Questo "cannolo verde israeliano" è un po' particolare perché pur offrendo dovunque si guardi una vista stupenda, non è ugualmente "buono" da entrambi i lati. Sul versante ovest guarda al mare aperto e si lascia accarezzare dalla brezza marina, sul versante est c'è tutta la città, la baia con di fronte in lontananza tre punti bianchi, Akko (San Giovanni d'Acri), Nahariya e Rosh Hanikra, l'ultima cittadina israeliana giusto al confine con il Libano, ma c'è anche tutta la zona industriale con raffinerie chimiche, il che significa aria magari fina ma non certo sopraffina e la più alta concentrazione di tumori ai polmoni di tutto il paese. Inutile dire che fortunatamente Eldad è andato a stare dalla parte giusta. Anche sul Monte Carmelo poi ci sono situazioni abitative ben diverse a seconda che si abiti in basso, nel centro o in alto della collina.
E parliamo adesso di scale e scalinate; a Haifa ce ne sono all'incirca 1102 e non dico che Eldad me le abbia fatte fare tutte, ma poco ci manca, alla sera, lingua penzoloni, sarei tornata a casa volentieri in barella; lui è nato a Haifa e ci ha vissuto dieci anni, la conosce come le sue tasche e ama condividere la camminata accompagnandola con mille spiegazioni e ricordi. Siamo partiti dall'alto, dal monastero carmelitano di Stella Maris sulla cima estrema del Monte Carmelo e poi giù giù fino al centro città, fino ai giardini Bahai, fino alla German Colony, luoghi di cui ho già parlato in un post degli anni precedenti. http://www.saranathan.it/2010/11/haifa-tra-monte-e-mare.html.
Lungo la discesa si incontra di tutto, panorami mozzafiato che giungono fino alle alture della Galilea, del Golan, il monte Hermon, terrazze piene di fascino, infinità di pini marittimi e giardini, lo svettante grattacielo dell'Università, tutta la tipologia di case di Haifa, da quelle Bauhaus a quelle di pietra, le più tipiche della capitale del nord, da ruderi incasinati a condomini lussuosi e modernissimi fino a quelle ville meravigliose come in via dei Farsi nel cuore della German Colony e le case col tettuccio rosso con su le scritte in tedesco.
L'ho già scritto in passato e amo ripeterlo, la pacifica Haifa è dove convivono meglio le varie comunità, sono aumentati grandemente anche i cristiani che sempre più mal tollerati dai mussulmani di Betlemme e Nazareth, scelgono "obtorto collo" di trasferirsi e venire a vivere qui. E per passare dal sacro al profano informo che i migliori falafel di Haifa si mangiano da "Michelle Falafel", un bugigattolo con un solo tavolo per sedersi, ma provare per credere!!!!!!!!!!!!!!
Effettivamente irriconoscibile. Trent'anni fa il paesaggio non conteneva se non qualche filo d'erba, pochi sabra e qualche sparuto arbusto.
RispondiEliminaQuanto ai falafel, yum, che deliziosa memoria. Ho invano diverse volte tentato di riprodurre quel piatto con le mie mani, senza però mai arrivare neanche all'ombra dell'originale.
Del resto i ceci mi provocano parecchi fastidi...
si, sono tornata ieri sera all'una di notte....al mattino ero a Haifa in costume da bagno in spiaggia, all'arrivo brrr che freddo e ho ritrovato il mio cielo grigio milanese
RispondiEliminaPerò... un cambio poco favorevole, pare.
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