Per controbilanciare il "chiuso" attuale fra le quattro mura ed evadere almeno con la mente, mi risulta quanto mai benefico riguardare le foto di quella meravigliosa natura del golfo di Morbihan del settembre scorso, orizzonti infiniti, le vecchie case di pietra, le ortensie in fiore, il gioco delle maree e "così tra questa immensità s'annega il pensier mio e il naufragar m'è dolce in questo mar" direbbe il poeta. Il golfo di Morbihan è alimentato dalle acque di quattro fiumi e naturalmente dall'oceano che avanza e si ritira e le foto che mostro sono di Port Navalo ( Porzh Noalou in bretone) all'estremità nord del golfo, dove, a una ventina di minuti in macchina da Vannes, mi porta una mattina l'amica Brigitte. E' un antico porto di pesca costiera degli inizi del XX° secolo e uno dei punti di partenza privilegiati per visitare in barca le isole del golfo e anche quelle dell'oceano.
E nel mio terzo giorno di soggiorno bretone ce ne andiamo nel "piccolo mare" (questo il significato di Mor bihan) alla scoperta della magnifica "île aux moines" perché fra isole e isolotti nel golfo ce n'è una trentina, ma solo due per superficie e popolazione sono degne di nota, l'île aux moines appunto e l'île Arz. Il traghetto lo prendiamo a Port Blanc, dalla parte opposta di Port Navalo e mai tragitto marino fu più breve, 7 minuti precisi, la xamamina per il mal di mare non serve davvero. Bella, bella, bella, ho adorato questo luogo tanto che mi piacerebbe venirci a passare le vacanze in estate. Gambe in spalla l'isola non ce la siamo girata tutta, ma quasi.
Su questa stretta lingua di terra lunga sette chilometri nel 2017 si contavano 606 abitanti, certo ben altri numeri d'estate con i vacanzieri e ho letto che nella tradizione dell'isola sono da sempre le ragazze a scegliersi il marito, perché da sempre sono le donne a gestire l'economia isolana, gli uomini, marinai di lungo corso, erano sempre lontani. Tanta natura, tanti fiori e tanto silenzio, l'oceano che fa capolino da ogni angolo . Non solo scorci panoramici e lunghe spiagge, ho trovato ricca di fascino l"ambientazione tradizionale bretone con le sue case in pietra di granito e le persiane rosse o blu, i tetti in ardesia o paglia. Case antichissime, su una ho trovato scritto 1613.
E, sul versante esposto al sole e al riparo dai forti venti, non poteva certo mancare la chiesa, l'Eglise Saint Michel, semplice e spoglia come piace a me. Nei secoli passati erano qui che, a fine messa avvenivano i dibattiti pubblici e le riunioni degli abitanti. Grazie Brigitte, mi hai fatto scoprire un altro angolo di paradiso.
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