Come le case di tutta la regione e i palazzi di Bordeaux stessa, Bourg è fatto di un dedalo di stretti vicoli e di vecchie case di pietra da taglio (arenaria e granito) estratta fino al XX secolo dalle numerose cave dei dintorni, la rinomata "pierre de Bourg". Il suo porto sulla Dordogna che oggi ha solo vocazione turistica, è stato molto attivo nel Medio Evo per trasportare mercanzie quando la navigazione fluviale era ben più battuta delle strade. Vediamo lungo il fiume un castellotto, nel passato dimora vacanziera arcivescovile che adesso è più prosaicamente un ristorante, visitiamo il parco e ciò che resta dell'antica fortificazione del XVI secolo intorno al borgo che il Re Sole fece distruggere un secolo dopo come risposta punitiva nei confronti della Fronda, quel movimento di rivolta dell'aristocrazia francese contro la politica di Mazzarino e del potere centrale. Che tristezza, per i vicoli di Bourg non c'è davvero anima viva, nemmeno nella sua imponente chiesa neo-gotica di San Geronzio e meno male che Noam si diverte a correre sotto la tettoia della piazza del mercato.
Con le pittoresche casette per la pesca e le grandi reti sospese pronte ad essere gettate in acqua, è ricca di fascino "la route de la Corniche fleurie" che per una decina di chilometri da Bourg in direzione di Blaye costeggia il fiume. Credo sia un tipo di pesca cinese, ricordo di averne viste molte di questo genere in India nel porto di Cochin.
A Blaye c'è più animazione, forse perché l'immensa fortificazione di Vauban, come altri 13 progetti di questo grande ingegnere militare francese, rientra nei siti Patrimonio Unesco e sono in molti ad avere la curiosità di visitarli. Pare che fin dall'antichità il promontorio roccioso di Blaye, che domina l'estuario della Gironda, sia stato occupato da un campo militare romano, nel Medioevo poi al castrum subentrerà una prima fortificazione fino ad arrivare agli anni 1686-89 quando Vauban ne fa una vera e propria cittadella fortificata protetta da più mura come ad incastro. Altre due costruzioni fortificate, il Fort Pâté su un'isola in mezzo alla Gironda e il Fort Médoc sulla riva opposta, costituiranno, secondo i piani dello stratega Vauban, tre sentinelle allineate sull' estuario uniche nel loro genere, un sistema difensivo che verrà chiamato il "Verrou de l'estuaire", il chiavistello dell'estuario e i nemici da tener lontani sono soprattutto la flotta "angloise", ovvero inglese e olandese che in passato si era già spinta fino a Bordeaux.
Abbiamo fatto tutto il periplo interno ed è un'area vastissima, ben 33 ettari, proprio come quella cittadella che doveva essere in passato, spalti e cannoni che vedono lontano, costruzioni, strade, una delle quali si chiama "Avenue du 144° R.I. en Garnison à la Citadelle" perché dal 1874 al 1914 qui ci stava fisso di stanza un reggimento. La cittadella viene venduta dall'esercito a Blaye dopo la seconda guerra mondiale. Da allora si tenta di proteggere il sito e di restaurare tutte le costruzioni, fra cui quelle due torri che restano del castello medievale di Jaufré Rudel, famoso trovatore e cantore in lingua occitana dell'amor cortese. In estate si aprono per i visitatori botteghe artigiane e si fanno dimostrazioni di vecchi mestieri.
Per chi poi a Bordeaux volesse allenarsi alle scalate al coperto mentre fuori diluvia, ho l'indirizzo giusto. Credo fosse una vecchia fabbrica con annesso deposito, ma adesso, per grandi e piccini, propone pareti colorate su cui inerpicarsi. Noam si è cimentato alla grande, io comoda su una sedia a guardare, sic!
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