Come gestire e conservare queste eredità così impegnative e onerose è il problema che si ritrovano regolarmente ad affrontare le generazioni seguenti e se lo chiede anche Carla Bozzolo, una degli eredi, nell'opuscolo della bella presentazione al luogo: "....la vecchia generazione scompare e quella più giovane si disperde. L'odore di chiuso e di muffa s'installa sovrano. Mani spietate asportano quello che sembrava lì da sempre. Che fare allora? Cercare di "tirare innanzi" alla meno peggio mettendo di tanto in tanto una pezza? Abbandonare il patrimonio familiare, fatto soprattutto di ricordi, a gente che si preoccupa innanzitutto di ricavarne un profitto? Si rimanda di giorno in giorno la decisione, ma poi non è più possibile..." La donazione di questo immenso bene al FAI è la risposta che gli eredi Bozzolo hanno trovato per salvaguardare la Villa e ridarle gli antichi splendori. Non sono i soli ad aver pensato a questa soluzione saggia e generosa, anni fa e sempre in concomitanza con le giornate del FAI, avevo visitato altre due ville di delizia a Vaprio d'Adda, Villa Melzi e Villa Castelbarco. http://www.saranathan.it/2011/03/bellitalia.html
Attingendo alla documentazione fornita, leggo che l'elegante complesso, nell'entroterra lombardo del lago Maggiore, si è andato ampliando nei secoli attorno all'originario nucleo cinquecentesco: una villa padronale relativamente piccola in un insediamento agricolo con svariati edifici rurali. Nella seconda metà del '600 la famiglia Della Porta, proprietaria dei luoghi, avvia la costruzione di un nuovo edificio organizzato attorno a una corte d'onore e affacciato sul giardino, ma è nel primo '700 che da "villa-fattoria" la dimora si trasforma in una raffinata residenza di rappresentanza con tanto di cappella privata. E' ad Antonio Maria Porani, "pittore e ingegnere" che si affida il compito di nobilitare gli interni con le preziose decorazioni e gli affreschi e di progettare uno scenografico parco per valorizzare la casa di famiglia. Visto lo spazio modesto di fronte alla villa, il nuovo parco si svilupperà in lunghezza, dal basso verso l'alto, seguendo parallelamente la facciata della casa. Su diversi livelli verranno quindi realizzate quattro grandi terrazze collegate fra loro da una maestosa scalinata con balaustre, statue e fontane in pietra di Viggiù.
Come il parco, anche la Villa dunque conosce nuovi fasti, ovunque raffinate decorazioni e largo uso di trompe l'oeil a motivo floreale in particolare su porte e finestre. Finita l'epoca dei Della Porta e dopo alcuni passaggi di proprietà, nella seconda metà dell'800 il nuovo Maître de Maison diventa il senatore Camillo Bozzolo e poi nel 1989, dopo un periodo di abbandono e spoliazioni con sciacalli che hanno fatto man bassa, la donazione da parte degli eredi al FAI che, grazie a ingenti finanziamenti di enti e privati, ha potuto realizzare gli interventi necessari di restauro e recupero per l'agibilità e l'apertura al pubblico .
Leggo purtroppo che gli interni conservano ben poco dell'arredo originario saccheggiato negli anni dell' incuria da continui furti, ma, elargizioni di arredi e opere d'arte di varie provenienze sapientemente ambientati, sono rappresentativi di una residenza nobiliare dell'epoca e restituiscono alla Villa l'atmosfera di un ambiente familiare vissuto. Sono originali della casa i letti a baldacchino delle camere del piano nobile e l'arredo ligneo della Biblioteca dei primi decenni del '700 che riunisce i libri raccolti dalle diverse famiglie che si sono succedute. Davvero splendida la Biblioteca, più di 2000 volumi in prevalenza testi medici per via della professione esercitata da Camillo Bozzolo, ma anche opere del Bembo e del Petrarca nonchè l'edizione completa dell'Encyclopédie di Diderot del 1779. E' la casa editrice SKIRA, specializzata in libri d'arte, che ha provveduto al restauro dei locali della Biblioteca e alla catalogazione critica dei libri, una garanzia.
Io non lo so se sia ortodosso passare dagli arazzi settecenteschi e da prestigiosi incunaboli a una serie di conigli che erano in esposizione in un angolo del giardino, ma sta di fatto che erano assolutamente stupendi. Altro che solo coniglio bianco, ignoravo che ci fosse una tale varietà di esemplari e non conoscevo nemmeno l'aggettivo "cunicole", razze cunicole, le diverse razze dei conigli. La pezzata inglese in particolare ha suscitato il mio entusiasmo, mi ha ricordato i cani Welsh Corgi della Regina d'Inghilterra. Evidentemente oltre la Manica si amano gli animali piccoli e rotondetti. Grazie Ester, grazie Enrico, una bellissima giornata!