sabato 25 agosto 2018

la "villa di delizia" a Hyères dei mecenati Noailles

La curiosità di conoscere più da vicino la vita di Marie Laure de Noailles e del marito Charles, grandi mecenati francesi di arti e lettere della prima metà del '900 mi era venuta a Parigi qualche anno fa, visitando quella che era stata un tempo la loro dimora nella capitale, ovvero lo splendido "hotel particulier", interamente rinnovato da Philippe Starck, divenuto sede e museo del prestigioso marchio Baccarat,  in place des Etats Unis al numero11. (http://www.saranathan.it/2014/06/parigi-art-is-good-for-you.html). Così questa volta, prima di visitare il loro "buen retiro" estivo, una struttura avanguardista   concepita fra il 1924 e il 1932  dall'architetto Robert Mallet Stevens sulle rovine dell'antico castello Saint Bernard all'apice del borgo medievale  di Hyères, mi sono documentata. Ho trovato un libro intero, che non a caso si intitola  "La viscontessa del bizzarro" fitto di nomi, avvenimenti, incontri, mondanità e stravaganze a mai finire per orientarsi nella vita oltremodo movimentata ed eccentrica di questa coppia d'eccezione.( nelle foto sotto Marie Laure col marito, con un giovanissimo Salvador Dalì, fotografata da Man Ray, dipinta dal grande Balthus e da Valentine Hugo). 
Con un padre ebreo, il banchiere Maurice Bischoffsheim e gli antichissimi lombi aristocratici della madre, la contessa Germaine de Chevigné che fra gli antenati annovera nientepopodimeno che  il libertino Marchese de Sade, Marie Laure riassume in sé, con tutto il prestigio e il potere che ne derivano,"denaro" e "blasone", "tous les sangs sont dans le sien" , verrà osservato.  Due persone in particolare lasceranno il segno nella sua gioventù e la stimoleranno verso l'indipendenza di pensiero, la modernità e l'anticonformismo: la nonna materna Laure de Sade de Chevigné,  "la prima donna al mondo che abbia osato pronunciare la parola merda"  annoterà lo scrittore Paul Morand, nonché musa ispiratrice della mitica duchessa di Guermantes della Recherche di Proust, amico e abituale frequentatore della casa, e un giovane Jean Cocteau, trasgressivo genio poliedrico di cui Marie Laure si innamora anche se lo chiama rispettosamente "Monsieur". Cocteau, amico fra alterne vicende per una vita intera, introdurrà Marie Laure nel mondo delle avanguardie, pittoriche, musicali e letterarie.  Per quanto concerne il marito Charles, la cui casata risale alle Crociate, gli interessi spaziano dalle arti decorative moderne all'architettura e ai giardini. Curiosità e passioni condivise rappresentano il fertile humus della coppia. Convoleranno a nozze a Grasse nel 1923 e riceveranno quale dono nuziale dalla madre dello sposo, la principessa de Poix, un ettaro e mezzo di terreno incolto in collina a Hyères con i ruderi di  Saint Bernard, una vecchia abbazia cistercense.
appliques murali "mains tenant une coupe" di Alberto Giacometti progettate per i Noailles nel 1931
a destra lo stanzino di un metro e mezzo quadro piazzato all'ingresso della casa, "la petite chambre des fleurs" dove Marie Laure ama preparare i suoi bouquet. E' opera di Théo Van Doesburg del gruppo olandese De Stijl e discepolo di Mondrian.
In totale controtendenza con architetture e stili locali, i committenti vogliono un edificio moderno e funzionale, "une petite maison intéressante à habiter" spiega Charles, "une maison infiniment pratique et simple..." e a ben pensarci, quando si è ricchi e famosi non occorre ostentare nulla, ci si può permettere il lusso estremo dell'essenzialità e il privilegio di iniziare un nuovo modo salutista di vivere le vacanze fra nuotate nella piscina privata coperta e personal trainer che all'epoca non si sognava davvero nessuno, stanze minuscole e immacolate come celle di monastero, ognuna però con bagno privato e terrazzo . Inizialmente i Noailles si rivolgono a Mies van der Rohe e a Le Corbusier, ma il primo archistar è  superimpegnato con i suoi progetti di futuri grattacieli e il secondo crede solo nella sua Verità e non è disposto a nessuna mediazione con i desiderata dei clienti. Robert Mallet-Stevens invece è agli inizi di carriera, questa la sua prima commessa importante, avrà solo qualche timida esitazione a cambiare parte dei suoi progetti per accontentare i Noailles. Sarà poi sempre Mallet-Stevens a suggerire artisti e creatori per l'arredamento degli ambienti, i nomi più prestigiosi dell'interior design d'inizio '900, da Eileen Gray a Sonia Delaunay, da Jean Prouvé et Charlotte Perriand a Marcel Breuer; l'Esposizione Internazionale delle Arti Decorative e Moderne di Parigi nel 1925 rappresenterà un'occasione preziosa per conoscerli tutti e vedere le loro realizzazioni. Fortuna poi che nelle intenzioni doveva essere solo "une petite maison"  di 5 stanze, soggiorno e sala da pranzo  perché strada facendo la costruzione continuerà ad ampliarsi fino a raggiungere i "modestissimi" 1800 metri quadri di superficie abitabile, altro che "parva sed apta mihi":  15 stanze da letto, piscina, squash, un salon de coiffure; una casa talmente grande e articolata che, come in una nave da crociera, ognuno può fare la sua vita incontrando gli altri solo di quando in quando.
Semplicemente favoloso e molto originale il giardino cubista progettato dall'architetto armeno Gabriel Guévrékian, collaboratore all'epoca di Mallet-Stevens, una replica adattata al luogo del "jardin d'eau et de lumière" visto dai Noailles all'esposizione internazionale di Parigi del '25.  Super attrezzata e moderna doveva essere anche la piscina  con trampolino, bar, spogliatoio, sauna, terrazza per i bagni di sole e istruttore ginnico sempre a disposizione. Al loro arrivo gli ospiti dei Noailles trovavano un costume a righe bianche e blu e una tuta da ginnastica, veniva anche offerto loro il "thè acrobatico" accessibile solo dopo prestazioni sportive. (sic!) Pensando alle storiche "ville di delizia" delle nostre campagne venete e lombarde,  buen retiro vacanziero dei nobili di un tempo e fatte per stupire e incantare gli ospiti, mi sono detta che ero di fronte a una "villa di delizia" della modernità. La delusione però è stata grande perché come per La villa E-1027 di Eileen Gray a Roquebrune-Cap Martin o Villa Necchi-Campiglio a Milano o altre case-museo mi aspettavo di trovare mobili, ambientazioni e il sapore d'antan. Invece niente, solo qualche pezzo e molte foto, uniche testimonianze dei passati fasti. A partire dagli anni '50 la villa perde il suo aspetto iniziale e alla morte di Marie Laure opere d'arte e mobili vengono suddivisi fra gli eredi. Dopo anni di abbandono, riconoscendo il valore patrimoniale della costruzione, nel 1973 il comune di Hyères acquista la proprietà che dal 2012 diviene un centro d'arte per la moda, il design, l'architettura e la fotografia con mostre e concorsi e la piscina, che non c'è più, funziona da sala espositiva.   
Lascio a chi vorrà leggere il libro la scoperta delle mille stravaganze della coppia de Noailles, la non dichiarata omosessualità di Charles, le 50 gauloises fumate al giorno da Marie Laure, la sua attività come poetessa, pittrice e scrittrice e la cronistoria dei suoi numerosi amanti fra cui c'è anche Oscar Dominguez; vorrei invece sottolineare la loro generosità e lungimiranza,  nei loro salotti è passata tutta l'intellighentzia europea, sono collezionisti di arte moderna che amano il rischio e le novità. In campo pittorico hanno offerto amicizia, ospitalità e sostegno economico a Salvador Dalì, Balthus e tanti altri, (dopo la seconda guerra mondiale sarà la volta di César, Hundertwasser, Clémenti...) nella scultura a Lipchitz e Giacometti, nella musica a Poulenc e Markevitch, nell'interior design a Jean-Michel Franck. Interlocutori privilegiati delle avanguardie di primo novecento e del surrealismo in particolare con André Breton in testa, scrittori come Aldous Huxley, Geoges Bataille, Michel Leiris o lo psicanalista Lacan hanno sempre trovato presso i Noailles una disponibilità curiosa e attenta. E da ultimo vorrei citare il cinema, loro grande passione. Sono Charles et Marie Laure ad aver finanziato pellicole che appartengo alla storia della filmografia moderna, ovvero nel 1929 "Les Mystères du Château du Dé" di Man Ray girato nella villa di Hyères, "Le sang d'un Poète", il primo film di Jean Cocteau e, fra censure, scandalo e sconcerto, "L'âge d'or" di Luis Bunuel e Salvador Dalì. Mi piacerebbe una mostra, che non è mai stata fatta, dedicata alla loro storia. 
Marie Laure de Noailles: ritratto di Myrtille Hugnet 1951



giovedì 2 agosto 2018

Mediterraneo mon amour: Hyères

Dalle nostre parti luglio e agosto sono notoriamente dei mesi vacanzieri, il meritato riposo per chi lavora tutto l'anno e finalmente ricarica le batterie fra mari, monti, città d'arte, pic-nic su prati e spiagge, scorribande serali sotto le stelle. In questi due mesi, invece, una pensionata come me, oziosa e vagabonda tutto l'anno, si trasforma in una vera cenerentola perché figli, nipoti (si nel frattempo è nato anche un piccolo Davide e sono ricca di due nipoti) cugini, amici vari vengono a trovarmi nel mio buen retiro nizzardo. Figuriamoci, una gioia immensa la casa animata e avere intorno gli affetti più cari, ma mettere a tavola 10 persone pranzo e cena è una bella avventura, persino la lavastoviglie si è rotta perché non ne poteva più e poi quanto mangiano tutti questi giovani.....! Fra partenze e arrivi, pasta al forno e insalatone, pannolini e fatidici rutti dopo il biberon, con le amiche Magda e Marina sono però riuscita a prendermi due giorni super di vacanza, la visita di Hyères con la Villa di Noailles progettata da Mallet-Stevens e la nuovissima stupenda Fondazione Carmignac sull'isola di Porquerolles; di queste due mete molto interessanti scriverò nei prossimi post, oggi inizio con scorci di Hyères.

Un bel mix geografico e architettonico quest'area dove non manca proprio niente perché natura e creazione umana convivono pacificamente e dove la storia fa sentire i suoi anni con la progressiva edificazione nei secoli di ben tre cinte murarie. La Hyères antica ha la fisionomia del castrum che nel medioevo soleva svilupparsi intorno ai castelli che qui è quel che resta della Rocca "du Casteou" . La rocca alta del paese viene gradatamente disertata dalla popolazione che si spinge a valle, dove i terreni sono più facilmente coltivabili e fa la sua apparizione la cittadina più recente, balconi fioriti, vicoli, colori, odori che ricordano la Provenza più tradizionale, quella magistralmente raccontata da Giono. Risulta così una strana conformazione, un borgo antico a monte che si snoda in chiave sempre più moderna fino al porto con l'imbarcadero per le tre isole limitrofe, Porquerolles, Port Cros e l' isola di Levante e la Penisola di Giens, collegata a Hyères da due lingue di sabbia di 5 km che racchiudono le saline di Pasquiers, riserva ornitologica dove pare non manchino i fenicotteri rosa che però al nostro passaggio erano in giro per altri lidi. Peccato!

Certamente, a Hyères si ritrova quel sud semplice e pittoresco caro alla penna dello scrittore, olive, lavanda e spezie a volontà, ma non solo quello. Se Renoir dipinge nella casa di  Colettes a Cagnes sur Mer mentre Chagall preferirà ritirarsi a Saint Paul , se Picasso va a fare il bagno alla Garoupe al Cap D'Antibes, se Nizza vede Marcel Duchamp giocare a scacchi, Matisse dipingere nel suo studio inondato di sole al Régina o Raoul Dufy piazzare il cavalletto davanti alla Promenade, se il bulimico Cocteau impazza e lascia il suo segno artistico quasi dovunque, anche Hyères non è da meno. Come la vicina Costa Azzurra, a partire da fine '800 Hyères diventa una località alla moda, una di quelle mete ambite per le vacanze invernali degli happy few del jet-set internazionale come dimostrano certe magnifiche costruzioni del centro città.
Entrambe di fine '800, un vero splendore la Villa Tunisienne su progetto dell'architetto dell'epoca Pierre Chapoulart che qui abitava e aveva installato il suo studio e l'altra sua creazione, la Villa Moresca per il ricco industriale dell'abbigliamento e della calzatura Alexis Godillot  nello stile orientalista molto in voga all'epoca. Nel 1892 nientepopodimeno che la regina Vittoria ne aveva visitato i giardini. Per la modernità funzionalista, una rivoluzione assoluta di stile e materiali,  bisognerà aspettare i primi del novecento e l'arrivo, in questo angolo paradisiaco di Mediterraneo, di Marie Laure e Charles de Noailles, quei superfortunati che avendo tutto non hanno bisogno di dimostrare o vantare nulla e per i quali il vero lusso è l'essenzialità. Nel prossimo post racconterò la loro storia.