Un bel mix geografico e architettonico quest'area dove non manca proprio niente perché natura e creazione umana convivono pacificamente e dove la storia fa sentire i suoi anni con la progressiva edificazione nei secoli di ben tre cinte murarie. La Hyères antica ha la fisionomia del castrum che nel medioevo soleva svilupparsi intorno ai castelli che qui è quel che resta della Rocca "du Casteou" . La rocca alta del paese viene gradatamente disertata dalla popolazione che si spinge a valle, dove i terreni sono più facilmente coltivabili e fa la sua apparizione la cittadina più recente, balconi fioriti, vicoli, colori, odori che ricordano la Provenza più tradizionale, quella magistralmente raccontata da Giono. Risulta così una strana conformazione, un borgo antico a monte che si snoda in chiave sempre più moderna fino al porto con l'imbarcadero per le tre isole limitrofe, Porquerolles, Port Cros e l' isola di Levante e la Penisola di Giens, collegata a Hyères da due lingue di sabbia di 5 km che racchiudono le saline di Pasquiers, riserva ornitologica dove pare non manchino i fenicotteri rosa che però al nostro passaggio erano in giro per altri lidi. Peccato!
Certamente, a Hyères si ritrova quel sud semplice e pittoresco caro alla penna dello scrittore, olive, lavanda e spezie a volontà, ma non solo quello. Se Renoir dipinge nella casa di Colettes a Cagnes sur Mer mentre Chagall preferirà ritirarsi a Saint Paul , se Picasso va a fare il bagno alla Garoupe al Cap D'Antibes, se Nizza vede Marcel Duchamp giocare a scacchi, Matisse dipingere nel suo studio inondato di sole al Régina o Raoul Dufy piazzare il cavalletto davanti alla Promenade, se il bulimico Cocteau impazza e lascia il suo segno artistico quasi dovunque, anche Hyères non è da meno. Come la vicina Costa Azzurra, a partire da fine '800 Hyères diventa una località alla moda, una di quelle mete ambite per le vacanze invernali degli happy few del jet-set internazionale come dimostrano certe magnifiche costruzioni del centro città.
Entrambe di fine '800, un vero splendore la Villa Tunisienne su progetto dell'architetto dell'epoca Pierre Chapoulart che qui abitava e aveva installato il suo studio e l'altra sua creazione, la Villa Moresca per il ricco industriale dell'abbigliamento e della calzatura Alexis Godillot nello stile orientalista molto in voga all'epoca. Nel 1892 nientepopodimeno che la regina Vittoria ne aveva visitato i giardini. Per la modernità funzionalista, una rivoluzione assoluta di stile e materiali, bisognerà aspettare i primi del novecento e l'arrivo, in questo angolo paradisiaco di Mediterraneo, di Marie Laure e Charles de Noailles, quei superfortunati che avendo tutto non hanno bisogno di dimostrare o vantare nulla e per i quali il vero lusso è l'essenzialità. Nel prossimo post racconterò la loro storia.
Carissima anche se posti ( per una volta conosciuti!!!) é sempre un piacere pecore i luoghi con i tuoi commenti! e Mazeltov per il picolo Davide!
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