sabato 9 gennaio 2016

Nizza: 123-125 rue de France

"The Roaring Twenties" dicono gli americani e noi, quel decennio, lo traduciamo in "gli anni ruggenti". Ruggenti perché dopo la fine di una guerra, e questa era stata mondiale, il dinamismo è grande. Mentre il vecchio continente si lecca le ferite in quello nuovo si procede a 1000 all'ora, imperversa il probizionismo, inizia l'emancipazione femminile, esplode il jazz, le notizie scivolano sulle onde della radio e Scott Fitzgerald da alle stampe "Il grande Gatsby", specchio letterario di quegli anni di fervore. Il crollo di Wall Street nel '29 segnerà la fine dell'epoca. Non più ruggente, ma pur sempre foriero di grandi mutamenti il decennio successivo; oltre oceano riescono a mettere in galera Al Capone che non pagava le tasse, nascono gli Studio's, il mito di Hollywood, Topolino di Walt Disney, la voce di un giovanissimo Frank Sinatra, Roosevelt avvia la politica del New Deal come risposta alla Grande Depressione e un'americana sarà la prima donna a sorvolare l'Atlantico. 
Come risposta agli eccessi dell'Art Nouveau di fine '800, nei
decenni '20 e '30 del secolo
appena iniziato si affaccia  l'Art Déco. Impiego di ferro, vetro, acciaio, cemento e tanti altri nuovi materiali, edifici, vetrate, pitture, sculture, ebanisterie, ceramiche, arredamenti d'interni  propongono un ritorno al rigore classico, a forme semplici e stilizzate, parole come simmetria, geometria e colore entrano a far parte del nuovo vocabolario. Dopo i successi dell'Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes di Parigi del 1925 che presenta l'Art Déco nelle sue possibilità strutturali ed estetiche in tutti i campi, dall'architettura alle arti applicate, è soprattutto grazie all'ondata immigratoria di architetti e artisti europei che fuggivano da nazismo e fascismo che l'America conosce l'Art Déco. Il grattacielo, risposta architettonica per far fronte alla ristrettezza dello spazio in una città in pieno sviluppo come New York ne diventerà l'esemplificazione per eccellenza, edifici che sfidano il cielo come testimoni eloquenti della potenza commerciale ed economica d'oltreoceano e di Manhattan in particolare e basta pensare al Chrysler Building (1930) al Rockefeller Center (1931) e al celeberrimo Empire State Building (1932). 

L'ho davvero presa molto alla larga, ma se la meritava questa lunga premessa il "Gloria Mansions" perché è un autentico gioiello dell'Art Déco e senza bisogno di attraversare l'oceano fino a New York, basta curiosare al 123-125 di rue de France a Nizza. A parte il nome già molto evocatore, l'edificio del Gloria Mansions si basa proprio sul modello degli "Appart-Hotels" della Grande Mela.  Un po' me ne voglio, nei miei 45 anni di frequentazione nizzarda ci sono passata davanti centinaia di volte perché si trova proprio accanto a dove abitava mia madre, senza averlo mai notato, ho avuto bisogno dell'attuale restauro completamente rispettoso dell'originale e della segnalazione di un'addetta dell'Ufficio del Turismo per scoprirlo e andarmelo a vedere. Certo la recentissima riabilitazione dell'edificio è stata un'operazione immobiliare, alcuni dei 66 appartamenti del complesso si sono venduti alla cifra capogiro di 11.000 euro al metro quadro, ma ciò non toglie che grazie a un lifting a più zeri e alla supervisione dei "Bâtiments de France" si sia recuperata e valorizzata una pagina preziosa del patrimonio architettonico della città.

Il Gloria Mansions è stato voluto dal promotore egiziano Joachim Nahapiet che di ritorno dagli Stati Uniti agli inizi degli anni '30 ha dato mandato a due architetti armeni, Hovnanian e Arsenian, di costruire un edificio in puro stile Art Déco su modello americano. In piena libertà creativa e con molti fondi a disposizione, i nostri due realizzeranno qualcosa di modernissimo per l'epoca e non solo dal punto di vista estetico, vale a dire parcheggio per le automobili nei sotterranei, ascensori, riscaldamento e acqua calda centralizzati. Poco tempo dopo il Palais de la Mediterranéé, altro gioiello Art Déco di Nizza, nel 1932 ecco spuntare il Gloria Mansions.  
Una vera meraviglia: nella loro essenzialità grigia le facciate esterne brillano perché ricoperte di sabbia mescolata a frammenti di madreperla di gusci d'ostriche, all'interno solo materiali nobili, pavimenti di pietra e marmi, un'immensa vetrata a mosaico, una scala elicoidale che disegna volumi diversi a seconda del punto di osservazione, le cassette delle lettere e le maniglie delle porte in ottone, bassorilievi sui muri.   



Proprio davanti al Gloria Mansions dalla parte della Promenade, il CUM, Centre Universitaire Méditerranéen, dove tengono interessanti conferenze e a pochi numeri di distanza il Palais Mary che immagino così chiamato in onore della mitica Queen Mary immortalata sul pavimento davanti all'androne pronta a salpare verso "l'american dream" del tempo che fu, nel frattempo in Italia si gorgheggiava....se potessi avere, mille lire al mese..... 







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