Credo fossero trent'anni che non mettevo piede in Toscana, già affascinante e curatissima nei miei ricordi e ora, alle soglie dell'estate, ancora di più, una straordinaria tavolozza di colori che si offre generosamente e invita alla riflessione, "paesaggi dell'anima" li chiama l'amica. Già, la mia compagna di banco liceale Eva, raffinata germanista, è molto schiva, non ama che si parli di lei o che la si mostri, ma del suo eden posso dire e per cominciare propongo le foto del tripudio di santoline in fiore e del minuscolo borgo di case fra le quali si trova la sua, la mia camera da letto prediletta, pare, dai pipistrelli, e soprattutto l'angolo del giardino con il vecchio tavolino di ferro battuto sotto il fico. Pigre e tiratardi entrambe non si partiva mai alla scoperta dei dintorni prima di mezzogiorno e poi avevamo troppe cose da raccontarci sotto quel fico.
Urca quanto parlano le donne- constatano sovente gli uomini e hanno ragione, quel fico probabilmente non ne poteva più delle nostre confidenze, ma a parte un affetto mai venuto meno e qualche sporadico breve incontro, l'ultima vacanza passata insieme a Santa Teresa di Gallura deve risalire al '73-'74, una marea di anni da recuperare nel racconto, almeno nelle esperienze più salienti. Ritrovi gli anni giovanili, le sghignazzate fatte di niente, lo scambio di frammenti di ricordi che per ognuno sono diversi, una comunicazione fluida perché la formazione culturale è la stessa e anche certe idee sul vivere si sono sviluppate nelle stesse direzioni. Grazie Eva, mi è piaciuto proprio tanto!
E parlo ora del luogo. Il paradiso di Eva si chiama Quarciglioni e con altri minuscoli "Rio Bo", ovvero Lama, Contra, Le Case, Solaia e Cerbaia fa capo a Iesa, frazione di Monticiano in provincia di Siena. Siamo nella val di Farma fra l'omonimo torrente e il Fiume Merse, nei pressi della strada statale Siena-Grosseto e se Iesa conta 227 anime, vi potete immaginare i quattro gatti di Quarciglioni e delle altre borgate. Fino agli anni '60 a Quarciglioni e nella zona ci vivevano i contadini delle tenute agricole circostanti, poi il paesaggio è totalmente cambiato, abbandonate le case, le campagne e le attività agricole il bosco si è rimpossessato dei luoghi e le vecchie pietre sono diventate per lo più seconde case tutte ristrutturate e salvaguardate nello spirito del luogo. Vita grama quella di un cinquantennio fa, basta guardare le foto e leggere qualche testimonianza raccolta dal fotografo Piero Rosy.
" Chi ha scelto Iesa ha compiuto l'avventura di andare davvero verso l'ignoto perché ha posto la preferenza su una località che, al pari di un enclave, era rimasto chiuso e isolato per secoli dal resto del mondo. E questo fin quando la superstrada Siena-Grosseto non ha violato la sua membrana isolante e protettiva, aprendola di fatto ai contatti col mondo.....A Iesa, fino a due generazioni fa, ci si nasceva e ci si moriva, qualche volta senza essere usciti dai suoi confini, se non per andare a fare il militare, per una visita o per un ricovero in ospedale. L'economia di questo paese era prevalentemente agricola e boschiva e i suoi abitanti imparavano presto a campare, andando a quella scuola naturale che era la sopravvivenza."
Comunque rispetto a Quarciglioni, Iesa è la metropoli tentacolare, c'è la sagra delle tagliatelle al cinghiale, la bella insegna di una macelleria che non esiste più, la piazza centrale con una ventata di modernità rappresentata da sedie-panche offerte al paese dallo studio Metzler e soprattutto il bar Bastianini, fulcro pulsante della mondanità locale. Lo ricorda il proprietario stesso nel bel libro del fotografo Rosy.
5O anni fa vita dura senz'altro da queste parti, eppure eppure malgrado tutto, sarà stata la tranquillità o l'aria fina, ma neanche così male visto che la Signora Maria Lenzi se n'è appena andata per quegli altri lidi che non conosciamo alla venerabile età di 98 anni e porgo le mie condoglianze alla famiglia.
Sei sempre unica nel raccontare. Un bacio
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