Ebbene si, lo confesso, il nostro cedimento turistico non si è limitato al barcone a ruota sul Mississippi, c'è stata anche la passeggiata in calesse per le stradine del French Quartier, detto anche Vieux Carré, a significare il primo nucleo cittadino francese. Faceva un caldo micidiale, i bimbi erano contenti del cavallo e noi abbiamo messo a riposo le stanche membra fra una scarpinata e l'altra. Il giro inizia in Jackson Square, piazza immensa e bellissima, cuore della vecchia New Orleans. Dire che Jackson square si è chiamata prima Place d'Armes e poi Plaza de Armas mi sembra riassumere sinteticamente la storia della città, fondata dai francesi come loro avamposto nel 1718, protettorato spagnolo (1762-1803), poi per pochi giorni nuovamente francese e infine americana con l'acquisto nel 1803 dell'intera regione, ( il Louisiana Purchase) e la successiva vittoria della guerra anglo-americana che sancisce definitivamente l'indipendenza e questa nuova realtà. L'eroe Jackson, vincitore della battaglia di New Orleans, di cui ho già scritto precedentemente, ha l'onore di un'imponente statua nel centro della piazza. Degli amerindi, cioè i nativi americani che vivevano da sempre in quest'area, cacciati o decimati dall'arrivo sul continente dei primi europei, c'è scarsa documentazione, come se la Storia con la S maiuscola della Louisiana iniziasse solo con la colonizzazione.
Durante il periodo coloniale (1718- 1803), poco importa se Place d'Armes o Plaza de Armas, la piazza è stata teatro di moltissimi avvenimenti, sfilate militari, la lettura dei proclami dei re di Francia e di Spagna, punizioni ed esecuzioni pubbliche, mercato di frutta e verdura, masse di schiavi e uomini liberi che ballavano nei giorni di festa; adesso per fortuna è tutta un'altra storia, caffè, musica, passeggio animato e dolce far niente. Davanti al magnifico parco, domina la neoclassica St Louis Cathedral, la terza chiesa edificata sullo stesso posto e questa costruzione è di metà '800, con a sinistra e a destra due imponenti edifici di fine '700 di identica struttura, il Cabildo e il Presbytère, entrambi a vocazione museale. Abbiamo visitato il Cabildo che con ricca documentazione ripercorre la storia della città e che deve il suo nome al fatto che durante l'occupazione spagnola e lungo tutto il periodo coloniale è stato la sede del Consiglio del Governo; è nella sala detta "Capitular" del secondo piano (foto sopra) che la Francia firma la cessione della Louisiana.
Colonizzatori e decine di migliaia di schiavi tragicamente importati dall'Africa, tanto che la città è stata un porto di centrale rilevanza per il commercio degli schiavi, formano il primo nucleo umano della nuova città appena fondata. A un ipotetico appello risponderebbero "presente" francesi, canadesi, tedeschi, irlandesi, spagnoli, africani, haitiani, creoli, persino una delegazione di italiani emigrati qui nei primi decenni del '900, a quanto leggo c'era infatti una "Little Sicily". Come si può constatare la lista delle origini degli abitanti di New Orleans è molto lunga. Questo straordinario melting pot umano è senz'altro la cifra peculiare della vivacità e del fascino di New Orleans (a suo tempo avevo avuto la stessa sensazione di cosmopolitismo e libertà visitando Odessa). Da queste parti la ricchezza della diversità si è amalgamata e tradotta in tutte le declinazioni del vivere, dalla musica (dixieland, blues, jazz...) alla cucina (creola, cajun, europea, fusion), dal sincretismo religioso all'architettura.
In apparenza preponderante nel Vieux Carré, dove abbondano strutture e decorazioni in ferro battuto, l'impronta francese, ma in realtà due grandi incendi nel 1788 e nel 1794 hanno distrutto buona parte del nucleo originario e le ricostruzioni risalgono piuttosto al periodo spagnolo e sono rappresentative del suo stile coloniale, cui si aggiungono, of course, riferimenti architettonici italiani, anglo-americani, caraibici e africani . Avrei voluto visitare il Tremé, il più antico quartiere afroamericano, purtroppo ne è mancato il tempo, ma abbiamo percorso tutta la bellissima Esplanade avenue, un lungo viale alberato al confine fra il French Quartier e il Tremé con numerose eleganti dimore creole vecchio stile. Per finire e sempre nella stessa area, il Louis Amstrong Park, dove trovare una statua del grande musicista e il Mahalia Jackson Theater, due pezzi da novanta nati entrambi a New Orleans.
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