Lungo il percorso si scorge la parte più moderna e costruita di San Andrés.
Johnny Cay è un isolotto corallino di quattro ettari tutto ricoperto di palmeti e circondato da una lunga spiaggia di sabbia bianca. Appena sbarcati, mettono i turisti in circolo sotto una tettoia, spiegano tutte le cose cui si deve stare attenti perché l'isola è un parco naturale, ci si ritrova in mano il buono per un aperitivo, il "coco loco", il "cocco pazzo" è quello che va per la maggiore, e poi uno, due, tre, liberi tutti. Fortuna che eravamo fuori stagione, chissà il caos umano per le vacanze! Oltre alle palme, iguane a volontà e certe lucertolone blu di cui non conosco il nome.
Si sbarca su Acuario, una lingua di terra se possibile ancora più piccola dove bambini e grandi si divertono a fare snorkelling nell'acqua bassa fra le rocce coralline e poi borsa in spalla si traversa a piedi un tratto di mare per raggiungere Haynes Cay. Forse esagero, ma ci si potrebbe trovare a Lilliput.
Il personaggio più interessante di questa giornata marina visitando le isole dell'isola San Andrés mi è sembrata una gigantesca razza che per un'ignota cifra si fa fotografare e io ne ho approfittato gratis. Per fortuna da queste parti non ci sono gabbie o animali feroci da esibire e ognuno s'ingegna come può per sbarcare il lunario. Non so se la razza "addomesticata" sia contenta del suo lavoro e non sono nemmeno riuscita a capire come il suo padrone se la tenga vicina, comunque lei, povera, fa il suo dovere e sembra pure che, a modo suo, sorrida.
... Aumenta la nostalgia. Sì, devo proprio rituffarmi nel turchese dell'arcipelago filippino e rivivere quei momenti di bellezza inaudita. La signora razza devo dire che è proprio simpatica e affabile. E' uno dei pesci più addomesticabili che esistono. Se vai in molti acquari - forse anche in quello di Genova - trovi vasche con acqua profonda poche dita dove ti invitano ad accarezzare questi strani giganti ittici, un'attrazione soprattutto per i bambini, ma non solo.
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