Avevo portato impermeabile e ombrello perché pare piova spesso da queste parti e invece sei giorni gloriosi di cielo blu e di sole, "l'été indien" come dicono in Francia, occasione per non entrare in nessun museo o spazio chiuso e andarmene a zonzo con l'amatissimo nipote rispettando i suoi tempi e ritmi. Nel centro storico abbondano le piazze e sono alcune di queste che oggi vorrei mostrare. Accanto alla Place du Parlement, già citata nello scorso post, ecco Place Camille Jullian, chiacchiere e sorseggiamenti di caffè seduti tranquillamente sulle terrazze all'aperto di strada, niente a che vedere con i rumori delle macchine e i ritmi frenetici parigini, qui è tutta un'altra storia. La piazza è dedicata allo storico Camille Jullian, autore di una monumentale Storia della Gallia ed ecco il perché del monumento con le antichità romane. Interessante nella piazza il cinema d'arte e d'essai e sede culturale Utopia che si tiene in una chiesa sconsacrata, l'antica chiesa Saint Siméon.
A un tiro di schioppo la piccola e raccolta Place Saint Pierre, occupata quasi tutta dalla chiesa del XIV°-XV° secolo, una delle più antiche di Bordeaux. Emerge e sarà il caso in tutte le chiese della città l'austerità del gotico e del tardo gotico. Certo qui si celebra più sobriamente la gloria del Signore, ma rimpiango biancore e luce degli interni, i fasti del barocco pugliese anche se celebra temporalmente il potere della chiesa.
Segue Place du Palais che deve il suo nome al Palazzo de l'Ombrière che non c'è più, dove risiedevano i duchi d'Aquitania nonché re d'Inghilterra visto che Eleonora d'Aquitania aveva sposato in seconde nozze Enrico II Plantageneto. Questo stesso palazzo diventerà nel 1462 la sede del Parlamento di Bordeaux a partire dal regno di Luigi XI fino al 1800 quando sarà demolito. In questa piazza come in altre una delle creazioni in bronzo dello scultore girondino François Didier, riproduzione in miniatura che permette ai non vedenti di rendersi conto attraverso il tatto dell'organizzazione urbanistica dell'area.
La Place du Palais termina con la Porta Cailhau, sfondo superbo che all'uscita si apre sul lungo fiume, i suoi giardini e la Garonna. Principale accesso in città, edificata a fine XV° secolo in stile gotico-rinascimentale, voleva essere un arco di trionfo, ma anche la porta di un edificio a carattere difensivo, dedicato a Carlo VIII vincitore nella battaglia di Fornovo della coalizione antifrancese. All'interno c'è un'esposizione che illustra la storia della Porta. (la foto verticale mostra la Porta Cailhou all'esterno, dal lato del fiume).
Usciti da Porte Cailhou e camminando lungo la Garonna si chiude il cerchio di questa passeggiata mattutina nella monumentale e strepitosa Place de la Bourse creata fra il 1730 e il 1755. I vari palazzi ospitano l'attuale Museo Nazionale delle Dogane, (dove un tempo venivano registrate tutte le merci che transitavano per il porto), l'antica Borsa (dove nel 18° secolo si stabilivano i prezzi delle mercanzie) e l'edificio divenuto "Bordeaux Patrimoine Mondial" vetrina permanente per scoprire attraverso foto, documentazione e un piano topografico animato e interattivo il patrimonio della città con i suoi siti e monumenti. Dalla parte del fiume lo specchio d'acqua con il pavimento di granito: alternativamente momenti-specchio con quei due centimetri d'acqua che offrono l'effetto riflettente e momenti-nebbia con grandi e piccoli che camminano, si rinfrescano e giocano fra le brume. Semplicemente bellissimo!!!
Lascio Place Saint-Michel, Place de Quinconces e quella della Cattedrale per un prossimo post, ma oggi ancora un'occhiatina, sempre nel centro città, alla Place de la Comédie con il Grand Théâtre, sede dell'Opera nazionale, al crocevia delle arterie più animate di Bordeaux, la rue Sainte-Catherine in testa. Il monumentale teatro di fine 1700 sorge dove anticamente c'era un tempio gallo-romano fatto demolire su ordine del Re Sole. E' stato concepito dall'architetto Victor Louis, lo stesso autore del Palais Royal a Parigi, esponente del classicismo settecentesco e influenzato da Andrea Palladio e dalle vestigia della Roma Antica. Non mancano in questo tempio dell'arte e della cultura il peristilio con le colonne sormontato da una balaustra con le statue delle nove Muse e delle tre Grazie. Gli interni, pare grandiosi, non li ho visitati ma prima o poi mi piacerebbe assistere a uno spettacolo.
Più del Gran Teatro mi ha intrigata la vicina scultura dell'artista catalano Jaume Plensa, che conosco perché è lui con le sue opere ad aver creato una particolare scenografia notturna in Place Masséna a Nizza. In questo caso si tratta di una donna apparentemente tridimensionale se guardata di fronte, ma senza profondità se vista di lato. Leggo che appartiene a una serie di sette figure femminili immaginate dall'artista nel suo incontro con la capitale dell'Aquitania, una nuova riflessione e sperimentazione nel percorso artistico di Plensa.
Termino con Place Gambetta e con il suo bel giardino all'inglese al centro perché è stata la preferita di mio nipote Noam. Comprensibilmente a due anni appena compiuti a lui non gliene frega niente di sapere che è in questa piazza che era stata installata la ghigliottina durante la Rivoluzione Francese o di guardare l'adiacente porta di Dijeaux di fine 1700, ingresso a una zona commerciale pedonale della città. A lui è piaciuta perché c'era il laghetto con un sacco di pesci rossi e per terra poteva raccogliere le castagne matte cadute dagli ippocastani in veste autunnale.
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