Non vorrei lanciarmi in valutazioni psicologiche da strapazzo, ma secondo me gli strizza cervelli a Napoli fanno la fame, né clienti né lavoro per loro. Con un tale livello di autostima rivendicata a caratteri cubitali perfino per strada si dovrebbe campare benissimo, che bisogno c'è di sofisticate introspezioni, di sofferte elucubrazioni mentali???
Troppo banale scrivere "donne" e "uomini" sulle porte delle toilettes al ristorante. Molto più eloquente mettere uno stivale col tacco per le signore e un cappello da cowboy per il sesso forte. Vuoi mettere più esplicito di così???
il più piccolo Presepe mai visto


Mannaggia a me che non sono superstiziosa.... cornetti a volontà

Per il raccoglimento e la preghiera secolare dei fanatici del pallone c'è poi un posto unico al mondo da non perdere assolutamente, ovvero a San Biagio dei Librai, il bar Nilo nella piazzetta omonima. Solo a Napoli un bar diventa come una cappella votiva, solo a Napoli un calciatore poteva assurgere a santità. Ceri, altari, altarini, panoplia di amuleti e immaginette, la reliquia di un capello di Maradona in bacheca, Diego Armando accanto al papa. Quei due magici quadricipiti che segnavano goal a tutto spiano rappresentano forse intere generazioni con il loro desiderio di riscossa magistralmente riassunto in una intervista rilasciata il 6 novembre scorso al "Mattino" da Dacia Maraini nella città partenopea per riscuotere il premio Matilde Serao per la Letteratura 2019: " Napoli è una grande città ferita da una storia di prepotenze e sfruttamenti. Ma ha sempre mantenuto un'anima ribelle, provocatoria, ironica, generosa e fortemente creativa. Le manca solo un poco di senso della comunità, un male comune a tutto il Sud. Un po' meno pessimismo, un poco più di fiducia in se stessa, un poco più di fiducia nel futuro e potrebbe diventare una città esemplare".

Come sempre da queste parti le sporte della spesa arrivano al destinatario non faticosamente per le scale ma agevolmente in cestini calati dalle finestre e come a Marsiglia si può visitare la prigione di quel Edmond Dantès frutto della penna di Dumas, ancora una volta la Letteratura dimostra la sua sfida al reale indicandoci con precisione a Napoli l'indirizzo di Filumena Martorano.

Grazie Napoli, vengo presto a trovarti di nuovo e grazie per il regalo di questa tua ultima immagine sul treno in corsa lungo la strada del ritorno.
Mannaggia a me che non sono superstiziosa.... cornetti a volontà
Comunque non è che si va a sbafo nel sacrario di Diego Armando, almeno un caffè bisogna consumarlo e mi sembra più che giusto. Qui si vende anche un magnifico calendario, già, come i napoletani vedono la "padania"o meglio le sue nebbie
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