Per alcuni mesi non ho scritto e ho già avuto modo di dirne le ragioni, ma questo non significa che come al solito non sia andata in giro, in particolare più volte a Bordeaux a visitare il mio amatissimo nipote. Nei vari soggiorni abbiamo sempre fatto almeno una gita fuori porta e sono alcune di queste escursioni che desidero oggi condividere, a conferma che l'Aquitania è magnifica e riserva sorprese a tutte le stagioni. Di Bordeaux città mostro solo un flash di gilet gialli nello scorso dicembre pacificamente seduti al ristorante con tanto di cappuccio rosso natalizio in testa, niente a che vedere con le violenze e i vandalismi di cui, in varie città di Francia, si sono drammaticamente resi responsabili altri loro compagni di dissenso e poi via, verso il bacino di Arcachon, il delta del fiume Eyre e Bigornos.
Pieno di fascino il delta del fiume Eyre dov'è difficile fare la differenza fra la terra e il mare. Per via dell'influenza delle maree oceaniche il fiume si ramifica in più corsi torrentizi che formeranno il delta, mosaico stupendo di aree selvatiche, luoghi prescelti da una fauna ricca e varia; pare che ogni anno transitino da queste parti più di 260 specie di uccelli, fra cui aironi, martin pescatori, cicogne e beccaccini. Per la verità tutta questa popolazione con le ali non l'abbiamo vista, ma la natura era stupenda e il silenzio pressoché assoluto e magico. A pochi chilometri di distanza, proprio sulla punta estrema della baia, il porticciolo di Bigornos con le sue coloratissime capanne di pescatori. Nuovamente un paesaggio idilliaco, capanne, pontili di legno, e le "pinasses", le piccole tradizionali barche a vela o a motore usate nel bacino di Arcachon per la pesca e l'ostricoltura, attraccate immobili o che ondeggiano sull'acqua secondo ritmi e capricci delle maree.
Qualche chilometro di strada ancora e si resta muti a guardare la maestosità della Dune du Pilat, la più grande d'Europa, una duna mobile, sempre in movimento. Fra oceano e foresta e sotto l'influenza di venti e maree la Dune du Pilat si sposta infatti da uno a cinque metri all'anno verso est. E' la storia di infiniti granelli di sabbia provenienti dall'erosione dei massicci montagnosi dei Pirenei e del Massiccio Centrale accumulatisi in milioni di anni.
Di Arcachon avevo già scritto in un precedente post di svariati anni fa, ma è una cittadina talmente bella che è sempre un piacere ritornarci, particolarmente in una giornata invernale col sole (http://www.saranathan.it/2009/05/ostriche-ed-oceano.html). Si fanno ammirare le ville del "quartier d'hiver" in collina, ma anche le costruzioni sul mare non sono da meno. Scendendo a piedi verso il lungomare, mi ha sorpreso la vista di una sinagoga, il tempio Osiris, fatto costruire nel 1877 da Daniel Ifla Osiris per il matrimonio di una sua nipote. Il mecenate bordolese ha in seguito fatto dono dell'edificio al Concistoro regionale israelita di Bordeaux che l'ha ufficialmente inaugurato nel 1891. Non so a quante persone ammonti la comunità ebraica locale, ma leggo che la sinagoga è aperta e operativa tutto l'anno.
Bellissima scoperta del recente settembre invece il Domaine des lacs d'Hostens nelle Lande girondine, un'area naturale di 600 ettari e 5 laghi dalle numerose possibilità sportive fra nuotate, passeggiate, gite in canoa, a cavallo o in bici. Si può pescare in tutti i laghi, ma nuotare solo in quello di Lamothe e noi ne abbiamo approfittato alla grande, con successivo picnic serale sulla bella rena bianca. Quest'area era precedentemente un sito di estrazione di lignite, un carbone fossile originatosi da foreste del secondario e del terziario, ma cessato lo sfruttamento industriale, a partire dal 1970 è iniziata la sua trasformazione in area naturalistica per lo sport e lo svago. Davvero un buon esempio di riconversione a quante pare poco conosciuto dagli abitanti di Bordeaux, ma meglio così, eravamo in pochi e si stava proprio bene.
Termino questo post con una lapidaria intuizione di Ben. Il "cogito ergo sum" di cartesiana memoria ha quasi quattro secoli di vita e risulta ormai datato, ecco perché l'artista Ben propone la sua rivisitazione adattata ai giorni nostri. E' vero che non l'ho trovata sui gabinetti pubblici di Bordeaux, bensì su quelli di Nizza, ma ho pensato che la riflessione filosofica non conosce geografie.
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