sabato 16 dicembre 2017

Parigi "slow" fra vecchio e nuovo

Allée des Cygnes

Il 9 dicembre la mia cara amica Magda ha compiuto gli anni e dico solo otto senza mettere lo zero perché scrivere il numero intero mi fa un certo effetto. Per lei il fratello Guy che vive a Filadelfia, (nostra guida e chauffeur durante il viaggio nel New England) ha organizzato una cena-sorpresa bella e buona in un  ristorante libanese invitando, provenienti da ogni dove, tutti gli amici storici e anche la sottoscritta, relativamente recente. Viva l'amicizia certo, non potevo né volevo mancare. Da dire poi che c'è chi ha il mal d'Africa, chi quello dell'India, chi coltiva Venezia nel cuore e io invece soffro di nostalgie parigine, dopo un po' la ville lumière mi manca e ne ero assente da tre anni, da quando cioé il mio amatissimo nipote Noam si è trasferito a Bordeaux e non avevo più la scusa per venirci. Sarebbe stato senz'altro meglio se Magda fosse nata in primavera, che ne so a maggio o giugno, perché adesso a Parigi faceva un freddo barbino, sole gelido per un unico giorno e poi vento e pioggia, ma non si può avere tutto e poi bisogna rassegnarsi, non si sceglie né quando nascere né quando morire.
Esposizioni, eventi, musei e fondazioni, come sempre le opportunità erano innumerevoli, ma ho titolato il post "Parigi slow fra vecchio e nuovo" per sottolineare che non ho esagerato con le proposte culturali per lasciare tempo  e spazio anche alla "flânerie", mi piace il bighellonare senza meta precisa, scoprendo nuovi angoli e la città che si veste di Natale. Il "vecchio", che però ha fascino da vendere, è ubicato al 60 di rue Jean de la Fontaine nel XVI° arrondissement dove si trovano l'Hotel Mezzara del 1910 e i segni del suo fautore, ovvero quell'Hector Guimard, esponente numero uno dell'Art Nouveau francese. Guimard ha realizzato la costruzione per Paul Mezzara, industriale tessile di origini veneziane stabilitosi nella capitale, ma il proprietario ci ha vissuto poco tempo con la famiglia, fino agli anni 30 e il luogo è diventato poi  una scuola privata prima di venir acquistato dallo Stato nel '56 e trasformarsi in sede per convegni e seminari del Ministero dell'Educazione Nazionale. Come l'Italia anche la Francia ha però i suoi problemi nel gestire il suo grande patrimonio nazionale e l'Hotel Mezzara è stato messo in vendita ed è in attesa di una nuova destinazione. Gli amici del  Circolo Guimard, che si è formato nel 2003 a salvaguardia e valorizzazione del luogo, sperano ardentemente di farne un luogo simbolo dell'Art Nouveau francese seguendo l'esempio delle casa-museo  Victor Horta a Bruxelles, bellissima che ho avuto occasione di visitare anni addietro, e Casa Vicens del Gaudì a Barcellona. Liberty in Italia, Modernismo in Spagna, Art Nouveau  in Belgio e Francia, Sezessionstil in Austria, Jugendstil in Germania, Modern Style in Inghilterra, Tiffany negli Stati Uniti, cambiano i nomi ma questa nuova onda modernista a cavallo fra fine '800 e primi '900 è autenticamente il primo movimento di portata  internazionale e anche globale, poiché investe tutti i campi della creazione, dall'architettura alle arti figurative e a quelle applicate.
In Francia i suoi detrattori lo chiamano "Style Nouille", ovvero stile "tagliatella" per criticare l'eccesso di arabeschi e di elementi decorativi del movimento, ma circola anche la dicitura Style Guimard perché a lui si devono  nel 1900 gli ingressi in ghisa della metropolitana parigina, immagine iconica quanto la torre Eiffel. "J'aime l'architecture et si je l'aime c'est parce qu'elle comprend dans son essence, dans sa formule, dans sa fonction et dans toutes ses manifestations "tous les autres arts" sans exception" afferma Hector Guimard e questa sua idea del progetto nella sua globalità la sua può vedere esemplificata nel Castel Béranger, (1895-1898) subito soprannominato "dérangé", disturbato, dai soliti detrattori, primo edificio art nouveau in Francia sempre in rue de la Fontaine sorto come casa popolare  ad affitto moderato e premiato all'epoca in un concorso per le facciate più belle. Qui Guimard ha progettato tutto, ma proprio tutto,  non solo lo stabile ma mosaici delle pareti e trame dei soffitti, vetrate e manopole di porte e finestre, tapezzerie di carta, lustri e luminarie, tutti gli elementi decorativi.  A Castel Béranger Guimard stabilirà anche inizialmente la sua casa e lo studio di architettura. Successi e riscontri  privati e pubblici renderanno Guimard famoso tanto che i suoi atelier d'arte, atelier di concezione e di fabbricazione saranno molto attivi nel primo decennio del '900 fino a che la prima guerra mondiale e in seguito i nuovi orientamenti stilistici proposti dall'art déco non spegneranno le luci sulla sua fama.  Morirà dimenticato dal pubblico nel '42 a New York  dove si era rifugiato nel '38 per sfuggire con la moglie, pittrice ebrea americana, all'Europa nazista.  
Per attraversare a piedi oltre un secolo, da fine '800 al nuovo millennio e per passare dall'art nouveau alla contemporaneità architettonica, mi ci sono volute all'incirca due ore, occasione per rivedere la Maison de la Radio (1963), scorci panoramici della Tour Eiffel  dalla stupenda Allée des Cygnes (prima foto del post) con la riproduzione della nuovayorkese statua della libertà, vicina al Pont de Grenelle, donata alla città nel 1889,  il successivo Ponte di Bir-Hakeim un tempo Viaduc de Passy e finalmente scorgere in lontananza le cupole  a bulbo della nuovissima chiesa russo-ortodossa, la mia meta "nuova" del giorno.
Inaugurata nell'ottobre 2016 e realizzata dallo studio Wilmotte ed associati pare abbia suscitato non poche polemiche sia per la costruzione, che altera lo skyline davanti alla Tour Eiffel, che per il suo ruolo perché, Centro culturale e spirituale, non è solo una chiesa luogo di culto, ma una vera e propria enclave russa nel pieno cuore di Parigi. Quando arrivo nel primo pomeriggio l'ingresso è chiuso ma mi accorgo che nel retro c'è un gruppo che sta per entrare per una visita organizzata e, clandestina, mi aggrego. Il monaco che ci accompagna fornisce lunghe spiegazioni sia sul luogo, sia sulle 14 diverse anime che attraversano la religione ortodossa, Patriarcato di Costantinopoli, Patriarcato di Mosca, di Antiochia, di Gerusalemme etc. sia sulla numerosa colonia russa che vive a Parigi, risultato di più ondate migratorie a partire dai primi russi bianchi a inizio '900.  Nel giardino svetta la loro bandiera, l'area è completamente chiusa e controllata da molte telecamere perché  è territorio russo, in parte dello Stato, proprietario dell'area e di alcuni uffici e in parte della Chiesa.
Il Centro è composto da quattro distinte unità: una cattedrale ortodossa russa dedicata alla Santa Trinità, un centro parrocchiale che contiene anche un auditorium da 200 posti dove si tengono concerti e vari eventi, gli uffici dell'Ambasciata e della Federazione Russa e alcuni appartamenti, una scuola elementare franco-russa con aule, laboratori, infermeria, mensa, abitazioni e luoghi di svago e per finire un centro culturale con spazi dedicati alle mostre, un bookshop e una caffetteria. Un vero Kremlino sulla Senna, viene da pensare. Visito solo la hall di un edificio e la chiesa, molto essenziale e spoglia al suo interno con tutta la luce che inonda i luoghi. Bellissimi la pietra bianca di Parigi degli edifici e il rigore delle linee, di grande simbologia l'albero di betulla piantato nel giardino, che per i popoli slavi sta a significare fertilità, ma anche purezza e castità, un segno di rinnovamento e dell'inizio di un nuovo ciclo vitale.


1 commento:

  1. Parigi è tutto questo: antico e moderno, innovazione e tradizione, stile e controstile. Bella introduzione a una delle tante perle di questa città, la Maison Guimard. Grazie Sara, e buon compleanno in ritardo alla tua amica.

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