Incastonate come un gioiello fra le montagne e preziose come zaffiro, smeraldo e turchese, eppure non sono pietre, ma le acque cristalline del lago di Braies. Sensibili a tutti i riflessi, alle diverse ore e stagioni, le acque restituiscono in una ricchissima tavolozza di blu, verdi e turchesi i raggi del sole, alberi e fronde, i profili delle montagne, i fondali del lago e le sue diverse profondità.
Come l'estate scorsa sono tornata con le amiche nella stupenda Val Pusteria e quest'anno si è presentata all'appuntamento la fortuna di poter fare a piedi tutto il giro del lago perché il cielo era blu. Incredibile bellezza e la grande gioia di poterne godere. Nessuna nefasta speculazione turistica, nessuno scempio urbanistico, (e penso al lago di Misurina) il lago di Braies è profondamente rispettato, una cappella e un solo albergo, carico però di storia.
Nel 1856 Joseph Hellenstainer, marito della famosa albergatrice tirolese Frau Emma, acquista il lago di Braies; da notare che prima dell'arrivo della famiglia Hellenstainer di Villabassa, nella valle regnava grande povertà, pochi contadini perché il terreno era scarsamente coltivabile e gli artigiani, calzolai, sarti e tessitori lavoravano spostandosi di maso in maso per sbarcare il lunario. Il figlio primogenito Hellestainer è stato il primo a valorizzare turisticamente il luogo.
Dapprima inizia la sua attività imprenditoriale vendendo il ghiaccio del lago alle fabbriche di birra, seguono la vendita del pesce e il noleggio delle barche, infine la costruzione del grande albergo firmato dall'architetto viennese Otto Schmid inaugurato a fine ottocento e ora posto sotto tutela delle Belle Arti. La notorietà del luogo arriva fino alla corte di Vienna e nel 1910 vi si reca per un soggiorno di diverse settimane persino l'erede al trono, l'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria-Este con la famiglia.
Ma all'hotel “Lago di Braies” è anche strettamente legato il dramma di 139 detenuti delle SS a fine della seconda guerra mondiale. Nel gruppo di prigionieri arrivato dal campo di concentramento di Dachau a Villabassa il 28 aprile 1945 c'erano personaggi di grande rilievo, 139 persone di 17 nazioni europee, fra cui l'allora cancelliere austriaco Kurt Schuschnigg e familiari di quel famoso conte von Stauffenberg che aveva tentato senza successo l'attentato a Hitler.
Gli illustri prigionieri, trasferiti in Alto Adige e strettamente controllati dai nazisti, dovevano servire come merce di scambio nelle trattative di fine guerra con gli alleati occidentali, ma con la subitanea capitolazione tedesca gli ostaggi vengono liberati a Villabassa dalla Wehrmacht e portati poi all'hotel “Lago di Braies” dove li accoglie la proprietaria, Frau Emma Heiss-Hellenstainer. L'albergo è cosi storicamente diventato simbolo di una libertà ritrovata e dell'incontro infine nella pace di uomini provenienti da più paesi europei. Il 1° maggio 1945 ostaggi e prigionieri speciali delle SS tornati uomini liberi celebrano insieme una messa nella chiesetta del lago.
Dapprima inizia la sua attività imprenditoriale vendendo il ghiaccio del lago alle fabbriche di birra, seguono la vendita del pesce e il noleggio delle barche, infine la costruzione del grande albergo firmato dall'architetto viennese Otto Schmid inaugurato a fine ottocento e ora posto sotto tutela delle Belle Arti. La notorietà del luogo arriva fino alla corte di Vienna e nel 1910 vi si reca per un soggiorno di diverse settimane persino l'erede al trono, l'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria-Este con la famiglia.
Ma all'hotel “Lago di Braies” è anche strettamente legato il dramma di 139 detenuti delle SS a fine della seconda guerra mondiale. Nel gruppo di prigionieri arrivato dal campo di concentramento di Dachau a Villabassa il 28 aprile 1945 c'erano personaggi di grande rilievo, 139 persone di 17 nazioni europee, fra cui l'allora cancelliere austriaco Kurt Schuschnigg e familiari di quel famoso conte von Stauffenberg che aveva tentato senza successo l'attentato a Hitler.
Gli illustri prigionieri, trasferiti in Alto Adige e strettamente controllati dai nazisti, dovevano servire come merce di scambio nelle trattative di fine guerra con gli alleati occidentali, ma con la subitanea capitolazione tedesca gli ostaggi vengono liberati a Villabassa dalla Wehrmacht e portati poi all'hotel “Lago di Braies” dove li accoglie la proprietaria, Frau Emma Heiss-Hellenstainer. L'albergo è cosi storicamente diventato simbolo di una libertà ritrovata e dell'incontro infine nella pace di uomini provenienti da più paesi europei. Il 1° maggio 1945 ostaggi e prigionieri speciali delle SS tornati uomini liberi celebrano insieme una messa nella chiesetta del lago.
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