A Parigi, mercoledì scorso 17 febbraio il mio amico Robert se n'è andato, non in una fredda bara, ma semplicemente in cenere, così la sua compagna di una vita Magda lo potrà sistemare questa primavera nell'angolino di terra che si è già preparato in giardino nella sua amatissima Etoile de Mer a Cap Martin, di fronte agli scogli e al Mediterraneo, a due passi in linea d'aria dal suo maestro e mentore Le Corbusier che riposa in collina, nel cimitero di Roquebrune.
Robert se n'è andato e sono triste perché gli volevo bene.
Un'amicizia, la nostra, relativamente recente nell'arco di una lunga vita, solo la frequentazione costante negli ultimi dieci anni, ma ne abbiamo condivisi di viaggi insieme, di cene e di pranzi, l'ultimo il Natale scorso a casa mia a Nizza. Incontri ricchi di storie e aneddoti sui quali lui non lesinava mai, gli davi il la e Robert partiva in quarta, un affabulatore dotato di una memoria straordinaria per date, luoghi, avvenimenti. Magda probabilmente quelle sue storie le aveva sentite un sacco di volte, ma io no e adoravo sentirlo raccontare. Il suo stato di salute è precipitato in un battibaleno, nessuno si aspettava così in fretta, ma in fondo mi sembra che se ne sia andato come ha vissuto, prendendo di petto prima la vita e poi la morte quando è arrivato il suo momento.
Lascio ai giornali e agli addetti ai lavori l'onore e l'onere di scrivere della sua lunga carriera quale instancabile promotore dell'architettura moderna, quale memoria storica di una pagina importante del XX° secolo, quale deus ex machina di quel Cap Moderne che ha avuto la tenacia di sognare e la gioia di vederne infine la realizzazione nell'estate 2015, se lo meritava, vi si era instancabilmente dedicato. Per me tengo solo lo spazio prezioso dell'amicizia e il dispiacere di non averlo più.
Il libro "Robertino, l’apprenti de Le Corbusier" di Louise Doutreligne, Editions de l’Amandier è uscito l'estate scorsa, racconta con vivacità l'avventura professionale e umana di Robert e in quell'angolo di paradiso della natura che è Cap Moderne l'autrice-attrice ne aveva fatto a fine agosto una lettura magistrale e "haute en couleur" come dicono i francesi, col pubblico presente ci eravamo molto divertiti; Robert non aveva potuto goderne, proprio il giorno prima era stato ricoverato improvvisamente in ospedale. Ascoltando ricordi e testimonianze di Robert avevo sognato di scriverlo io quel libro, ne avevamo parlato tante volte insieme, ma non mi sentivo all'altezza, lui stava a Parigi e io a Milano e poi un vecchio proverbio dice che fra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.
Ciao Robert, mi perdonerai senz'altro, non ce l'ho fatta a venire a Parigi per l'ultimo saluto, comunque erano presenti in metà di mille a ricordarti, davvero non sei stato solo, ma ti prometto che non mancherò quando Magda ti riporterà a casa questa primavera e ci saranno di certo vento e sole davanti al tuo mare. Sono triste e pure incazzata, lo so che ti piaceva scherzare, ma questo "scherzo" proprio non ce lo dovevi fare.