martedì 6 gennaio 2015

Tel Aviv: stanza 513

Mamma che gioia è stata ritrovare la mia Tel Aviv vivace ed accogliente come sempre, io l'adoro questa città! Per i dieci giorni di soggiorno di fine novembre questa volta niente appartamentino in affitto, ma una stanza nel centralissimo albergo Prima, la 513, e per fortuna che non sono superstiziosa perché c'è chi pensa che il 13 porti sfiga. Ci ha pensato Eldad a prenotarmela, lui ci va spesso, e ho capito subito perché, è semplicemente stupenda, all'angolo dell'ultimo piano, una finestra che non finisce più  e davanti solo il mare, come un olio dipinto davanti agli occhi che da buon umore  ad ogni risveglio..
 
La prima foto che ho scattato dalla finestra della 513 mi è sembrata riassumere perfettamente i due opposti ritmi della città, le macchine che scorrono veloci sul lungomare e la gente sparapanzata al sole o a mollo nell'acqua: la vita di corsa di chi lavora e quella al rallentatore di chi si gode la vacanza.
Stufa del freddo milanese è arrivata  Gastone e ogni giorno si ritorna a vedere insieme un quartiere della città, il piacere di ritrovare angoli noti e la curiosità di scoprire cosa c'è di nuovo. Continua per esempio il progressivo restauro degli immobili vecchi e segnati dal tempo, non manca mai in un'atmosfera di festa la vivace creatività degli artigiani al mercato di Nachalat Binyamin il venerdì mattina e, immancabilmente presente all'appuntamento, la splendida signora col cappello, che rivedo puntualmente davanti alla sua bancarella di bigiotteria e che non posso fare a meno di fotografare tutti gli anni, si sa che l'essere umano è un animale abitudinario e ritrovarla è una sicurezza.  
Rassicurante certezza è anche ritrovare i soliti tramonti mozzafiato
Di totalmente nuovo, invece, questa volta c'è Sarona, che non è una grande sara, vabbé che sono narcisa ma non esageriamo. Sarona è un'area restaurata che l'amica Miriam mi aveva mostrato, in completo abbandono, alcuni anni fa: http://www.saranathan.it/2010/11/haifa-tra-monte-e-mare.html . Sarona ha alle spalle  una storia lunga e articolata: all'epoca della Palestina ottomana una colonia agricola modello fondata da un gruppo di coloni protestanti tedeschi che avevano acquistato una sessantina di ettari di terreno sulla pianura di Sharon (Sarona) al  proprietario Monastero ortodosso di Jaffa. Una quarantina di villette abitate a fine '800 da 269 soci con le rispettive famiglie con anche una casa comunitaria e un'azienda vinicola.
L'esercito britannico che amministra la regione dal '17 requisisce un certo numero di case fra cui quella comunitaria che diventa ospedale militare. Nel '18 gli 850 abitanti tedeschi di Sarona vengono internati vicino Al Cairo, ma alcuni saranno poi autorizzati a ritornare. Negli anni '30 diversi coloni particolarmente fra i giovani si entusiasmeranno per la nuova ideologia, iscrivendosi al partito nazionalsocialista e andando a militare nella Wehrmacht, Adolf Eichmann in visita alla colonia, sarà accolto con tutti gli onori. Allo scoppio della seconda guerra mondiale quel migliaio di coloni tedeschi residenti non verrà più espulso ma il luogo sarà chiuso, perimetrato da filo spinato e circondato da sentinelle inglesi, ma poi progressivamente e fino al settembre '45 molti verranno deportati, chi nel campo di Tatura in Australia, chi in quello di  Wilhelma in Palestina.
Terminato nel '48 il mandato britannico, il nuovo governo israeliano appena istallatosi occupa i luoghi, denominati Kirya, per l"amministrazione sia militare che civile dello stato appena nato. Quando poi negli anni '70 la Kyria diventerà un quartiere residenziale di lusso, i difensori del patrimonio dovranno lottare contro i piani di demolizione. 18 case verranno infine preservate perché  considerate di interesse culturale storico ed ora, la riabilitazione delle stesse e di tutta l'area con ristoranti, giardini, aree per eventi, parchi giochi per i bambini. Bellissimo il contrasto fra le  villette di Sarona e gli altri grattacieli tutt'intorno, fra cui spiccano le torri dell'Azrieli Center.
Tornando a piedi in albergo la sera, un altro bagno di folla in piazza Rabin. Era il 4 novembre, lo stesso giorno di quel 4 novembre 1995 in cui Rabin è stato assassinato per mano dell'estremista israeliano di destra Yigal Amir. Molti giovani in Kikar Rabin accanto alla tomba dello statista per ricordarlo ed esprimere con forza il desiderio sempre presente di una futura pace.
  


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