tornata ad essere negli ultimi anni un oggetto "faro" nelle nostre società "inquinate" e finalmente preoccupate della qualità ambientale. Dai primi velocipedi in legno senza pedali antenati della bici, a quella famosa con la gigantesca ruota davanti fino alle ultime creazioni high tech, negli spazi bianchi ed essenziali del museo è lei, la bicicletta, la vera protagonista e musa ispiratrice di artisti e designer ( sempre attuale e bellissima quella "Sella" del 1957 di Achille e Piergiacomo Castiglioni). Persino le catene delle ruote diventano occasione per una scultura murale bagnata dal sole di dicembre.
Fernand Léger: Les deux guidons 1945 |

Scriverò un'ovvietà dicendo che per fortuna non siamo tutti uguali, il mondo è ricco e vario e fuori dalla mostra, su una cassetta delle lettere c'è chi, a quattro zampe e non a due ruote, ama certamente la libertà, ma al movimento preferisce una statuaria immobilità .
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