Sarà che ho una passione per l'acqua e per le chiuse, sarà che adoro camminare possibilmente non in mezzo al traffico, ma il Canal Saint Martin mi piace molto di più dei "quais" della Senna, è molto più silenzioso, intimo, raccolto. E poi i ragazzi mi hanno portato a prendere un caffè in un post particolarissimo e molto alternativo, il Comptoir Général- Ghetto Museum, cooperativa e Associazione Culturale. Entrata anonima proprio sul canale e poi dentro uno spaccato d'Africa perfettamente ricostruito, l'Africa dei colori, della creatività fatta di niente, delle contraddizioni, degli oggetti ammonticchiati e riciclati, delle speranze fallite, dei sogni delusi, di chi vorrebbe cambiare le cose, di chi, politici e affaristi, specula perché non cambino.
In una vecchia stalla riattata con gran gusto "cosy", spazi immensi, pubblico radical-chic e brunch affollato, in realtà un posto alla moda, ma fanno riflettere comunque il melting-pot di gente che lo frequenta, la carta dei valori dell'associazione affissa, le immagini di presidenti assetati di ricchezza e potere e quelle di coloro che sono invece stati assassinati perché tentavano altro, il piccolo museo della Françafrique, come viene chiamato quel complesso sistema di connivenze politico-economiche che prima negli anni della colonizzazione e ora nell'epoca "post" ha legato e lega comunque nella copertura di dittatori sanguinari, nella vendita d'armi, nella sottrazione e spostamenti di capitali, nello sfruttamento delle materie prime, la Francia alle ex-colonie africane.
Bellissima e davvero romantica anche la prosecuzione della passeggiata lungo il Canal de la Villette con il Quai de Valmy, la Promenade Jean Vigo, il quai de Loire. Mancavano solo i canottieri e qualche pittore impressionista che li dipingesse.
Non più sul filo dell'acqua ma lungo il percorso delle rotaie l'altra "promenade", altrettanto bella.
Si cammina su una strada sopraelevata lunga e stretta che sembra non finire mai e il paesaggio muta costantemente, in pieno centro città e nel contempo fuori; e il pedone regna per una volta sovrano perché persino chi fa footing è appena tollerato, un grande cartello gli ricorda che non deve disturbare i "camminatori".
Hai il talento di scoprire anche nei luoghi più frequentati gli angoli reconditi che pochi conoscono, e ce li racconti con un gusto e un entusiasmo tali da farci desiderare di andarli a vedere di persona. Brava Sara.
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