....dalla presentazione di Barbara Radice
Grazie! Grazie alla Triennale che ha allestito la bellissima mostra su Ettore Sottsass, ne avevo proprio bisogno per tirarmi su di morale. Con l'autunno ingialliscono le foglie, il parco Sempione diventa un tappeto di ricci di ippocastano e puntuale mi bussa alla porta la malinconia; vorrei non aprire, ma lei si infiltra lo stesso. Anni fa mi aveva incantata l'allestimento dell'esposizione Fornasetti e anche questa, "There is a planet" non è stata da meno. Poliedrico e ricco di poesia Ettore Sottsass, altrettanto poliedrici e ricchi di poesia i suoi lavori: entrambi geniali, lucidi, ironici, a volte disincantati e sempre curiosi. (http://www.saranathan.it/2014/01/formula-segreta-fornasetti.html).
Di lui sapevo ben poco, l'importanza del nome certo, sommariamente della sua attività di designer e architetto, soprattutto come fondatore negli anni '80 del gruppo Memphis di cui ho sempre adorato le realizzazioni piene di colore e di allegria. Sapevo che era stato il marito di Fernanda Pivano, la straordinaria americanista che ha fatto conoscere in Italia poeti e scrittori della beat generation, ma poi null'altro. Grande sorpresa scoprire che Ettore Sottsass è stato mille altre vite ancora, fotografo, pensatore, poeta, instancabile viaggiatore, scrittore e ancora e ancora. Leggere e vedere le sue cose da semplice spettatore non addetto ai lavori ha suscitato in me stupore, allegria e materia di riflessione. Ho pensato di non aggiungere nient'altro, cosa puoi dire di uno che regala il mondo a chi è capace di scendere dall'automobile e baciare i fiori gialli dei prati? Di uno che invita l'amica a non guardare il tempo che passa ma a mangiarselo? Di uno che progetta uno stadio per guardare le stelle e delle zattere per ascoltare la musica da camera? E poi lo dice Sottsass stesso che "...a spiegare troppo c'è sempre il rischio di negare i misteri, di appesantire la dinamica, di soffocare le vibrazioni, di escludere l'ignoto". Semplicemente la parola a lui, allora, attraverso i suoi scritti e le sue opere e condivido disordinatamente quel che ho visto perché è stato difficile scegliere, troppe e tutte interessanti le sollecitazioni e gli spunti, una vera caverna di Alì Babà.
Sbaang
c'è rumore e c'è silenzio
ci sono mari e ci sono montagne
ci sono puttane e ci sono vergini
ci sono deserti e ci sono prati
ci sono poveri e ci sono ricchi
c'è mortadella e c'è caviale c'è sangue e c'è amore
c'è tempesta e c'è arcobaleno
ci sono nemici e ci sono amici
c'è op e c'è pop
PS: Non ti rammaricare, cara Carla, di non aver potuto vedere la mostra di Sottsass durante la tua recente scappata milanese, dura fino all' 11 marzo 2018 e ce la farai senz'altro. Per intanto ti propongo il mio caotico assaggio.
Sorpresa! Ritrovare l'architetto Sottsass nel tuo blog, chi se lo sarebbe aspettato. La mia fulminea conoscenza con lui risale alla fine degli anni sessanta, quando accompagnò la moglie Fernanda Pivano alla sartoria dei miei genitori. Due persone squisite, lei molto più riservata, lui intabarrato in un lungo pelliccione, con cappellaccio da brigante e baffi sale e pepe. Cortesi e curiosi entrambi. Non ho avuto l'occasione di vederli se non un paio di volte, ma l'impressione rimasta è indelebile.
RispondiEliminaGreat read thannks
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