Non so cucire e non ricamo da anni immemorabili, ma in Nachalat Benjamin ho scoperto una merceria che è la fine del mondo, boa variopinti, passamanerie, fili, nastri, fettucce, bottoni, fodere, di tutto di più in un festival di colori che sembrava d'essere in India, ci vorrei proprio ritornare.
Rassicurante poi constatare che da queste parti i gatti mangiano ancora i pesci, un modestissimo segno di obsoleta normalità in un paese che troppo "normale " non è. Se guardo tutti gli animali domestici dei miei amici, non conosco più un gatto che mangi pesce, polmone o fegato, non vedo cani con pasti a base di riso bollito e carne trita come si usava un tempo, ormai anche per i nostri amici a quattro zampe solo diete "calibrate" perbacco, scatolette, crocchette, bastoncini liofilizzati, palline soffiate e altre diavolerie da astronauti nello spazio. Ho provato una certa soddisfazione nel vedere sul prato accanto al lungomare un gatto alle prese con un pesce appena offertogli da un pescatore!
Arrivederci a Cesarea, anche ai sarcofagi dalla testa di Gorgone e alle sue splendide rovine che ho rivisitato con Eldad in una mattinata di sole. Davvero di buon gusto Erode a impadronirsi di questo antichissimo insediamento fenicio e a trasformarlo nella sede del suo palazzo di governo e in una fiorente città così chiamata perché in onore del primo imperatore romano Cesare Ottaviano Augusto. In fondo la globalizzazione era già iniziata duemila anni fa perché leggo che le pietre di costruzione provengono dalla Grecia, dalla Turchia e dall'Egitto.
Se avessi ascoltato i consigli che, per affetto s'intende, mi volevano dissuadere da questo viaggio in Israele e me ne fossi andata come tante altre volte a Parigi, nessuno avrebbe avuto niente da obbiettare, anzi, gli amici sarebbero stati rassicurati. E invece a Parigi è successa la tragedia che tutti sappiamo mentre in Isrele mi sono sentita relativamente sicura forse perché da sempre si è abituati ai controlli e il pericolo improvviso e inaspettato fa parte della locale "normalità" fra virgolette. Il mondo occidentale dell'ultimo secolo non conosceva questa brutta sensazione della precarietà del vivere, ma da queste parti, non so se per fatalismo o per coraggio, è stata integrata nella quotidianità della gente. La realtà non è mai semplice e non fa certo eccezione quella di Israele: sui giornali locali è apparsa la foto di questa sorridente vecchietta con un mazzo di fiori in mano perché ha tentato di investire con la macchina un giovane israeliano e nella sua borsa invece della spesa è stato trovato un lungo coltello. Per fortuna sui giornali è stata pubblicata anche la foto della giovane giornalista araba mussulmana Lucy Aharish che ha fatto ben altre scelte e che ne parla con coraggio in questo articolo che propongo alla lettura (http://www.israele.net/araba-musulmana-giornalista-della-tv-israeliana-sopravvissuta-al-terrorismo )
Mentre Eldad mi accompagnava all'areoporto per il ritorno, su un campo è apparsa all'improvviso una lunga sottile striscia bianca. "Sono delle cicogne-mi ha detto- volano verso l'Africa per svernare; passano sempre di qui in questa stagione e fanno una sosta per riposare". Ho aperto l'obbiettivo al massimo e aveva ragione. Non solo le cicogne, in fondo anche noi siamo solo di passaggio.
Ahhh so nice to take your mini vacations around the world.. Thank you Sara!
RispondiEliminaohh Cheryl, what a pleasure to reed from you, so long that I had no news. I hope that all good for you Jere and your lovely mother, In Israel the sky was blue, but cold and gray in Milan, I don't like the winter here. I sand you a big kiss. sara
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