Gremitissima e coloratissima Place Canteloup, la piazza del mercato, imponenti la Basilica Saint-Michel più volte rimaneggiata e che ci sono voluti più di due secoli per costruirla a partire dal 1350 e la sua Flèche, ovvero la sua torre campanaria di fine 15° secolo, che si intravede svettare da ogni angolo della città. Come per la Cattedrale Saint-André e altre chiese della città, il campanile non fa parte dell'edificio della chiesa ma le sta sempre a fianco all'esterno e questa mi sembra una particolarità di queste parti. All'interno un bellissimo organo del 1700.
in fondo a piazza Pey Berland il Municipio ovvero Palazzo Rohan, antica sede episcopale
Ed ecco in place Pey-Berland (dal nome dell'Arcivescovo che l'ha fatto costruire nel 1400) il campanile, la Tour Pey- Berland con accanto staccata la Cattedrale di Saint-André col suo maestoso Portail Royal. Dall'alto della torre, dalla statua in oro di Nostra-Signora d'Aquitania sulla sommità, pare si goda di una vista magnifica su tutta la città, ma io non me la sono sentita di fare quei 229 scalini alti e stretti. Osservando una foto d'epoca, interessante leggere che la forma attuale della piazza risalente al 1860 si è ispirata alle idee di urbanizzazione del barone Hausmann per Parigi: per dare maggior respiro a tutta l'area intorno alla Cattedrale si sventrarono all'epoca interi quartieri suscitando naturalmente malcontento e polemiche.
Visita, preghiere e momento di raccoglimento alla Cattedrale fa parte dell'itinerario del Cammino di Santiago de Compostela, quel percorso di circa 800 chilometri che schiere di pellegrini hanno intrapreso a piedi a partire dal Medioevo attraverso Francia e Spagna per giungere al Santuario di Santiago di Compostela. Le strade francesi e spagnole che compongono l'itinerario sono state dichiarate Patrimonio dell'Umanità Unesco. Diversi sono i siti di Bordeaux che ne fanno parte.
Vediamo infine Place de Quinconces o l'Esplanade des Quinconces come viene anche chiamata per via delle dimensioni gigantesche del luogo, eretta durante la Restaurazione sul posto di un antecedente castello. Vi si trovano le statue di due illustrissimi cittadini scrittori Montaigne (che è stato a due riprese sindaco della città) e quasi due secoli dopo in pieno Illuminismo Montesquieu (membro del Parlamento di Bordeaux), ma ciò che più colpisce, dimensioni del luogo a parte, è nel centro della piazza, il "Monument aux Girondins", un monumento allegorico eretto a fine '800 che vuole ricordare tutti i Girondini decapitati nel 1792 in piena Rivoluzione Francese. Alla base di una colonna "la Liberté brisant ses fers" due incredibili fontane di bronzo, "Le triomphe de la République" e "Le triomphe de la Concorde".
Addio Libertà, Trionfo della Repubblica e Concordia! Nel 1942 la Commissione di Recupero dei Metalli non ferrosi acquista la fontana- simbolo dei Girondini dello scultore Alphonse Dumilâtre per 30 franchi al chilo con l'obbiettivo di fonderla eventualmente per lo sforzo bellico . Il 14 agosto 1943 il monumento viene "déboulonné", smontato o traducendo alla lettera "sbullonato" e mi chiedo come sia stato possibile vista la complessa monumentalità della scultura. Ritrovate intatte nell'ottobre 1944, le 34 sculture che compongono l'opera fanno il loro ritorno trionfale a Bordeaux nel 1945. Più che l'opera in se fa riflettere il significato della sua storia: anche se smantellata, alla fine la libertà vince.
Da Place de Quinconces si accede al magnifico "Giardino Pubblico", il più esteso della città, che ospita il Museo di Storia Naturale; inizialmente alla francese e poi all'inglese all'epoca del Secondo Impero, ci sono distese di prati a mai finire, curatissime composizioni di piante e fiori, un teatrino di burattini per gli spettacoli del sabato e della domenica e la vista di giovani che impigriscono al sole.
Particolarmente nel suo centro storico Bordeaux risulta essere una città minerale, dove la pietra sovrasta alla grande il verde, ma in square Vinet, a due passi da Place du Parlement, si è aperto un nuovo spazio molto design per i bambini e lì uno stratosferico muro vegetale che mi ha fatto pensare a quello del Museo de l'Homme in Quai Branly, di cui è incomparabilmente più bello anche se forse non si dovrebbero mai fare paragoni.
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