Vagabondare per il Périgord nella valle della Dordogna è come avere innanzi una cartolina postale senza soluzione di continuità; ho difficoltà a scegliere le immagini da pubblicare perché veniva da fotografare ogni scorcio panoramico e vorrei condividere tutto: il cielo bizzoso quanto mai che nel giro di pochi minuti passava alternativamente dal nero più cupo grondante pioggia torrenziale al blu terso, generoso di un sole caldissimo, l'architettura così particolare di case, casolari, fattorie, i borghi medievali raccolti su un pizzo di montagna, castelli che spuntavano da ogni dove, coltivazioni di alberi del noce perfettamente allineati come la coreografia di un corpo di ballo, il fiume che da amico silente e discreto scivolandoti accanto ti accompagna e il tempo che sembra essersi adeguato ai ritmi lenti dello scorrere dell'acqua. Una grande gioia nel vedere questi panorami, un festino non solo degli occhi e mi è venuto in mente un viaggio di tanti anni fa in Bretagna che avevo trovato bellissima e omogenea per le sue ricchezze, culturali, paesaggistiche, storiche, architettoniche, anche lì non mancava proprio nulla, una regione intera dalla grande personalità.
Rannicchiato su un promontorio roccioso, il borgo medievale di
Limeuil si trova alla confluenza di due fiumi, Dordogna e Vézère. Limeuil ti accoglie nel labirinto delle sue ripide stradine di pietra, nel passato vivo teatro a cielo aperto di un gran brulicare di attività; mercanti, artigiani, contadini, tessitori, cestai, maniscalchi, pescatori gremivano le strade dove si facevano tutti i mercanteggiamenti, le antiche botteghe sono ancora visibili per testimoniarlo, altro che i nostri centri commerciali in opache periferie. Le case erano spesso singole, nessun muro in comune, fra l'una e l'altra uno strettissimo budello che fungeva da scarico per i liquami.
E come al solito la chiesa sa il fatto suo, i monaci del convento di Récollets non se la passavano male, si erano scelti il posto migliore, si godevano la vista del fiume e coltivavano la vite. (foto qui sotto)
Fantastica via via che la macchina si avvicina anche
Beynac col suo castello medievale sul cucuzzolo della collina e il villaggio che si snoda lungo il fianco. Tra i meglio conservati e più reputati della regione, questo castello è stato un tempo teatro di più guerre fra i Signori della fortezza, i Beynac, rappresentanti di una delle 4 baronie in cui era diviso il Périgord e fedeli alleati del Re di Francia e i Signori del vicino castello di Castelnaud, sostenitori dei Plantageneti, la dinastia inglese. C'è documentazione dei Beynac a partire dal XII° secolo. Il castello viene preso da Riccardo Cuor di Leone nel 1189 e rimarrà inglese fino alla sua morte.
Il castello di Beynac attualmente è una proprietà privata, ma è visitabile in molte sue sale. Noi abbiamo preferito andarcene in giro per il borgo, prenderci un buon caffé sulle sponde del fiume, ho ordinato pane e salame per Noam perché coi genitori vegetariani che si ritrova mi aveva confidato un giorno "ninna, j'adore le saucisson" e soprattutto, sfidando il cielo che è stato clemente, ci siamo fatti il giro in barca di un'ora sulla Dordogna, pare il fiume più pulito di Francia. In lontananza abbiamo visto anche i castelli di Marqueyssac, Castelnaud e Fayrac. Numerosissimi da queste parti i toponimi che terminano in "ac" come Beynac, Cazenac, Roque-Gageac, Montignac, Bergerac etc, retaggio occitano o cosiddetta lingua d'Oc del sud della Francia.
la vista della vallata dal Castello di Beynac
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