Carmen sta ballando
per le strade di Siviglia.
Ha i capelli bianchi e le pupille lustre.
per le strade di Siviglia.
Ha i capelli bianchi e le pupille lustre.
Ragazze
tirate le tendine!
tirate le tendine!
Sulla sua testa si avvolge
un serpente giallo,
mentre pensa ballando
ai giovani d’altri tempi.
un serpente giallo,
mentre pensa ballando
ai giovani d’altri tempi.
Ragazze
tirate le tendine!
tirate le tendine!
Le strade sono deserte
sul fondo si indovinano
cuori andalusi
in cerca di vecchie spine.
sul fondo si indovinano
cuori andalusi
in cerca di vecchie spine.
Ragazze
tirate le tendine!
tirate le tendine!
Ballo! Federico Garcìa Lorca tradotto da Carlo Bo
-le influenze classiche: i Fenici, la cultura greca: le nacchere
-le influenze orientali: la cultura indiana, araba, egizia: il movimento delle braccia, il canto e gli strumenti musicali
- le influenze afro-cubane: le percussioni, il movimento dei fianchi e delle spalle
- le influenze francesi della scuola bolera: il movimento dei piedi (zapateos)
In una seconda sala vengono rappresentati sette diversi stili o "palos" che caratterizzano il flamenco. Ogni tipo di ballo ha una sua personalità, un suo colore, dove ogni movimento suggerisce qualcosa: "Alegria": la gioia -"Seguiriya": dolore e morte- "Tangos": passione - "Solea": nostalgia - "Guajira": sensualità- "Farruca" : eleganza - "Bulerìas": seduzione. Arrivati in Andalusia nel XV° secolo da una regione del nord dell'India chiamata Sid che oggi fa parte del Pakistan,( del 1447 il primo documento che testimonia della loro presenza in Spagna), sarebbero i gitani del sud della penisola iberica ad aver creato la musica del flamenco.
La terza sala riflette la storia dell'emancipazione del flamenco, dai segreti patii andalusi nelle feste familiari, al Cafè Chantant di fine '800, dai Tablaos degli anni '20 alle grandi produzioni teatrali e cinematografiche del presente. Non servono strumenti per far musica, agli inizi è solo ritmo e per questo bastano una voce, lo schioccare delle palme delle mani, l'ondeggiare di un corpo, la chitarra si aggiungerà molto più tardi, nel XX° secolo, con l'introduzione dello "zapateo" , il battere dei piedi. Improvvisazione e virtuosismo non devono naturalmente mai mancare all'appello.
E poi l'ultimo, indispensabile ingrediente, difficile o meglio impossibile da definire anche per gli spagnoli stessi: el duende. Cos'è il duende? Un folletto della notte? Una presenza oscura? Un certo "non so che" che scaturisce dal più profondo delle viscere? E chi lo sa? Forse è tutto questo insieme, forse è drammaticamente e splendidamente la passione del vivere, quel "corazon" sempre palpitante e misterioso che Picasso offre all'amico, ineguagliato interprete, Antonio Gades, o "quel fuoco che si ostina a morire per rinascere ogni volta" (Un feu qui s'acharne à mourir pour renaître, c'est le style flamenco") come la dedica di Jean Cocteau nel suo schizzo.
Nel bar-libreria- boutique della "Scuola del Flamenco" gadget, foto, oggetti e soprattutto libri per saperne di più: fra le numerose pubblicazioni spicca una biografia di Cristina Hoyos che dice "Grazie alla Vita" e " I percorsi terapeutici del flamenco", una vera rivelazione. Altro che sedute interminabili dall'analista col fazzoletto sempre a portata di mano per asciugare le lacrime;
se per farsi passare lo spleen del vivere si può ricorrere a nacchere e olè, lo preferisco alla grande!
Bellissimo excursus sulle origini e i significati del flamenco. Naturalmente si tratta ben di più che di una danza e tu lo spieghi bene con vari esempi poetici, pittorici, letterari.
RispondiEliminaSi può forse dire che il flamenco rappresenti un ponte culturale tra l'Oriente e la Spagna, amalgamando due mondi diversi ma ugualmente caldi e passionali. Così come il tango, erede del flamenco, più tardi ha creato un ponte tra la Parigi débauché fin-de-siècle con l'Argentina che l'ha subito adottato.
La bellezza del flamenco è ben espressa dalla nota danzatrice Belén Maya.