Si è fatto un allestimento alla grande: delle passerelle di vetro montate a vista sopra la platea del teatro introducevano a vari ambienti, ognuno costruito con materiali diversi a significare anche nella concezione degli spazi la ricchezza e la varietà del made in Italy che della creatività ha fatto la sua bandiera e ogni ambiente sviluppava un tema del rapporto cinema-moda della Maison. In uno di questi le 5 sorelle Fendi, una vera dinastia, raccontano la passione per il cinema che si è sempre respirata a casa loro, nelle serate domestiche calava un telo bianco e tutti a guardare la settima arte in religioso silenzio.
Adoro le scenografie e i bozzetti dei costumi e ho avuto occasione di vedere gli schizzi di Leon Baskt per i balletti russi di Diaghilev, quelli di Chagall per L'Uccello di Fuoco musicato da Strawinskij, anche quelli di Picasso per il balletto Parade con musica di Satie intorno al poema di Jean Cocteau. Assolutamente straordinari i risultati quando le varie arti vanno sinergicamente a braccetto e ogni artista esprime liberamente i suoi talenti, ma del rapporto moda-cinema la mia ignoranza è profonda, a parte le misure di Silvana Mangano che adesso non hanno più segreti.
Del connubio moda-cinema non avevo mai visto quasi nulla, poche e generiche informazioni, per esempio che Gianni Versace è stato un grande nel fare costumi per la scena, che Yves Saint Laurent ha spesso vestito per lo schermo e la vita privata Catherine Deneuve, che la meravigliosa Audrey Hepburn è stata la musa di Hubert de Givenchy e chi non se lo ricorda quel tubino nero di Colazione da Tiffany, al massimo so riconoscere il rosso Valentino sulle attrici che sfilano in passerella al festival di Cannes. L'allestimento al Manzoni offre l'occasione di vedere "dal vivo" i grandi saperi della creazione e della straordinaria lavorazione artigianale che le sorelle Fendi hanno messo a disposizione della settima arte, lavorando con i più grandi nomi della regia, da Visconti a Martin Scorsese e Tornatore, solo per citarne qualcuno. In bella mostra le pellicce indossate da Madonna per la sua interpretazione di "Evita", (la Peron evidentemente non amava solo le scarpe), da Gwineth Paltrow in "The royal Tenenbaums" del 2003, da Michelle Pfeiffer per "L'età dell'innocenza"e poi ancora creazioni per un film di James Bond, per "La leggenda del pianista sull'oceano", per "Io sono l'amore".
La pellicola "Gruppo di famiglia in un interno" del 1974 di Visconti l'ha però fatta da padrona perché la Maison Fendi non solo ha realizzato all'epoca i capi della Marchesa Bianca Brumenti, una raffinatissima Silvana Mangano, ma ha anche provveduto al restauro del film nel 2013. In visione nella mostra "Making Dreams" il film e anche molte interviste, Bernardo Bertolucci e il critico Maurizio Porro per esempio, che raccontano vari risvolti dell'opera.
Ma quello che ho preferito è stato un filmato: una modella avvolta in incredibili pellicce, ça va sans dire, ci trasporta con lei in una lunga passeggiata per la mitica Cinecittà romana. La vediamo incedere elegante e sinuosa tra scaffali stracolmi di bobine e chilometri di pellicole, tra palazzi e antichità fasulli eppure magicamente ricostruiti, tra set vuoti e nebbie artificiali, lo straordinario mondo del cinema che ci ha fatto e ci fa ancora e sempre sognare. Grazie Sorelle Fendi per la qualità del vostro lavoro e grazie Walter per il consiglio.