mercoledì 6 luglio 2016

a Trieste da Thea e dal barone Revoltella

Settembre 2009...., perbacco, ne è passato di tempo dall'ultima mia visita a Trieste. Nel  frattempo sono cambiate tante cose, ho sette maledetti anni di più, i miei post ora sono corredati di foto, fin troppe, mentre all'epoca non avevo ancora rotto il ghiaccio con l'apparecchio fotografico e l'amica Thea, premurosa ed efficientissima ospite triestina, ha cambiato il suo appartamentino di allora con un altro,  altrettanto minuscolo, ma pieno di charme sotto i tetti e in pieno centro. Dalle finestre la vista sulla città risulta limitata, solo qualche comignolo e una porzione di cielo,  ma c'è di buono che con la mia modesta altezza, non rischio di sbattere la testa e al mattino non serve mai la sveglia perché l'alba viene puntualmente segnalata dallo stridere dei gabbiani, ciarlieri frequentatori abituali delle tegole dei paraggi. http://www.saranathan.it/2009/09/re-la-donna-e-mobile.html
Ormai il freddo, la bora e l'austerità di Trieste della prima volta sono solo vecchie impressioni ormai superate, mi sono riconciliata alla grande con la città e Thea può stare tranquilla, solo complimenti per la sua amata Trieste, la trovo bellissima e a fine maggio, quando ci sono stata questa volta, ancora di più: alberi in fiore, camminate a zonzo per i quartieri inondati di sole, i caffè all'aperto gremiti, un'atmosfera gioiosa, tanti luoghi da visitare. Meta di un giorno che vorrei condividere in questo post è  il Civico Museo Revoltella, dal nome del suo originario proprietario e la splendida vista sulla città che si gode dal terrazzo dell'ultimo piano.
Più che il cospicuo patrimonio espositivo di opere d'arte, vorrei mostrare il palazzo stesso che certamente rispecchia l'alto livello sociale raggiunto dal suo proprietario, Pasquale Revoltella a cui, di modeste origini veneziane, riesce una vera e propria ascesa sociale ed economica a Trieste dove si era trasferito in cerca di fortuna. Diventerà imprenditore ed economista, si impegnerà a fondo per l'apertura del canale di Suez, determinante per lo sviluppo economico di Trieste strettamente legato ai traffici marittimi e quale riconoscimento per il suo contributo verrà nominato vicepresidente della Compagnia universale del Canale di Suez e gli sarà conferito il titolo di barone dall'imperatore Francesco Giuseppe per tutti i servizi resi. Una carriera davvero folgorante da fare invidia a Julien Sorel.

Alla sua morte nel 1869, secondo  le volontà espresse nel testamento, il palazzo viene donato al Comune insieme a una cospicua rendita e a tutte le opere d'arte. generoso lascito per la città e per la sua tradizione culturale. Si visita l'ala baronale sfarzosamente arredata: al piano terra la bellissima biblioteca; il primo piano è occupato dall'appartamento privato e dalle stanze di lavoro; il secondo piano invece è organizzato in sale, salotti e saloni di rappresentanza.
Davvero un raffinatissimo splendore e sfarzosi arredi, ogni dettaglio, ogni materiale scelti con cura, dai marmi variopinti ai pavimenti di legno intarsiato, dagli stucchi alle colonne, dagli specchi ai tendaggi, domina ovunque il gusto francese. Personalmente sono stata particolarmente attirata dai corrimano delle scale.....
Dopo il restauro del 1992 dei palazzi adiacenti  su progetto dell'architetto Carlo Scarpa, il Museo ha potuto ampliare i suoi spazi con la Galleria di Arte Moderna che ospita ed espone a rotazione olii, disegni e sculture del secondo Ottocento e di tutto il Novecento italiano e sfilano opere e nomi fra i più prestigiosi come Casorati, Morandi, Alberto Savino, De Chirico, Medardo Rosso. e tanti altri....
"Non dove II"1985, tela di Emilio Vedova - "Cavallo Rampante"1962, opera di Marcello Mascherini

E dopo l'abbuffata di cultura, senza soluzione di continuità siamo passate a quella alimentare dalla Siora Rosa, una vera istituzione a Trieste; il ristorantino si trova sempre a Cavana a pochi passi dal Museo Revoltella. La specialità del luogo è il panino al prosciutto che non mangiando maiale non ho potuto gustare, ma che nessuno si preoccupi, non me ne sono rimasta a pancia vuota. Italo Svevo, imperturbabile lì accanto, non ha avuto nulla da obbiettare.

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