venerdì 24 luglio 2015

la valle d'Itria e le sue meraviglie (4)

Per fortuna in viaggio ho l'abitudine di scaricare ogni sera sul computer le foto della tappa del giorno perché se guardassi senza soluzione di continuità tutte le immagini scattate nella favolosa Val d'Itria mi confonderei da morire. Col mio sistema  sono sicura di non sbagliare, stavolta siamo a Cisternino, quella  Sturnium romana rasa al suolo da Annibale e ricostruita da monaci basiliani nell'VIII° secolo.
Come non perdersi, come distinguere  Locorotondo da Fasano o Cisternino, come riconoscere, senza un abituale frequentazione dei luoghi, angoli pittoreschi, muri bianchi di calce, davanzali fioriti, vicoli e scale di paesini dalla tipologia storico-architettonica similare, borghi antichi protetti da mura che sembrano essersi progressivamente costruiti nei secoli secondo le stesse coordinate? Un'omogeneità urbana che rappresenta proprio il fascino di questo angolo di mondo come nella Bretagna francese che anni fa mi aveva incantata perché non mancava nulla, arte, folclore, bellezze naturali, armonia delle costruzioni e dei luoghi.  
Si accede al centro storico della cittadina perfettamente conservata attraverso la Torre Grande, l'edificio più imponente dell'antico sistema difensivo della cinta muraria che risale all'epoca normanno-sveva fra il 1100 e il 1200 usata come torre di vedetta prima di diventare in tempi moderni la sede del Comune e oggi centro espositivo.
 Girovagando per i vicoli, sembra di essere in una casbah maghrebina, si vede il Palazzo Vescovile del XVI° secolo, dato alle fiamme un secolo dopo dalla rivolta popolare iniziata a Napoli da Masaniello e sede, nel tempo che fu, del Vescovo di Monopoli nonché barone di Cisternino. A guardare il Palazzo sorge la riflessione che gli alti prelati non se la passano mai male. Si ammira anche  l'essenzialita di S. Quirico e la piazza Vittorio Emanuele, cuore del centro storico con la Torre dell'Orologio, simbolo di Cisternino.
Come al solito però è di incontri umani che sono golosa e a Cisternino non posso dimenticare la bella chiacchierata con Olga Tognetti, proprietaria della boutique Baol che mi ero fermata a fotografare. Il suo negozio ricavato dalle scuderie dell'antica fortificazione è una caverna di Alì Babà in cui si trova, esposto con fantasia e gusto di tutto, ma il piatto forte è lei sprizzante di energia e voglia di comunicare. Milanese, conosce Cisternino da 23 anni, ma 12 anni fa ha saltato il Rubicone decidendo di venirci a vivere e lavorare tutto l'anno perché ci sta da dio, sono parole sue. Ci conferma una volta ancora la qualità della gente di questa terra raccontandoci che la sua vicina di casa cistranese (così ci insegna essere il nome degli abitanti di Cisternino) ha mollato i suoi tre figli ed è venuta per diverse notti a dormire sul suo divano letto una volta che lei era stata molto male e per nutrire l'ammalata preparava una squisita macedonia di pesche sbucciate;  nel retro del negozio orgogliosamente Olga ci fa anche vedere un lavandino vecchio di non mi ricordo più quanti secoli.
Peculiarità cistranese è la tradizione del fornello e naturalmente non ci siamo fatti mancare l'esperienza. Nel bottega del macellaio non si va solo per comprare la carne, ma dopo aver scelto al banco fra la grande varietà dell'offerta, ci si mette seduti a tavola e si aspetta di vedersi arrivare una bella grigliata arrostita sulla brace; tradizione gustosissima ed economica.
la campagna e Locorotondo visti dal belvedere di Cisternino



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