vino come dimostrano i vigneti bassi bassi protetti dal vento presenti ovunque. Beh, i conti mitologici a Pantelleria tornano: se l'isola è il risultato di una o più eruzioni, Venere col marito Vulcano, ci sta, e Bacco, garante di passito, zibibbo e malvasia, pure. Se poi si va a fare il bagno vicino alla "caldarelle", il punto dove l'acqua raggiunge quasi 60 gradi e all'uscita ci si cosparge del prezioso fango che si trova vicino alla riva, pelle come seta, cura termale assicurata e reumatismi ti saluto, non c'è bisogno di spingersi fino al Mar Morto.
Per il sopravvenire di un certo languore ma soprattutto per desiderio d'ombra, abbiamo approfittato delle fresche frasche di "MaRai, semplicità e gusto" (più cordialità e gentilezza aggiungo io), come amano presentarsi nel loro biglietto da visita i proprietari di un camper superorganizzato. Mamma cucina e alla fine prepara il conto, papà assicura l'intendenza generale, figli e nipoti servono a tavola, davvero un bella équipe. Panelle fritte (farina di ceci), magnifico pane con il sesamo sopra, insalatone con dentro verdura saporitissima a chilometro zero e soprattutto una granita al limone buona come la sanno fare solo da queste parti, zucche arancioni sparse dovunque come decorazione del luogo. (MaRai, contrada Lago di Venere, agricolamarai@libero.it tel: 339-2159530)
Altro incontro di rocce, vasche termali e mare che abbiamo già sperimentato è La Vela, terrazza e ristorante sul mare. dominata sull'alto della collina dal villaggio di Scauri con la sua chiesa bianca dedicata a San Gaetano. Qui le vasche termali di acqua sorgiva calda non si trovano nella grotta come a Sataria, ma all'aperto sotto il cielo e le si scoprono alla fine di una corta passeggiata. Ho particolarmente apprezzato una vasca "matrimoniale" perfetta per ciacole a due. C'è da dire che l'accesso al mare è comunque e dovunque un'impresa tantalica da sportivi sperimentati, meno male che ci sono queste jacuzzi naturali.
Una faticaccia riuscire a trovare l'ultima scoperta del giorno, ovvero la stele di Rekale di cui parlava una guida acquistata sull'isola e di cui nessuno sapeva niente, manco il guidatore dell'autobus e la postina cui abbiamo domandato informazioni. Effettivamente non si fa notare perché è una scultura piccola che si trova sul tetto interno di un vecchio dammuso privato. Si dice che potrebbe essere di origine fenicia o, cosa forse più probabile, che sia stata realizzata secoli fa da un ignoto pantesco, come si chiamano gli abitanti dell'isola. Tornata a casa urgeva una doccia fresca, ho aperto la finestra del bagno e ho visto questa scultura altrettanto bella: