Cambridge è la sede del primo istituto universitario americano, qui ha iniziato a funzionare oltre tre secoli fa la prima pressa da stampa e la cittadina diventa ben presto una grande porta aperta per chi fa funzionare il cervello; fama e prestigio che partono dunque da lontano e che questa università continua a mantenere alla grande. Leggo che Cambridge ha il soprannome di "Repubblica popolare" per il suo orientamento politico progressista e che, per esempio, è stato il municipio locale a rilasciare le prime licenze matrimoniali a coppie omosessuali; e io che credevo che il primato "liberal" spettasse alla California. Sta di fatto che Harvard, fondata nel 1636, è il più antico istituto universitario del paese e detiene un sacco di primati, di fondi, di potere, di qualità dell'insegnamento, fra i suoi muri ha visto laurearsi ben 8 Presidenti e un sacco di suoi studenti hanno vinto premi Nobel e Pulitzer.
Nello Harvard Yard c'è la statua di John Harvard, un giovanotto approdato nel Nuovo Mondo nell'estate 1637 che muore di tubercolosi un anno dopo a soli 31 anni, ma che lascia in eredità al College la sua biblioteca di 400 volumi e la metà dei suoi averi, 800 sterline che all'epoca erano una somma notevole. Si è considerato doveroso intitolare il College al generoso benefattore, ma in realtà non è stato lui il fondatore. Ecco perché il suo busto viene chiamato " la statua delle tre bugie": primo, la persona che raffigura non è Harvard, ma uno studente qualunque scelto dallo scultore, secondo, non è stato lui il fondatore e, terzo, il vero anno di fondazione del college è il 1636 (solo sei anni dopo il primo insediamento inglese a Boston e inizialmente è nata come una semplice scuola privata, divenuta ufficialmente università nel 1780 quando riesce ad ottenere una propria autonomia economica) e non il 1638 come risulta scritto sulla targa accanto alla scultura. Cominciamo bene, meno male che il motto dell'Istituto è "Veritas", comunque, palle a parte, gli studenti usano toccare il suo piede sinistro prima degli esami perché porta buono.
Per rispettare la nostra tabella di marcia ci è purtroppo mancato il tempo di visitare ad Harvard i suoi prestigiosi musei come quello di scienze naturali, di arte o di archeologia-etnologia e abbiamo dovuto accontentarci di una passeggiata in esterni fra i vari edifici , l'unico istituto in cui siamo entrati è stato il "Carpenter Center for the Visuals Arts" perché progettato da Le Corbusier (inaugurato nel 1963) e se non vado errata è l'unica realizzazione del grande architetto negli Stati Uniti. La sua modernità spunta fuori all'improvviso in uno spazio esiguo in mezzo ad edifici di stile georgiano (1720-1840).
Maquette, découpage, dipinti, sculture, gessi, pennelli, colori, un bel disordine che sa di creatività, un professore che tiene informalmente una lezione sulle scale, ce ne andiamo in giro a curiosare liberamente, nessuno ci dice niente e credo che sia più o meno così in tutti gli istituti sempre aperti, che meraviglia!! Leggo che il Carpenter Center è a disposizione di tutti gli allievi indipendentemente dalle discipline scelte o dal corso di studi praticato, l'obbiettivo è quello di sollecitare nei giovani il gusto e il piacere di coniugare il lavoro delle mani con quello della testa. La costruzione in cemento grezzo e vetro, le varie aperture, i collegamenti fra gli spazi interni e quelli esterni, la rampa che collega due strade attraverso il terzo piano, i piloni che sostengono i vari piani, le finestre orientate in modo da filtrare la luce risultano essere una vera esemplificazione delle teorie di Le Corbusier.
Mi viene da pensare che dev'essere una vera fortuna essere giovani e poter studiare in un posto come questo.....per happy few certamente visto che servono un bel Q.I. per passare la selezione e tanti soldini per pagare la retta. Una capatina in una delle numerose librerie dell'animata Harvard Square e poi a fine mattinata basta cultura, è arrivato il momento di una ricca insalata e caffè prima di attraversare il Charles River e scoprire il MIT, altra bellissima sorpresa dove, come vedremo, persino le scimmie adoperano il computer.
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