Sull'isola Shikoku, la più piccola e meno popolosa tra le 4 maggiori isole dell'arcipelago giapponese, a Marugame nella prefettura di Kagawa, visitiamo quest'altra sua realizzazione, il Mimoca ovvero il Marugame Genichiro-Inokuma Museum of Contemporary Art. Il conservatore del museo ci spiega che volutamente questo polo museale si trova in pieno centro città; vista la talvolta difficile fruizione dell'arte contemporanea, si è voluto creare un luogo d'incontro vicino alla gente di facile accesso, fulcro di mostre temporanee e eventi culturali. Malgrado l'imponente edificio e la vastità degli spazi interni la porta di ingresso è minuscola, quasi non si vede e c'è una spiegazione: come nelle case da tè l'ingresso è modesto perchè la sorpresa una volta dentro sia ancora più grande. Sempre studiatissimo in Giappone il rapporto fra interno ed esterno.
Ricco di tutta l'opera di Genichiro Inokuma da lui donata, il museo è dedicato a questo artista di Takamatsu che ha vissuto fra il Giappone, Parigi (dove ha frequentato Matisse e seguito la sua lezione) New York e le isole Hawaii, artista che ha saputo magistralmente sintetizzare lo stile suggestivo della pittura tradizionale giapponese con l'astrazione occidentale. In questo momento al Mimoca si tiene anche un'esposizione temporanea dal titolo bellissimo, "Silken Dreams", sogni di seta.
La nostra meta, oltre naturalmente alla fruizione del paesaggio naturalistico stupendo lungo il tragitto, è il Toyo Ito Museum of Architecture, ma a poche decine di metri prima ne spunta imprevisto un altro a dir poco originale e non ce lo lasciamo scappare.
E' il Tokoro Museum e espone le opere dell'artista messicano Noe Katz.
Artista messicano si fa per dire, sarà anche nato in Messico ma con quel cognome non poteva che far parte della tribù ebraica dell'Europa dell'est rifugiatasi in Messico durante o a fine seconda guerra mondiale. Ho pensato-sarà figlio o nipote di Alex Katz, anticipatore esponente della pop art americana- e ho cercato parentele che non ho trovato, forse si tratta solo di un'omonimia di cognome. Vivace e ludico il lavoro di Noe Katz, a partire da quelle "Kissing Doors" del 2003 che costituiscono le porte d'ingresso scorrevoli e da quella coloratissima scultura che si intravede dietro dal sapore autobiografico "Mi mama y yo".
Un serioso "Cardinale" (1953) di Giacomo Manzù sorveglia tutto dall'alto e con la sua solennità stempera l'allegria del luogo, mentre in fondo al giardino dello spazio museale, a picco sul mare, si intravede una scultura di Tom Wesselmann, "Scribbled Tulip".
E infine in una posizione stratosferica, il Toyo Ito Museum of Architecture che si compone di due edifici: uno contiene schizzi, fotografie, pubblicazioni, maquette e realizzazioni del famoso architetto, nel 2002 Leone d'Oro alla carriera all'ottava Mostra di Architettura della Biennale di Venezia,il secondo è uno spazio dedicato a seminari di lavoro e gruppi di studio.
Sul prato, come delle sculture, due grandi maquette del grattacielo Mikimoto a Ginza e della Biblioteca della Tama Art University, riuscitissime recenti realizzazioni dell'architetto a Tokyo.
Di Toyo Ito sempre a Tokyo a Omotesando nei primi giorni del nostro soggiorno giapponese avevamo avuto modo di ammirare lo splendido palazzo del marchio italiano TOD's.
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