Tutti hanno sentito parlare dei Balletti Russi che hanno rivoluzionato il mondo della danza nei primi decenni del '900 e del loro straordinario impresario Djaghilev. A qualcuno invece il nome di Léon Bakst risulterà sconosciuto, eppure si tratta di un "grand Monsieur", il 31 dicembre 1924, giorno del suo funerale, il "tout Paris" lo accompagna nell'ultimo viaggio, Picasso, Cocteau, Marcel Proust e Prokofiev in testa al corteo funebre. Lev Samoilovtch Rosenberg, alias Léon Bakst, era nato nel 1866 in Bielorussia e nella ricorrenza del centocinquantesimo anno dalla nascita varie mostre in giro per il mondo lo celebrano, sviluppando ciascuna un aspetto diverso della sua molteplice attività creativa, quale pittore, inventore di decori, costumista, scenografo, illustratore e teorico dell'arte. Sarà lui a fondare con Alexandre Benois e Serge Djaghilev la rivista Mir Iskusstva ("Il mondo dell'Arte"), ponte di incontro e confronto fra il genio russo e la cretività europea, lui con Djaghilev, l'anima artistica dei celeberrimi Balletti Russi, lui maestro di Chagall, lui a creare le sue prime scenografie nel 1900 al teatro di corte dell'Ermitage di San Pietroburgo e negli ultimi anni parigini ancora lui quale consigliere artistico del direttore del Palais Garnier, l'Opéra della ville lumière.
Lo celebra una mostra al Museo Russo di San Pietroburgo, dove l'artista, lasciata la città natale di Grodno, vive la sua gioventù e segue studi artistici alla Scuola di Belle Arti; lo celebra Parigi, dove Bakst andrà a vivere stabilmente, con l'esposizione (alla Bibioteca-Museo dell'Opéra fino al 5 marzo 2017) "Bakst, des Ballets Russes à la Haute Couture" che vuole sottolineare l'imprescindibile influenza esercitata dall'artista sul mondo della moda e del costume attraverso le sue collaborazioni con i grandi sarti dell'epoca, da Frederick Worth a Paul Poiret e con i suoi disegni per la prestigiosa rivista americana Harper's Bazaar.
la pagina del Figaro del 30 maggio 1912 che annuncia "L'après-midi d'un Faune" al teatro Châtelet
E lo celebra anche Montecarlo, dove i Balletti Russi all'epoca hanno fatto furore, al Museo di Villa Sauber, con "Designing Dreams" che ho appena avuto il privilegio di vedere. Un'esposizione bellissima, lo stesso entusiasmo provato per quella di Sonya Delaunay (http://www.saranathan.it/2015/03/sara-elievna-stern-alias-sonia-delaunay.html). Qui il focus si concentra sull'aspetto onirico della sua produzione: fasto, sensualità, erotismo, drammaticità, evocazioni poetiche e mitiche che si animano magicamente sulla scena suscitando all'epoca lo stupore e l'ammirazione del pubblico.
L'innovatore Bakst ha trasformato la percezione del balletto perché considera il teatro come un'opera d'arte totale in cui coreografia, musica, costumi e scene hanno pari importanza, tutti singoli elementi protagonisti che concorrono alla sua visione d'insieme, alla sintesi dell'opera. Perseguendo questo obbiettivo Bakst si è avvalso della collaborazione dei più grandi artisti dell'epoca in ogni settore: hanno danzato per i Balletti Russi i mitici Vaslav Nijinsky, Serge Lifar e Balanchine, Isadora Duncan e Ida Rubinstein; oltre a Bakst stesso, hanno messo a disposizione i loro talenti pittori come Braque, Picasso, Derain, Matisse, la Gonciarova e Larionov e fra i compositori si contano musicisti del calibro di un Claude Debussy, Prokofiev, Satie, Ravel, Berlioz e in particolare Igor Stravinskij che è stato scoperto da Djaghilev agli albori della carriera e che gli ha così aperto la strada verso il futuro successo. Magnifico anche l'allestimento scenografico di questa mostra ideato dall'artista Nick Mauss che utilizzando tutto il ricco materiale a disposizione, costumi, programmi di balletti, lettere, studi di motivi tessili, illustrazioni, bozzetti e maquette di scene, crea un confronto magistralmente orchestrato fra lo spettatore e il linguaggio visuale di Bakst.
Ho presentato foto di costumi e ambientazioni in modo disarticolato, incantata da questa ricchezza di colori, idee e talenti, ma nella mostra pensata da Mauss, ogni sala con tutto il suo materiale espositivo riguardava uno specifico balletto. Sfilano così ambientazioni e realizzazioni per Sherazade, Lo Spettro della Rosa e L'Après-midi d'un faune, Le Dieu bleu, Thamar, Narciso, Dafne e Cloè, Ivan il Terribile e la Bella Addormentata dalla favola di Perrault con la musica di Tchaikovskij orchestrata da Stravinsky. Le scale del museo, fra un piano e l'altro, sono riccamente addobbate delle stoffe sontuose delle scenografie di Bakst, un incredibile mix di oriente e occidente, motivi persiani, indiani o birmani accanto all'iconografia folclorica russa e a temi grafici amerindiani.
Ultima chicca della mostra, la sala Yves Saint Laurent. Già nel 1976 YSL aveva presentato una collezione di Haute Couture all'insegna dei Balletti Russi, ma la collezione Saint Laurent Rive Gauche del 1991 si ispira direttamente ai disegni di Léon Bakst e ai costumi di Sherazade e Narciso in particolare. YSL scopre i lavori di Bakst, di cui si entusiasma, nella biblioteca di Gustav Zumsteg, collezionista di arte moderna e direttore delle seterie Abraham a Zurigo, fornitrice quasi esclusiva dei tessuti per la Maison Sant Laurent. Nel creare questa sua collezione del '91 il couturier potrà sbizzarrirsi fra più di 100 campioni di tessuti ispirantesi all'artista russo e studiati a Zurigo appositamente per lui. Tessuti intrisi di teatro, danza, orientalismo, temi così amati da YSL che ne rivestirà tutte le pareti della sua casa di Deauville. E nella presentazione della Collezione non mancheranno certo accessori e gioielli studiati ad hoc. (Nelle ultime tre foto in basso il bozzetto e la sua riproduzione fedele quasi 70 anni dopo). La parola "moda" mi sembra riduttiva, vorrei dire che questa è arte tout court.
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