La Lonely Planet scrive: "Sappiate che non è possibile guidare un veicolo dalla Colombia a Panama- la Panamericana infatti si ferma a Darién Gap. Non sono tuttavia mancati i temerari che hanno affrontato gli 87 km. proibiti in fuoristrada e persino a piedi, ignorando i pericoli e rischiando di incontrare guerriglieri, paramilitari o narcotrafficanti".
Il grande architetto e designer francese Philippe Starck a Panama City in Avenue Balboa ci ha fatto un grattacielo che sembra rivestito d'oro tutto pieno di appartamenti di super lusso da affittare; di fronte all'Oceano Pacifico e proprio all'ingresso del Canale l'incredibile Frank Gehry con le sue architetture decostruttiviste che sembrano origami di carta ha disegnato il progetto del Museo della Biodiversità;
Banche, uffici, business di tutti i tipi di società off shore che battono bandiera panamense. Tra le attività principali oltre naturalmente ai proventi del Canale, i servizi finanziari, turistici e logistici. Il settore industriale ha scarsa rilevanza con la maggior parte della produzione orientata ai prodotti agro-alimentari, voce comunque minore dell'economia panamense, ma il paese vanta ingenti riserve di rame e miniere d'oro poco sfruttate. Secondo i dati della Banca Mondiale, Panama ha il PIL pro capite più elevato di tutta la regione centroamericana e costituisce la terza economia dell'America Centrale dopo il Guatemala e il Costa Rica.
Sarà così senz'altro, non sono un'esperta di economia, ma leggo che sperequità e disuguaglianze fra Panama City e il resto del paese non mancano, ho imparato da un pezzo che se ci sono due polli in circolazione non vuole assolutamente dire che abbiamo un pollo ciascuno come semplificano le statistiche e poi basta guardare dove e come viva la gente nel Casco Viejo, proprio di fronte e a un tiro di schioppo dalla metropoli, decisamente un altro mondo.
Queste semplici intuizioni me le conferma Francesco, un amico carissimo che non vedevo da molti anni. Sapevo che era andato a vivere a Panama e appena arrivata gli ho subito telefonato. Alla sera mi è venuto a prendere in albergo, ho lasciato i compagni del gruppo e me ne sono andata a cena a casa sua. Bello rincontrarlo, conoscere la sua famiglia, ascoltare delle sue esperienze. Lui lavora per il World Food Programme, un dipartimento della Fao, l'organizzazione delle Nazioni Unite con sede centrale a Roma, che ha il mandato di aiutare ad accrescere i livelli di nutrizione, migliorare la produttività agricola e la vita delle popolazioni, combattere contro la fame nel mondo. Riaccompagnandomi a fine serata mi ha fatto vedere dove lavora e mi ha fatto notare come tutti i grattacieli di Panama City avessero le luci spente, dietro a quelle finestre non risiede quasi nessuno. Si vedono le speculazioni edilizie ma non gli inquilini che dovrebbero abitarle.
Due mondi: da un lato Panama City, dall'altro il Casco Viejo, la vecchia Panama, in mezzo zolle di terra lasciate dall'oceano.
Eh già, un pezzo di Manhattan sul punto strategico del raccordo tra le de Americhe, dovevi aspettartelo. Intrigante comunque l'architettura futuristica - anche nel senso che ci si aspetta, in futuro, che più gente vada ad abitare nei proibitivi appartamenti superlusso. La torre dorata, il cavatappi di vetro, l'edificio accartocciato di Gehry...
RispondiEliminaComplimenti Sara, per avere amici letteralmente sparsi in tutto il mondo. E amici di non poco conto. Il tutto molto suggestivo.