Non è certo questa la sede per parlare delle innumerevoli campagne militari, le guerre, i sanguinosi conflitti che hanno segnato i rapporti fra i colonizzatori bianchi e in seguito gli americani con le diverse e plurime tribù dei nativi, uomini liberi in territori liberi senza padroni e si sa com'è andata a finire, con una loro totale sottomissione alla sovranità statunitense. Resta il fatto che in particolare nella seconda metà dell'800 sono stati stipulati vari trattati (Reservation Treatys) fra le parti per regolamentare le nuove divisioni territoriali e le sfere di competenza. Trattati a volte firmati per coercizione, trattati non sempre rispettati dai "bianchi" e non sempre inizialmente accettati dagli indiani. E' quest'ultimo il caso dell'area di Palo Duro dove nel settembre 1874 Apache, Comanches, Cheyennes, Kiowa e Arapahos si ritrovano a combattere contro le truppe comandate da Ranald S. Mackenzie, un ufficiale di carriera diplomatosi nella prestigiosa accademia militare di West Point che non esiterà a requisire tutti i cavalli, bruciare i loro accampamenti e disperdere gli andiani che si vedranno costretti a ritornare a piedi nella riserva di Fort Sill. La Red River War (dal nome del fiume che attraversa il canyon ) degli anni 1874-75 è la campagna finale per la definitiva conquista statunitense delle pianure indiane del sud.
Immortalo i giovani sposi che si avventurano a piedi su una collina del pianoro mentre noi pigramente li stiamo a guardare e poi via, di nuovo in macchina verso il Colorado e Denver. All'altezza di Amarillo, e siamo ancora in Texas, la macchina sbanda, abbiamo bucato una gomma. E va bene, ci sta, avventure di viaggio, ma mi chiedo se questo Amarillo non porti sfiga, all'andata nei suoi dintorni l'allerta tornado, al ritorno la gomma bucata e soprattutto un cielo diventato improvvisamente scuro, vento, pioggia e persino grandine tanto che non possiamo uscire subito dalla macchina per cambiare la ruota. Se non altro ho il piacere di constatare finalmente una cosa piccola perfino in Texas, le minuscole palline di grandine!!!
Pochi giorni dopo, all'alba, vengo accompagnata all'aeroporto di Denver per il rientro in Italia. Grazie a tutta la famiglia e all'amica Rita, è stata davvero una bella esperienza. All'esterno, nell'area aeroportuale mi colpisce vedere un immenso, inquietante cavallo blu dagli occhi di fuoco, per fortuna all'interno ci sono anche delle belle fotografie. Ultima istantanea da condividere di questo viaggio americano, la sala fumatori di Washington dove ho sostato due ore in attesa di attraversare l'Atlantico. Solo due persone, enorme e vuota, incredibilmente vuota, non mi era mai capitato; in Europa succede il contrario, quando ci sono, sono piccole e affollatissime. I due superstiti si sono sparati tre sigarette di fila e io pure, fra impenitenti peccatori ci si capisce!!!
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