In puro stile provinciale, l'antico castello feodale eretto sulla base di una prima fortezza del IX° secolo, non è più visitabile; è di proprietà privata e gli arredi d'epoca sono stati tutti venduti all'asta. Non più libero nemmeno l'accesso ai suoi giardini a terrazza disegnati dal grande Le Notre, il paesaggista di Versailles, solo per gruppi e su prenotazione. Peccato!
Un borgo veramente minuscolo, troppi turisti, troppi ristoranti, troppi negozi di profumi, essenze, oli, miele, lavanda, oggetti di vetro fatti a Taiwan, saponi, tutti concentrati in quei pochi vicoli del borgo.
Come sempre angoli preziosi di bellezza e poesia si lasciano scoprire: un dipinto che ha la finestra come cornice, bottiglie colorate, un gatto bianco che si stiracchia sul davanzale della finestra, un albero ombroso fra le pietre delle case, la chiesa romanica del XII° secolo, bellissima nella sua austera semplicità, con un San Vincenzo ligneo dai pomelli rossi.
Nel percorso tortuoso e affascinante da Gourdon a Tourrettes sur Loup ci si addentra nelle gole. Assolutamente imperdibile , le Saut du loup, stupendo punto panoramico con il suo ponte tra cascate, rocce e farfalle e la "grande marmite" erosione geologica del fiume Loup formatasi nel terziario e quaternario.
Infine l'affascinante Tourrettes sur Loup, il villaggio della violetta "Victoria" coltivata da ottobre a marzo e proposta in mille varianti: fiore per i bouquet, fiore cristallizzato come caramella, gelato, marmellata, sciroppo, la foglia recisa destinata all'industria profumiera della vicina Grasse. A fine raccolta, a marzo, Tourrettes sur Loup celebra con una grande festa questo romantico fiore.
Tourrettes mi piace perché è segreta. Dalla strada provinciale non si vede nulla, solo la solita pigra piazza dei villaggi del sud; bisogna entrare dalle sue due porte laterali per scoprire la sua originale ricchezza architettonica articolata intorno a un'arteria centrale a forma di mezzaluna. Negli anni 50 il borgo era molto di moda, luogo d'incontro privilegiato di musicisti, pittori, scrittori, poeti, il grande Prévert vi amava soggiornare. -Quanto ce la siamo spassata- mi racconta un vecchio signore di origine calabrese con cui chiacchiero al bar- incredibile allora l'atmosfera di festa, e quanti pétards, ci siamo fatti- dove pétard sta per "spinelli" e qui, a quanto pare, di "erba" ne circolava tanta.
Bellissimo e curatissimo come sempre in tutte le città grandi e piccole dei nostri cugini d'oltralpe, il Municipio, fiero simbolo per eccellenza della "grandeur" francese. Il castello-municipio di Tourrettes apre le sue porte a numerose manifestazioni culturali, come l'esposizione pittorica del momento.
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