In Sicilia, of course, Caltagirone e Santo Stefano di Camastra, mentre in Puglia per la ceramica si deve passare da Grottaglie, rinomata capitale del genere; la compagna di viaggio Gastone ne è un'appassionata estimatrice, la sua casa milanese brulica di vasi, piatti, brocche, volendo potrebbe far pagare il biglietto per la visita come in un museo. Lasciata la meravigliosa Matera e dopo l'incontro lungo la strada di campagne coltivate, paesini arroccati e greggi, ci fiondiamo al Museo della Ceramica del Castello Episcopio a Grottaglie; di corsa perché è quasi mezzogiorno e rischiamo di trovarlo chiuso.
Leggo che due sono i fattori per cui Grottaglie nel Medioevo è diventato il centro più importante per la produzione della ceramica: la vicinanza con il porto di Taranto, che ne favoriva i commerci, e la possibilità di estrarre l'argilla dalle cave dei dintorni. Si è iniziato con manufatti di uso domestico e quotidiano che poi strada facendo si sono affinati e diversificati. Il '600 e '700 , in concomitanza con l'arte barocca, sono stati i secoli di maggior splendore artigianale, caratteristica di quel periodo una produzione di un bianco smagliante e in seguito diuna monocromia turchese.
Attraversata via Sonnino che visto il cognome mi fa pensare subito a un'antica presenza ebraica ( difatti a Grottaglie c'è un quartiere ebraico dove intorno all'anno Mille viveva una comunità dedita alla concia delle pelli), eccoci al quartiere delle ceramiche. Lungo via Crispi e via Caravaggio, senza soluzione di continuità, è tutto uno sfilare di atelier, esposizioni e negozi, dai manufatti più dozzinali e commerciali ai più sofisticati. Forme tradizionali del passato rivisitate dalla sensibilità creativa dell'oggi, ceramiche che esibiscono prosperose poppe femminili, ma soprattutto la famosa fiasca antropomorfa della pupa coi baffi, il cavaliere candeliere o la pigna per decorare camini e balconi.
A disposizione dei visitatori ed eventuali acquirenti dei dépliant esplicativi che informano sui vari tipi di ceramiche: "la capasonara" cioè i recipienti per la conservazione dei viveri, "la faenzara" che prende ispirazione dalla tradizione ceramista di Faenza, "la maiolica" con i suoi manufatti bianchi, "la greca" che riproduce il decoro magno-greco e le maschere in terracotta e infine "la produzione moderna" che lascia a briglia sciolta la fantasia dei maestri ceramisti.
Ceramica si, ma non solo; andando a zonzo per il centro storico si incontra la storia, antichi portali, palazzi e balconi e nell'ampia e raccolta piazza Regina Margherita domina la chiesa madre di Grottaglie, significativa espressione del tardo romanico pugliese del XIV° secolo. Stupisce su un davanzale la vista di un bambolotto impiccato, ci si chiede se per caso Cattelan non sia passato di lì e mi fa venire l'acquolina in bocca quel magnifico capocollo che si sono spazzolati in un batter d'occhio a pranzo i miei compagni di viaggio; mannaggia a me che non mangio il maiale!
Sì, è davvero un posto molto bello. Ci tornerò sicuramente lì durante la mia prossima vacanza, vi ringrazio molto per il vostro servizio fotografico. Posso anche consigliare a un posto meraviglioso https://wellcum.at/it/. Sono sicuro che anche voi vi piacerà.
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