mercoledì 30 gennaio 2013

Gabon: la Lopé regala il tramonto più bello


Alla Lopé siamo nella regione Ogooué-Ivindo, quella più estesa e meno abitata (1 abitante per chilometro quadrato),  numerose le etnie presenti sul territorio fra cui  Pigmei, Kwélé, Kota, Simba, maggioritari i Fang. In Gabon la lingua ufficiale è il francese, ma numerose etnie pur nella diversità di espressione sono legate a un fondo etno-linguistico comune che riunisce le popolazioni dell'Africa sub-sahariana, il bantu, e a parte i Pigmei, le circa 50 etnie che vivono in  Gabon fanno parte della famiglia linguistica bantu.



Durante la colonizzazione del paese agli inizi del XX° secolo da parte degli europei, soprattutto il nord di questa regione ha subito più cambiamenti, passando dal dominio tedesco all'annessione al Camerun e infine al controllo francese. La Lopé è un villaggio di circa 1000 abitanti che vive del turismo intorno al Parco Nazionale, l'unico del Gabon ad essere stato dichiarato dall'Unesco nel 2002 Patrimonio dell'Umanità.

 Di una superficie immensa di 497.000 ettari, il parco presenta vari eco-sistemi, foreste primarie e secondarie, savane vecchie di almeno 40.000 anni e corsi d'acqua, un alternarsi stupendo di declivi e colline e dall'alto domina il monte Brazza;



 è anche ricco faunisticamente, residenza di tutti i grandi primati,  molte colonie di mandrilli, noi abbiamo visto bufali a mollo e elefanti, due femmine con un piccolino.



hotel de la Lopé
L'albergo della Lopé era stupendo, ma visto il prezzo avevamo optato per l'annesso a soli tre chilometri di distanza, assicurati dal fatto che c'era comunque una "navette" continua fra le due strutture.
annesso
Quando l'ho visto per un attimo ho pensato di folleggiare e trasferirci per finire in bellezza le nostre ultime tre notti vagabonde, ma ascoltati i problemi degli ospiti, mancanza d'acqua nelle stanze (si lavavano in piscina), la corrente a spizzichi e bocconi, il ristorante che ogni tanto era chiuso perché le provviste erano finite, mi sono detta che proprio non ne valeva la pena.

 Da noi funzionava tutto e poi al mattino sul prato dell'annesso circolavano persino bellissimi uccelli che non so chi siano dalla coda lunga lunga. Certamente dei maschi che dovevano far colpo perché nel mondo animale a quanto pare succede il contrario che tra noi bipedi senza penne, sono sempre i maschi i più appariscenti che devono conquistare, le femmine- veline non si usa.


Il fascino dell'hotel della Lopé consisteva soprattutto nella vista, ECCEZZIUNALE VERAMENTE, di cui si godeva dal terrazzo della piscina, come una quinta di teatro che magicamente si apre sul fiume Ogooué e sulla natura circostante; un panorama mozzafiato che ti piazzi lì davanti per ore intere, guardi e null'altro occorre, la felicità assoluta della contemplazione.





Da quel terrazzo sull'Ogooué il tramonto più bello che il Gabon ci abbia regalato!






Un giorno ce ne siamo andati in barca in giro sul fiume, la corrente sempre sostenuta e molti mulinelli; è stata l'occasione per sbarcare su un altro punto della giungla e vedere delle antichissime incisioni rupestri e un mortaio scolpito nella pietra, altra testimonianza vecchia di decine di millenni.

Un'altra volta, rinunciando al mega fuoristrada che l'albergo metteva a disposizione per le visite previo profumato pagamento, abbiamo optato per un mezzo scassatissimo che procedeva per miracolo sulle dissestate piste del parco, come montagne russe da luna park, e ogni tanto si fermava e bisognava spingerlo, ma le guide erano dei veri esperti.

 Mi ha divertito che al posto dello specchietto retrovisore, c'era appeso un CD; alla faccia del coraggio e della fantasia, questi ragazzi amano profondamente i loro luoghi e il loro lavoro e operano in condizioni difficilissime eppure sorridono sempre, avrei voluto con un colpo di bacchetta magica poter offrire loro un mezzo più decente. 

Dalla nostra postazione sublime davanti al fiume durante il giorno vediamo passare il treno, purtroppo non siamo né legno pregiato né manganese ma soltanto uomini e ci tocca partire alle 3 di notte, sarà l'ultima faticaccia del nostro periplo, si ritorna alla base, a Libreville, da cui siamo partiti due settimane prima.  Francesco ha voluto chiudere in bellezza sia con i giorni alla Lopé che con  un posto in prima classe sul treno, panorama esterno impossibile perché è notte fonda, ma nessun assembramento e l'aria condizionata funziona e male, fa un freddo polare. In premio però sdraiate di fronte a noi accanto alla madre tutta rincantucciata in un angolino abbiamo un favoloso quadro umano che nemmeno Klimt avrebbe saputo dipingere bello così: tre sorelle avvolte fra coloratissimi fiori che si stringono l'un l'altra per trovare un po' di tepore riscaldandosi a vicenda: semplicemente stupende, non mi sono stancata di guardarle.

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