Nel corso degli ultimi anni ho fotografato i tombini sgarrupati di Libreville nel Gabon, quelli lindi e profumati di Tokyo, non potevo certo ignorare quelli "firmati" di Milano ai tempi dell'Expo nel quadrilatero della moda, una Mostra Open Air progettata da Metr@web con la collaborazione dell'Associazione Nazionale della Moda Italiana che richiede lo sguardo all'ingiù in via Montenapoleone e in via Sant'Andrea dove come in un vero salotto ogni dettaglio è curatissimo, perfino le cameriere dalle circonferenze giuste dei bar chic sembrano delle indossatrici appena scese dalla passerella di una sfilata. Porco mondo, ho pensato che non ho i numeri manco per servire un caffè!
Da piazza San Babila inizia corso Vittorio Emanuele che è tutta una bandiera, i paesi del mondo simbolicamente concentrati in due metri di tessuti colorati. Di meneghino-internazionale non ci sono solo i passanti, ma anche gli artisti di strada. Indiani con le piume da capo tribù e andini non suscitano interrogativi, ma quei due indiani d'India si, e ho girato attorno un bel po' per capire l'inghippo: mi sono accorta che per tenere il socio sospeso la meditazione non basta, il braccio che sorreggeva l'asta benché avvolto nella tunica era molto grosso, ragion per cui secondo me, nascosta fra le pieghe del tessuto, c'era un'ingegnosa struttura e poi poco importa, l'effetto c'era, eccome se c'era.
Bellissime e ricche di colore anche le vetrine della Rinascente, vere magie effimere, naturalmente opera di artisti giapponesi maestri nell'arte della carta che sanno manipolare, piegare e trasformare come nessuno.
Ma veniamo a piazza del Duomo cuore pulsante, urbanistico e simbolico della nostra città. Ci ritrovo una mela immensa, installazione del nostro Pistoletto con la sua proposta del Terzo Paradiso che ormai per noi non ha più segreti (http://www.saranathan.it/2015/03/di-corsa-biella-il-terzo-paradiso-ci.html). Ci trovo anche, di fronte all'Arengario, musica anema e core come in una vera milonga e alé, tutti abbracciatissimi nei vortici della musica. Una meraviglia, ci voleva l'Expo per vedere la piazza così?
Ed ecco arrivato il momento di fare un importante annuncio per tutte le single speranzose di cambiare il loro status: "Carmine Caputo cerca moglie". Proprio non lo so cosa faccia nella vita, quali siano le sue aspirazioni segrete e non, chi sia questo signore Carmine Caputo di Roccanova, ma una cosa è certa, lui cerca moglie e probabilmente, per ampliare la gamma delle possibilità nell'attuale atmosfera internazionale della città, lo scrive a chiare lettere anche in inglese. Domenica scorsa sul fare del tramonto l'ho trovato lì col suo cartello appeso al petto nella bellissima installazione tutta specchi nell'Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele che fa sfilare fotograficamente le nostre bellezze artistiche.
Il mio giro domenicale di Milano ai tempi dell'Expo termina in via Manzoni e soffermandomi davanti alle vetrine di certi negozi penso che se l'Esposizione Universale voleva far riflettere sul nostro pianeta, le sue risorse in crisi, l'indigenza di milioni di persone a cui manca lo stretto necessario e non certo il superfluo, non so quanto l'obiettivo sia stato raggiunto perché la kermesse sembra risolversi in una gioiosa, effimera pappatoria.
P.S: Se Carmine Caputo trova moglie, ho già pronta la mia proposta per il bouquet, l'ho visto nel negozio Armani di via Manzoni e intercederò senz'altro per fargli avere uno sconticino.
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